Rapporto IAI politica estera 2021: l’europeismo rinnovato dell’Italia

Il nuovo governo ha rilanciato il protagonismo italiano in sede europea, giovandosi anche della fiducia in Draghi dei principali leader europei. Questo riconoscimento è stato consolidato dai risultati raggiunti dal governo nei suoi primi 100 giorni: a metà giugno 2021, l’Italia era tra i primi tre paesi dell’Unione europea per numero di vaccinazioni, aveva presentato il Pnrr con l’obiettivo di ricevere oltre duecento miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti dall’Ue e stava progettando una serie di importanti riforme, da quella degli appalti pubblici e delle concessioni alla concorrenza, dalla pubblica amministrazione alla giustizia.

Il Pnrr, che include una nuova struttura di governance, è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 25 aprile e trasmesso alla Commissione europea entro la scadenza prevista del 30 aprile, dopo il suo passaggio in Parlamento. La sfida dell’attuazione del Pnrr risiede principalmente nella realizzazione degli investimenti e, prima ancora, delle riforme ad esso collegate, per le quali il governo Draghi ha previsto un calendario estremamente ambizioso. Alla fine di dicembre 2021, risultavano raggiunti tutti i 51 obiettivi previsti dal piano nazionale.

In ambito europeo, tra i principali dossier che hanno coinvolto il paese vanno ricordati la migrazione – malgrado manchino ancora proposte concrete di riforma delle politiche migratorie e di asilo dell’Unione – e l’emergenza climatica, rispetto alla quale l’Italia ha lavorato per assicurare un raccordo tra le iniziative europee e quelle del G20 e della Cop26.

Draghi ha inoltre puntato al rilancio delle tradizionali alleanze europee: l’asse con la Germania e con la Francia (rinnovato quest’ultimo dalla firma del Trattato del Quirinale a fine anno). La politica europea e la collocazione internazionale del paese hanno nel complesso beneficiato di una maggiore stabilità di governo. Tuttavia, a causa della combinazione tra instabilità internazionale (tensioni dell’Europa con la Cina e la Russia, aumento dei prezzi nel settore energetico, diffusione della variante Omicron) e debolezze strutturali interne, a partire dal debito pubblico, la posizione italiana rimane ancora fragile.

*L’articolo completo di Nicoletta Pirozzi “I rapporti con l’Unione europea” fa parte del report IAI “Il governo Draghi e il nuovo protagonismo internazionale dell’Italia”, consultabile integralmente qui

Foto di copertina EPA/KENZO TRIBOUILLARD/POOL

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