Sfide e prospettive del disarmo nucleare nel contesto del G7

Dei 33 paragrafi di cui è composto il lungo comunicato finale della recente riunione dei Ministri degli Esteri G7 tenutasi a Capri sotto la presidenza del Ministro Tajani, il paragrafo tradizionalmente dedicato al disarmo e alla non proliferazione figurava  soltanto al ventitreesimo posto. È fisiologico che, in tempo di guerra, la corsa agli armamenti prevalga sulla propensione a promuovere la sicurezza internazionale attraverso una riduzione reciproca degli arsenali. In realtà, gli attuali eventi bellici hanno solo inasprito una riduzione del ruolo del controllo degli armamenti che era già in atto e che risale all’inizio di questo millennio a seguito del ritiro dell’America – ai tempi di Trump – da importanti accordi di disarmo e delle flagranti violazioni di norme internazionali da parte della Russia di Putin.

Il principio di un mondo privo di armi nucleari che la comunità internazionale aveva approvato unanimemente nel 2010 si è andato progressivamente annacquando. Oggi, gli obiettivi perseguiti sono meno ambiziosi e mirano  soprattutto a ridurre il rischio che si giunga, soprattutto nel contesto ucraino, a uno scontro nucleare. Tale rischio è reale e la Russia non ha esitato a sguainare la spada dell’atomica attraverso la messa in allerta delle sue forze nucleari annunciata dallo stesso Putin e lo stazionamento di missili nucleari in Bielorussia. A ciò si aggiungono le bellicose minacce nucleari quasi quotidiane da parte di dignitari del Cremlino, l’ex presidente Medvedev in primis. Tutti sanno che, stando alle norme internazionali, la minaccia è considerata come una forma di impiego dell’arma nucleare. La Nato si è sinora astenuta da analoghe misure ed esternazioni ma non vi è dubbio che essa non rimarrebbe con le mani in mano qualora Mosca desse attuazione alle sue minacce.

Alla vigilia dell’aggressione russa del 2022 i cinque paesi (N5) cui il trattato di Non proliferazione nucleare concede il possesso dell’arma nucleare (Cina, Federazione  Russa Francia, Regno Unito, Stati Uniti) riuscirono ancora a trovare un accordo sul concetto che “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere combattuta”. Non si trattò di un grande risultato, se si pensa che tale espressione era stata originariamente concordata tra Reagan e Gorbachov nel lontano 1986. Essa avrebbe potuto comunque divenire un  punto di partenza per ulteriori  approfondimenti. Da  allora però i 5 “grandi” nucleari non si sono più riuniti e si sono drasticamente ridotte le occasioni di loro incontri in altre sedi. Il formato allargato dei G20 che include la Russia e la Cina e altri paesi del cosiddetto “Sud Globale” è oggi divenuto il principale foro cui partecipa la maggioranza degli stati nucleari. Con difficoltà si è riusciti ad affermare in tale sede un nuovo concetto generale che è quello dell’”inammissibilità” dell’uso e della minaccia dell’uso dell’arma nucleare.

Tale principio è stato recepito, parzialmente, anche dal G7 sotto presidenza italiana. Sia nel “mini vertice” del 24 febbraio scorso, organizzato dalla presidente Meloni in occasione del secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, sia nella Ministeriale G7 di Capri è stato infatti accolto il concetto dell“inammissibilità”  riferito però solo all’ uso e minaccia  atomica da parte della Russia nel contesto della guerra in Ucraina. Si nota, pertanto, nonostante la convergenza di principio raggiunta, che vi è un “distinguo” tra il linguaggio del G7 e quello del G20. Esso potrà emergere ai prossimi vertici G7 in Puglia e G20 a Rio de Janeiro e occorrerà appianarlo se si vuole mantenere in piedi e rilanciare il dialogo. La diplomazia italiana, in quanto presidenza G7, si troverà a gestire tale delicato processo.

Il disarmo non figura tra gli argomenti prioritari appena enunciati dalla Presidente del Consiglio Meloni in vista del vertice G7, ma il tema delle armi nucleari nucleari potrà difficilmente essere schivato se, come ora preannunciato, alla sessione sull’intelligenza artificiale del G7 parteciperà Papa Francesco per il quale il disarmo nucleare è oggetto di particolare attenzione. Egli ne è uno dei maggiori sostenitori a livello internazionale e potrà cogliere l’occasione per darvi un autorevole impulso, tanto più che i rapporti tra intelligenza artificiale e armamenti nucleari sono oggetto di crescente attenzione a livello internazionale.

Ultime pubblicazioni