Lo strumento militare italiano e la guerra

L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato livello di sfide che l’Italia si trova ad affrontare nello scacchiere internazionale. È anche in risposta a queste sfide che, a fine gennaio, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha presentato al Parlamento le linee programmatiche che definiranno il lavoro della Difesa nel prossimo futuro.

Difesa integrata e multidominio

Una graduale ma continua evoluzione dello strumento militare italiano sarà fondamentale per garantire una Difesa efficace e all’avanguardia. A tal fine, sarà importante incrementare gli sforzi mirati al raggiungimento di un’interoperabilità interna alla Difesa che permetta al Paese di lavorare in maniera sinergica e complementare con i propri partner della Nato. Altrettanto cruciale sarà lo sviluppo dello strumento militare in chiave interforze – non solo sul piano normativo, ma anche logistico e tecnologico.

Al fine di rafforzare la credibilità dello strumento militare italiano, il ministro invita a un miglioramento delle attività addestrative del personale. Carenze, da questo punto di vista, erano state colte anche dagli ultimi Documenti Programmatici Pluriennali, con un graduale calo delle spese di esercizio (passate dal 14% della Funzione Difesa nel 2020 all’11,4% nel 2022).

L’impianto istituzionale e legislativo su cui si basa l’architettura di difesa e sicurezza del Paese necessita di un rinnovamento generale, che rispecchi i mutamenti che sta affrontando lo stesso strumento militare, sempre più integrato e multidominio. Il Ministro ha infatti sottolineato l’urgenza di investire energie e risorse nell’elaborazione di una Strategia di sicurezza nazionale: uno strumento ad oggi assente in Italia, che si basa piuttosto su un approccio multi-rischio per la gestione delle crisi.

L’impegno italiano all’Estero

La Difesa italiana rimane uno strumento fondamentale anche per la proiezione internazionale del Paese. Affrontando il tema, Crosetto ha invocato un ruolo più da protagonista per Roma in termini di leadership, sulla scia della missione Nato in Iraq di cui l’Italia ha assunto il comando il maggio scorso.

Come ricordato dal ministro, infatti, l’impegno dello strumento militare si basa storicamente sulla partecipazione italiana a organizzazioni internazionali, prime fra tutte Unione europea e Nato. In questi contesti, Roma dovrà continuare a far valere la propria voce nei tavoli decisionali, com’è stato durante l’elaborazione dello Strategic Compass dell’Ue.

Per meglio definire il coinvolgimento e il ruolo italiano nelle operazioni internazionali, Crosetto propone una revisione della procedura di costruzione della Delibera Missioni. Come già enfatizzato in passato, è auspicabile una maggiore tempestività del Decreto, da un lato per garantire piena copertura politica alle missioni, e dall’altro per consolidare la credibilità di Roma agli occhi dei Paesi partner.

Una legge ad hoc per la Difesa

Un’industria dell’aerospazio e della difesa competitiva è parte del tentativo italiano di incrementare il proprio livello di autonomia. Un’autonomia che sarà possibile raggiungere soltanto investendo, oltre che nei programmi industriali, nella ricerca scientifica orientata all’innovazione, soprattutto alla luce delle numerose ricadute militari di prodotti e tecnologie ideate per fini civili e viceversa. Ciò è evidente ad esempio nel settore spaziale dove, potendo contare su una catena del valore completa, l’Italia ha acquisito maggiore autonomia di azione, oltre alla possibilità di contribuire in maniera significativa ai programmi portati avanti a livello europeo.

In un momento come questo in cui “nessun Paese può tagliare le spese per la difesa”, non sorprende che durante l’audizione ampio spazio sia stato dedicato al tema investimenti, con la proposta di Crosetto di escludere le spese in Difesa dal Patto di stabilità, e di elaborare “una legge triennale sull’investimento, che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a tre provvedimenti successivi”.

Sarà importante osservare se, come, in che misura e con quale velocità verrà dato seguito alle linee guida del ministro, tanto nel breve periodo quanto su un arco temporale più lungo necessario per portare a compimento l’elaborazione di una Strategia di sicurezza nazionale e le innovazioni normative su delibera missioni e legge pluriennale per gli investimenti.

Foto di copertina ANSA / Italian Ministry of Defence

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