Conferenza TNP: il ruolo dei paesi nucleari nella prevenzione del conflitto

È ricominciato questa settimana a Ginevra il processo preparatorio in vista della grande Conferenza di riesame del Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP) in programma per il 2026. È risaputo che il rischio dello scoppio di un conflitto nucleare è aumentato drammaticamente a causa della guerra in Ucraina, ma non tutti ricordano che, negli ultimi anni, si è fatta piazza pulita delle principali intese volte a prevenire un confronto nucleare. Il TNP, entrato in vigore nel 1970, rimane ancora oggi il principale trattato giuridico condiviso da tutti, compresi i principali Stati che posseggono l’arma nucleare, per evitare una catastrofe mondiale senza precedenti.

Le responsabilità dei Paesi che possiedono l’arma nucleare

Le responsabilità dei cinque paesi “N5” – Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti –, cui il trattato concede di possedere l’arma nucleare (proibendolo a tutti gli altri), sono enormi. Per questo motivo, nel 2008, l’allora ministro della Difesa britannico Lord Des Browne lanciò proprio a Ginevra la proposta di avviare nel quadro del TNP una consultazione strutturata tra i “Cinque Grandi”. Quella data sembra oggi appartenere a un’altra era geologica: i russi comunicavano allora costantemente con la Nato, avevano addirittura un ufficio di rappresentanza all’interno dei quartieri generali dell‘Alleanza. L’Italia svolse un ruolo significativo nel quadro del cosiddetto “processo di Pratica di Mare”, propiziando l’ingresso della Russia nel G7 e trasformandolo così in G8. Nel luglio dell’anno prossimo ricorrerà il trentesimo anniversario del vertice G7 di Napoli, il primo in cui venne associata anche la Russia.

Oggi siamo ritornati ai ferri corti della Guerra Fredda ed è più urgente che mai che i cinque tornino a parlarsi. Il quadro del TNP sarebbe per loro quello più vantaggioso, dato che in nessuna altra sede essi potrebbero trovare un riconoscimento così ampio del loro status nucleare.

Gli appelli delle organizzazioni non governative

A muoversi oggi sono anche alcune organizzazioni non governative. L’autorevole ACA americana (Arms Control Association) ha lanciato un appello con al primo posto la ripresa del negoziato strategico bilaterale tra russi e americani – sinora disertato da Putin – e quella del dialogo tra i cinque grandi nucleari. Il gruppo No First Use Global promuoverà in primo luogo il concetto del non primo uso dell’arma nucleare che, se applicato da tutti gli stati con capacità nucleari, renderebbe di fatto impossibile l’uso dell’arma nucleare.

Si tratta di un concetto già adottato dalla Cina, che di recente ha proposto agli Usa di discuterne bilateralmente. Gli americani hanno controproposto di parlare dei rischi nucleari. In realtà, un tema non escluderebbe l’altro.

Pochi giorni fa, è però giunta da Pechino una notizia inaspettata: la Cina intende sospendere anche il dialogo strategico timidamente avviato alla fine dell’anno scorso con Washington a causa di recenti forniture militari Usa a Taiwan. Anche durante la Guerra Fredda si era riusciti a tenere i temi strategici al riparo dalle vicissitudini della politica quotidiana. L’amministrazione Trump durante il suo quadriennio aveva provocato i maggiori danni mandando all’aria alcuni dei principali accordi internazionali nel campo del controllo degli armamenti. Non ci si può aspettare nulla di positivo da un suo eventuale ritorno.

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