Il governo Draghi è stato caratterizzato da significativi progressi nel settore della difesa. Il premier si è detto favorevole ad un aumento della spesa militare, e nel 2021 il totale delle risorse investite dall’Italia è salito a 28,28 miliardi di euro rispetto ai 26,02 del 2020. Crescono inoltre le risorse assegnate agli investimenti, sia in termini assoluti che in proporzione al totale del bilancio della difesa: 6,81 miliardi nel 2021 (24% del totale) rispetto ai 5,45 miliardi (20,9%) del 2020.
Con il decreto missioni 2021, l’Italia ha visto salire da 38 a 40 il numero di operazioni internazionali, mentre il tetto di personale militare dispiegabile all’estero è salito a 9.255 unità (+23,5% comparato al 2020). Le nuove missioni all’estero comprendono l’operazione di sicurezza marittima nello Stretto di Hormuz, parte dell’iniziativa politico-militare a guida francese Emasoh, e un nuovo contingente che verrà dispiegato in Somalia per prendere parte alla missione Onu Unsom. Continua anche l’impegno in Medioriente, con nove missioni attualmente attive, tra cui Unifil in Libano (dal 2018 sotto comando italiano), nonché́ nei Balcani occidentali con la missione Kfor Nato. Nel 2022 l’Italia assumerà anche la guida della Nato training Mission in Iraq, con un aumento del contingente alleato inclusa la quota di personale italiano. L’Africa rimane il continente con il maggior numero di missioni italiane attualmente in corso, ovvero 17.
Va inoltre sottolineata l’effettiva inclusione di spazio e cyber come nuovi domini operativi per le forze armate, anche tramite il completamento di appositi comandi. Il tutto in una logica integrata: il nuovo Comando operativo di vertice interforze (Covi) è sovraordinato al Comando per le operazioni spaziali, a quello per le operazioni in rete, e al comando delle forze speciali, nonché ai singoli comandi di forza armata. Vi è stata infine l’adozione, per la prima volta, di una direttiva ministeriale sulla politica industriale nell’ambito della difesa: un necessario atto di indirizzo per dotare l’ecosistema italiano della difesa di una direzione strategica che possa allineare in un’ottica di sistema-paese gli attori istituzionali e privati, fermi restando i rispettivi ruoli.
Nel 2021 l’Italia ha contribuito attivamente alla stesura e negoziazione della Bussola strategica Ue, ed ha approcciato le prime fasi dell’elaborazione del nuovo Concetto Strategico Nato, mantenendo il suo tradizionale equilibrio tra europeismo ed atlantismo.
*L’articolo completo di Elio Calcagno e Alessandro Marrone fa parte del report IAI “Il governo Draghi e il nuovo protagonismo internazionale dell’Italia”, consultabile integralmente qui
Foto di copertina ANSA/GIUSEPPE LAMI