Il soldato del futuro: il fattore umano al centro dell’innovazione militare

Come potranno in futuro gli eserciti occidentali conciliare possibili conflitti ad alta intensità con le innovazioni tecnologiche dirompenti? In che modo affrontare i cosiddetti near-peer adversaries? Quale approccio stanno adottando, per affrontare queste sfide, i principali Paesi della Nato?

Questi e altri temi sono stati esaminati dallo IAI nello studio The Next Generation Soldier: A System of Systems Approach?. L’analisi sarà presentata durante il webinar “The Future Soldier’s Path Between Operations and Technologies”, lunedì 13 dicembre, aperto dal presidente del Comitato militare dell’Unione europea Claudio Graziano.

Il soldato al centro dell’innovazione militare

Le numerose innovazioni tecnologiche degli ultimi anni, destinate a incrementare nei prossimi, avranno un impatto significativo sull’organizzazione e sulle operazioni degli eserciti occidentali. La vasta disponibilità di sistemi e dispositivi tecnologici di ultima generazione offre infatti all’Esercito italiano la possibilità di equipaggiare i propri soldati con dotazioni che permettono loro di essere sempre più connessi, efficienti e sicuri. Benché lo studio IAI non si limiti all’analisi del caso italiano – prendendo in considerazione i maggiori membri dell’Alleanza atlantica, Israele, i trend tecnologici e gli sviluppi a livello Nato e Ue  – risulta interessante dedicare una riflessione specifica alle dinamiche in corso a livello nazionale.

Emerge in maniera chiara che l’Italia continua e continuerà a considerare il comandante come l’elemento fondamentale di qualsiasi operazione militare e, più in generale, il soldato come cardine della forza armata. In questo senso, l’Esercito assicura la costante attuazione dell’approccio conosciuto come human-in-the-loop, ovvero l’attiva partecipazione del militare ad un processo decisionale in cui tecnologie quali intelligenza artificiale e robotica supportano ma non sostituiscono le scelte dell’essere umano. Ciò a dimostrazione del fatto che, anche nella corsa tecnologica, la persona rimane lo strumento più prezioso.

La dottrina ‘System of systems’

Particolarmente interessante è il concetto di “sistema di sistemi” (System of Systems – SoS) sul quale si concentra lo studio. Secondo questo principio, il soldato singolo è da considerarsi in sé e per sé un SoS, in quanto integra una serie di dispositivi personali che vanno dall’armamento ai sensori e al sistema di comunicazione. D’altra parte, il fante è anche parte di un più ampio SoS, vale a dire la squadra, nel quale ogni individuo ricopre una funzione diversa e complementare, e la stessa logica si applica al plotone e alle formazioni più ampie, fino alla forza armata nel suo complesso e al livello interforze.

Negli ultimi due anni, l’Esercito ha pubblicato due documenti di particolare rilievo: Future Operating Environment post-2035 e Prospecta 2021. Il primo esplicita la visione della forza armata in merito ai futuri scenari operativi e le relative capacità necessarie per le unità di terra. Tre sono i contesti nei quali si ritiene sia più probabile che i soldati di prossima generazione saranno chiamati ad intervenire: aree litoranee, regioni contese per il controllo di risorse, e le cosiddette megacities, ovvero città trasformate da processi di globalizzazione che rappresentano per l’Esercito “un nuovo scacchiere di minacce”. Il secondo documento presenta invece una panoramica dei progressi tecnologici conseguiti in Italia nel settore militare, oltre alle strategie elaborate per il futuro.

Sviluppi trasversali tra industria e forza armata

Consapevole dei cambiamenti in corso e delle inevitabili future trasformazioni degli scenari operativi nei quali sarà chiamato ad intervenire, l’Esercito sta investendo risorse ed energie nell’ammodernamento dell’equipaggiamento dei soldati. Tali intenzioni e ambizioni si sono concretizzate nel Sistema Individuale di Combattimento (SIC), anche conosciuto come Sistema Soldato Sicuro – un programma nato dalla sinergia della forza armata con il comparto industriale nazionale. Il SIC consiste in un sistema d’arma integrato tramite il quale l’Esercito si propone di incrementare cinque aspetti cruciali delle capacità del soldato: protezione, sopravvivenza, comando e controllo, mobilità notturna e letalità. L’integrazione del sistema d’arma corrisponde proprio alla logica del System of Systems, che si riflette anche nell’aggregazione dei fornitori industriali in un apposito consorzio.

Tre buoni propositi, una raccomandazione

Riprendendo il sopracitato concetto SoS, tra i temi individuati dallo studio IAI sui quali l’Italia dovrebbe lavorare nei prossimi anni vi è anzitutto un approccio multi-dominio che consenta alle proprie forze armate di operare efficacemente sullo spettro dei domini operativi, abbinato ad un criterio di convergenza che permetta loro l’utilizzo simultaneo di diverse componenti tecnologiche.

In secondo luogo, vi è la necessità di bilanciare i vantaggi di reti orizzontali tra i diversi elementi dell’Esercito con la struttura verticale di comando e controllo, in modo da assicurare una comunicazione chiara a tutti gli anelli della catena, prestando particolare attenzione ai livelli tattici e operativi. Torna qui la centralità dei comandanti ai vari livelli, specie in situazioni dove le comunicazioni sono degradate o disturbate da avversari quasi alla pari.

La centralità della risorsa umana è strettamente legata alla questione del reclutamento, ovvero alla costante selezione di personale di qualità che compia un percorso meritocratico nella struttura militare, assicurando il giusto equilibrio tra crescita dell’expertise maturata e mantenimento di un’età media adatta per i compiti militari.

In futuro, l’Esercito dovrà dimostrarsi in grado di adottare un approccio all’innovazione militare sempre più interdisciplinare e multidimensionale. Al momento, tale intenzione è dimostrata dall’impegno in diverse attività finalizzate al rafforzamento delle proprie capacità tecnologiche. Sarà però importante che, di fronte alla potenziale quantità e sviluppo di tecnologie applicabili all’equipaggiamento del fante, l’Esercito privilegi agilità, sicurezza, resilienza ed efficienza.

Foto di copertina EPA/Manuel Lorenzo

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