La sinistra greca riparte dall’outsider Kasellakis

Il 25 Settembre 140mila iscritti hanno suggellato l’elezione di Stefanos Kasellakis alla guida di SYRIZA, il movimento greco della Coalizione della Sinistra Radicale. Il 16 Settembre, a tre giorni dal primo turno per le elezioni del Presidente del movimento, il giornale greco Efimerida titolava “Kasselakis e le Cassandre: i 21 giorni che hanno cambiato per sempre SYRIZA”. Perché tanta attenzione mediatica a quella che dovrebbe essere soltanto una semplice successione politica? Facciamo un passo indietro e andiamo con ordine.

All’indomani della seconda sconfitta elettorale in un mese, Alexis Tsipras rimetteva il suo mandato di Presidente (quello che in Italia è il Segretario). La sostituzione non è stata immediata poiché, nel bene e nel male, negli ultimi anni il movimento si è identificato con lui e il futuro doveva essere ponderato bene. Alexis, come in modo cameratesco lo chiamano i militanti, è comunque quello che ha preso il partito al 4% e lo ha portato al governo, che da partito governativo in carica ha perso la prima sfida del 2019 con un onorevole 31% prima del tonfo delle ultime elezioni primaverili ed estive. Quindi, nonostante dopo la sconfitta la sostituzione fosse naturale, la procedura ne ha dovuto rispettare i tempi.

Le primarie interne hanno previsto quattro i candidati che si sono sfidati in due turni, 19 e 26 Settembre. Se tre di questi sono militanti interni e noti anche per essere stati ministri nei due governi Tsipras, l’attenzione di tutti era puntata sul perfetto sconosciuto e fino al 28 Agosto (da qui il titolo) Carneade della politica ellenica Stefanos Kassellakis. Di questo trentottenne si capisce subito l’origine cretese (la stessa di Mitsotakis, forse quella isolana è una stirpe vincente?). Il primo dato viene integrato dalla notizia che ha passato tanti anni negli Stati Uniti, mentre il secondo dal fatto che è gay dichiarato ed impegnato in una relazione stabile. Che cosa è successo dunque? È successo che coloro che non pensavano che i volti improbabili (come il giornalista Theodorakis che nel 2014 fondò il partito “Potami” pochi mesi prima delle Europee) divenissero vincenti, in passato hanno preso degli abbagli e ora ne hanno preso un altro, forse più grande.

Le Cassandre smentite appunto. Come un fulmine, Stefanos Kassellakis ha fatto irruzione sulla scena politica a colpi di video social, onnipresente, sempre informato, e sempre con lo slogan giusto. Sempre seguito da telecamera e telefono qualcuno ha ironizzato che si trattasse di una edizione speciale del “Grande Fratello”, eppure… eppure i suoi punti deboli sono diventati i suoi punti forti, ovvero la lunga permanenza lontana dalla Grecia, nessun incarico nel partito (di fatto è un corpo estraneo), una bocciatura alle recenti elezioni, un passato da trader per Goldman & Sachs, il mestiere di imprenditore, il suo coming out che comunque in Grecia pure per un militante di sinistra (anche ammesso di aver pregato in un monastero ortodosso di non essere più gay) è un passo azzardato. Dunque, egli ha vinto al secondo turno la sfida contro una militante storica quella Efi Ahstichoglu che fu Ministro del Lavoro e che incarna bene il ruolo della “pasionaria” in un partito che fa della militanza anti sistema il suo punto di forza; Kassellakis invece in quel sistema c’è stato dentro con tutte le scarpe. Qualcuno ha voluto vedere nella scelta del nuovo la punizione del vecchio (la Ahstichoglu e gli altri tre).

Come si muoverà il nuovo leader?

A livello interno per ora cambia poco, non ha sostituito il capogruppo alla Vulì (Parlamento) proprio per apparire come il nuovo che unisce. Ma prima o poi dovrà scoprire le carte quando dovrà scegliere a chi affidare gli incarichi di partito e gestire chi lo ha sostenuto e chi no.

A livello esterno, arriverà il momento di presentarsi in tv, ma essendo lui un uomo social, dovrà affrontare questo mezzo senza potersi permettere errori. Ha detto di essere uno “che impara velocemente” e ha bisogno di due mesi di preparazione rapida. C’è da credergli perché nei suoi spot non ha mai toccato temi di economia o politica estera, lo slogan vincente è stato “Posso battere Mitsotakis poiché sono migliore di lui”. Egli ha però nominato come nuovo portavoce e rappresentante per la Stampa, la deputata e Dora Avgheri, la quale ha riportato la palla al centro dei problemi in una recente dichiarazione: “dopo le tensioni elettorali sono normali le scosse di assestamento interno, ma ora i prossimi e più importanti appuntamenti sono la legge di Bilancio, i licenziamenti nella sanità pubblica e lo stato sociale che questo governo vuole smantellare”.

Il ruolo di Tsipras

Con abilità democristiana, l’ex e ancora carismatico premier si è tenuto fuori dalle lotte interne al partito. È probabile che abbia tollerato lo “shock Kasselakis”, nel senso che non ha cercato di impedirlo quando la nomina non era ancora scontata e poi farsi vedere insieme quando “il tifone Kasselakis si è rivelato così travolgente”. Tuttavia al momento non c’è rischio di scissione, anzi l’opposizione interna vorrà piuttosto controllare il Comitato Centrale per condizionare l’operato del nuovo leader.

Nel futuro immediato saranno importanti i risultati dei sondaggi, cioè vedere se ai like social, Kasselakis sarà in grado di portare le preferenze di voto (sia pure a livello teorico) oltre il risultato delle ultime elezioni (al 20%). Sulla base di questo si avranno le reazioni degli altri partiti principali che per il momento stanno a guardare con guardinga curiosità, non solo su temi interni ma anche quelli internazionali in vista delle prossime elezioni europee. Prima che di politica (sia Destra che Sinistra) tuttavia bisognerà che si concentrino sull’immagine. Sebbene l’entrata sia stata da Colossal di Hollywood, la realtà tra la gente è ben diversa; i militanti e  la gente comune vedono in Kassellakis più ombre che luci: come e perché è apparso questo Messia quando SYRIZA sembrava destinato alla scomparsa? “Possiamo fidarci di un prodotto americano per rifondare la Sinistra”? Insomma, per il popolo della Sinistra ellenico, il nodo Gordiano è se il nuovo leader è un nuovo Odisseo oppure un Cavallo di Troia.

Foto di copertina EPA/ALEXANDROS VLACHOS

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