La difficile relazione tra Ucraina ed Ungheria sembra essere peggiorata ulteriormente dopo l’arresto avvenuto il 9 maggio di due presunte spie ungheresi da parte del servizio di sicurezza interno ucraino. Secondo quest’ultimo le due spie erano parte di una rete più ampia gestita dall’Ungheria. Questo avvenimento e la ritorsione di Budapest rappresentano l’ultima tappa del rapporto complicato tra Ucraina e Ungheria.
Perché le relazioni tra Ucraina e Ungheria sono così complesse?
Le relazioni attuali tra i due Paesi sono rimaste relativamente positive fino al 2016. Nel 2017 l’allora presidente ucraino Poroshenko firma una legge per rendere l’ucraino lingua di studio ufficiale e obbligatoria di tutte le scuole del Paese dalle medie in poi. L’insegnamento in altre lingue rimane comunque permesso, ma come materia separata. Questa legge, che coinvolge tutte le minoranze del Paese, è stata pensata per scoraggiare l’uso del russo nell’educazione pubblica. Vari Paesi hanno accolto in maniera critica il passaggio di questa legge, tra cui Polonia, Bulgaria e Romania.
Il Paese che ha reagito più aspramente, però, è stato l’Ungheria per via della minoranza ungherese presente nella regione ucraina della Transcarpazia dove gli ungheresi rappresentano circa il 20% della popolazione. La regione è stata storicamente parte dell’Ungheria per poi venire ceduta prima alla Cecoslovacchia con il Trattato di Trianon fino a diventare parte dell’Ucraina indipendente dopo il 1991. Dopo la firma della legge del 2017 il ministro degli esteri ungherese, Péter Szijjàrto, ha annunciato che l’Ungheria avrebbe bloccato qualsiasi integrazione dell’Ucraina nella NATO e nell’Unione Europea.
Tale rottura è stata esacerbata da fatti quali la distribuzione di passaporti ungheresi in Transcarpazia, l’accordo tra Ungheria e Gazprom del 2021 e soprattutto con la postura ambigua di Budapest dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Se da una parte l’Ungheria ha condannato l’invasione, dall’altra Orbán è stato il leader di un paese UE e NATO più vicino a Putin.
Orbán è stato criticato per la sua opposizione alle sanzioni europee alla Russia, per il rifiuto di inviare armi all’Ucraina e per aver mantenuto rapporti economici e diplomatici con Mosca. L’economia ungherese è infatti costruita attorno all’ambivalenza geopolitica tanto che Orbán stesso l’ha definita un’economia di transito che può sopravvivere solo attraendo investimenti da ambo le parti.
Perché delle presunte spie ungheresi sono state arrestate in Ucraina?
Venerdì 9 maggio l’SBU, il Servizio di sicurezza dell’Ucraina, ha affermato di aver arrestato un uomo e una donna, entrambi ex militari delle forze armate ucraine, accusati di passare informazioni ai loro contatti ungheresi in cambio di soldi. Queste due presunte spie secondo l’SBU sono parte di una rete più ampia gestita da Budapest con lo scopo di cercare informazioni e vulnerabilità delle difese della Transcarpazia.
Il Ministro degli esteri ungherese Szijjártó ha respinto le accuse mosse dagli ucraini definendole propaganda, oltre ad aver annunciato l’espulsione di due cittadini ucraini accusati a loro volta di essere spie. Inoltre un terzo individuo, identificato come agente dell’HUR, il servizio segreto militare ucraino, è stato arrestato dalle forze antiterrorismo ungheresi e deportato. L’Ucraina ha risposto con l’espulsione di due diplomatici ungheresi.
Fonti ungheresi affermano che i fatti recenti sono parte di un più ampio gioco di spie che continua da mesi. Una prima parte si era già giocata a febbraio quando il comitato di sicurezza nazionale del parlamento ungherese aveva affermato l’esistenza di un piano ucraino per screditare la figura di Viktor Orbán.
Inoltre, la settimana precedente l’arresto delle due presunte spie, un radar delle forze armate ungheresi aveva rilevato dei droni nella regione di Tokaj. Uno dei droni è stato abbattuto e gli ungheresi sospettano che provenisse dall’Ucraina.
Cosa significa ciò per le relazioni tra Ucraina e Ungheria?
In risposta ai fatti del 9 maggio le relazioni tra i due Paesi hanno subito un duro colpo, testimoniato dal cancellamento dell’incontro bilaterale sui diritti della minoranza ungherese in Ucraina previsto per il 12 maggio.
Il viceministro degli esteri ungherese, Levente Magyar, ha affermato come gli eventi dei giorni precedenti non consentano di portare avanti i negoziati sulle minoranze in modo costruttivo.
Tutto ciò inoltre sta avvenendo sullo sfondo della campagna VOKS 2025, un referendum consultivo annunciato il 15 aprile dal governo ungherese circa l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. I materiali elettorali distribuiti dal governo ungherese sottolineano le percepite conseguenze negative per l’agricoltura nazionale, le finanze pubbliche e la sicurezza pubblica nel caso in cui l’Ucraina entri a far parte dell’Unione.
I fatti del 9 maggio verranno usati per alimentare l’opposizione ungherese all’ingresso dell’Ucraina nell’UE. Tale opposizione, però, si è evoluta nel tempo. A marzo 2022 l’Ungheria si è unita ad altri Paesi per chiedere l’adesione dell’Ucraina all’UE, ma successivamente ha cambiato posizione opponendosi al percorso di adesione “velocizzato”, affermando di voler dare priorità all’allargamento dell’UE nei Balcani.
Ciononostante, le vere ragioni di questa campagna e in generale delle tensioni recenti col vicino orientale hanno relativamente poco a che fare con l’Ucraina e con il suo accesso all’Unione Europea, ma sono fortemente legate a questioni di politica interna.
Che collegamento c’è tra l’Ucraina e la politica interna ungherese?
Nell’aprile 2026 sono previste nel Paese le elezioni parlamentari, considerate le prime che Orbán rischia di perdere. Dopo essere tornato al potere nel 2010 il blocco dell’attuale primo ministro è riuscito a rimanere saldamente la prima forza politica, creando un sistema dai tratti illiberali progettato per perpetuare il potere di Fidesz.
Il vero cambiamento nel panorama politico ungherese si è avuto con l’ascesa di Péter Magyar, ex membro di Fidesz. Nel febbraio 2024 Magyar ha annunciato di essersi dimesso da ogni incarico e ha criticato aspramente Orbán. A marzo dello stesso anno si è unito al già esistente Partito del Rispetto e della Libertà (TISZA), che è riuscito a far diventare la seconda forza del Paese ottenendo il 30% alle elezioni europee del 2024. I sondaggi attualmente danno TISZA in testa con circa il 41% dei voti, seguito da Fidesz con circa il 36%.
L’ascesa di TISZA sta preoccupando Orbán. L’intento di Orbán appare quello di usare le posizioni pro Ucraina per screditare Magyar e TISZA dipingendoli come attori al soldo degli ucraini che stanno tentando di sabotare l’Ungheria, mentre soltanto Fidesz può salvaguardarne la stabilità.
Stabilità che però sembra essere messa a repentaglio, tra le altre cose, dalla complicata situazione economica. A ciò sono da sommarsi le proteste che da mesi interessano il Paese in seguito ad un emendamento costituzionale che vieta gli eventi pubblici da parte della comunità LGBTQ+.
Quale futuro c’è da aspettarsi per le relazioni tra Ucraina e Ungheria?
Alla luce di quanto successo nelle scorse settimane non si può ipotizzare una normalizzazione delle relazioni tra Ucraina e Ungheria almeno sul breve termine.
Con un’eventuale sconfitta di Orbán nel 2026 e con l’ascesa di Magyar si può pensare sicuramente a un miglioramento dei rapporti, ma la questione della minoranza ungherese in Transcarpazia rimarrebbe comunque aperta.
Inoltre, è da sottolineare come TISZA sia più pro-Ucraina di Fidesz, ma permangono degli attriti. Difatti anche TISZA sostiene è contro l’invio di armi o di truppe in Ucraina. Inoltre il partito ha messo in guardia circa l’adesione accelerata dell’Ucraina all’UE, citando soprattutto l’impatto negativo che ciò avrebbe sull’agricoltura ungherese. Tuttavia TISZA rimane favorevole all’accesso dell’Ucraina all’UE, come emerso da una consultazione in cui il 60% degli elettori di TISZA si sono detti favorevoli.
di Lorenzo Pellegrino
Orizzonti Politici (o OriPo) è un think tank giovanile italiano impegnato nell’analisi di politica internazionale, politiche pubbliche ed economia.