Rassegna stampa africana: l’Africa di fronte all’invasione russa dell’Ucraina

Pubblichiamo dei passaggi della rassegna stampa settimanale sull’Africa, curata da Jean-Léonard Touadi per RadioRadicale. È possibile ascoltare il podcast dal sito dell’emittente. Clicca qui per ascoltare

Considerata l’attualità dell’invasione russa in Ucraina, il focus principale della rassegna del 26 febbraio è sulle reazioni africane alla guerra russo-ucraina e sulle conseguenze che questi sviluppi potrebbero avere sulla politica e sulle popolazioni del continente africano.

Le reazioni africane

A fare il punto delle reazioni africane a seguito dell’invasione russa in Ucraina è un articolo di BBC News. “Il presidente di turno dell’Unione africana, Macky Sall, e il presidente della commissione dell’Unione africana, Moussa Faki, esprimono la loro estrema preoccupazione di fronte alla grave e pericolosa crisi che si è venuta a creare in Ucraina. Invitano la Federazione russa e ogni altro attore regionale internazionale al rispetto imperativo del diritto internazionale, dell’integrità territoriale e della sovranità nazionale dell’Ucraina ed esortano le parti a raggiungere un immediato cessate il fuoco e a dare inizio a negoziati politici sotto l’egida delle Nazioni”.

Stabilendo un paragone tra l’esperienza africana del colonialismo e la crisi russo-ucraina, l’ambasciatore del Kenya che siede al Consiglio di sicurezza come membro non permanente, denuncia la violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina, aggiungendo che i Paesi africani comprendono “che le persone separate da un confine politico possano guardarsi con nostalgia al di là delle frontiere nella speranza di una reintegrazione, ma il Kenya rifiuta che una tale aspirazione venga perseguita con la forza”.

Le conseguenze del conflitto sul continente africano

Sempre BBC News delinea gli effetti che il conflitto russo-ucraino avrà sui prezzi e sulle popolazioni del continente africano “devastando verosimilmente alcuni Stati d’Africa, minacciando la loro economia e aumentando il prezzo di alcuni beni di prima necessità”.

Per corroborare questa tesi si cita il sito di informazione sudafricano Daily Maverick, in cui Mark Heywood scrive “che le conseguenze della guerra si faranno sentire in ogni villaggio e in ogni città dell’Sudafrica e del mondo, in quanto il riarmo toglie e toglierà miliardi di dollari ai programmi di sviluppo, di educazione, e di contrasto alle ineguaglianze e alle pandemie”.

Altra argomentazione proposta dalla BBC individua nell’innalzamento dei prezzi del petrolio “la principale ragione di innalzamento dei prezzi dei beni importati, delle derrate alimentari e conseguentemente anche dell’inflazione”. Il pezzo prosegue citando Patrick Smith di Africa Confidential secondo cui “il conflitto tra Russia e Ucraina costituirebbe una preziosa occasione per i Paesi africani produttori di gas e di petrolio per concludere accordi e contratti con i paesi europei attualmente in cerca di alternative al gas russo”. Sempre secondo Patrick Smith è importante considerare anche l’impatto della crisi sul prezzo del grano e Tunisia, Egitto, Marocco, Libia e Algeria, che dipendono fortemente dal grano, potrebbero essere i primi ad essere toccati da questo gioco dell’offerta e della domanda che ne innalzerà i prezzi.

Cartografia dell’influenza russa in Africa

La RTBF offre un’analisi di Ghizlane Kounda con una cartografia dell’influenza russa sul continente africano. Le mappe a supporto dell’analisi raffigurano un’Africa divisa tra Stati che hanno stipulato un accordo di cooperazione militare con la Russia; Stati in cui sono presenti società militari private russe; Stati che hanno firmato un accordo di cooperazione nucleare con Mosca; e Stati con accordi agricoli, e investimenti minerari ed energetici russi.

L’articolo continua con un’intervista a Pilar Rangel, professore all’Università dell’Andalusia, che spiega come “la società di contractors Wagner si inserisce in paesi ricchi di materie prime e risorse primarie, ma destabilizzati, dove le strutture statiche e militari sono indebolite, in paesi che fanno fronte a gravi crisi politiche ed economiche e a problemi che il terrorismo e il crimine organizzato hanno accentuato”.

Per concludere la riflessione sulla sfera d’influenza russa in Africa si ripropone un articolo del dicembre 2020 di La Tribune, ancora attuale, che definisce i settori in cui la Russia si appoggia per reimpiantarsi economicamente nel continente africano. “I principali settori sono quello degli idrocarburi, quello minerario e della metallurgia, quello nucleare e infine quello informatico, bancario e agricolo”.

Jean-Léonard Touadi è funzionario FAO, docente di geografia dello sviluppo in Africa, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Foto di copertina EPA/JOHN THYS/POOL

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