Perché Italia e Algeria sono due alleati chiave nel Mediterraneo

Il viaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Algeria, per una visita di “cooperazione e amicizia”, è stato uno dei più importanti dall’inizio del suo mandato. Questo passaggio mostra quanto rilevante l’Algeria sia agli occhi dell’Italia. Accolta il 22 gennaio dal primo ministro algerino Aymen Benabderrahmane, Meloni ha incontrato il giorno successivo il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune.

La cooperazione Roma-Algeri

Italia e Algeria hanno firmato una dichiarazione congiunta e quattro protocolli d’intesa in diversi settori. Due di questi accordi coinvolgono la compagnia energetica algerina Sonatrach e l’italiana ENI, che hanno un rapporto di lunga data, e mirano a migliorare le reti di collegamento energetico tra Algeria e Italia, mentre il secondo è incentrato sulla cooperazione tecnologica per la riduzione del gas flaring, recupero e altre tecniche di riduzione delle emissioni.

Gli altri protocolli riguardano la cooperazione nelle attività spaziali a fini pacifici e la cooperazione economica, con un accordo formale raggiunto tra il Consiglio per il rinnovamento economico algerino (CREA) e la Confederazione economica e industriale italiana. Sebbene tutti questi nuovi accordi siano estremamente importanti, l’effettiva rilevanza di questa missione risiede nel suo valore geopolitico. L’Algeria, infatti, è vista come un elemento fondamentale nella strategia dell’Italia per la sua politica sul Mediterraneo allargato.

Una nuova partnership regionale

Intervenendo al Rome MED – l’appuntamento annuale sul Mediterraneo organizzato a Roma ogni dicembre dal ministro degli Esteri italiano Dialogues nel dicembre scorso – la premier Meloni aveva già annunciato l’intenzione di costruire una nuova partnership con i Paesi africani, sulla base di un “atteggiamento non predatorio ma collaborativo”. Questo approccio è apertamente ispirato alla figura di Enrico Mattei, fondatore dell’azienda italiana di idrocarburi Eni e considerato un “amico” dell’Algeria. Non è un caso che la presidente Meloni abbia fatto una sosta simbolica al giardino Enrico Mattei, nella zona di Hydra, vicino all’ambasciata italiana, inaugurato dal presidente italiano Sergio Mattarella durante la sua ultima visita in Algeria nel novembre 2021.

Questa visita arriva mentre alcuni osservatori parlano di un’ evoluzione delle relazioni economiche italiane nel Maghreb a favore del Marocco. Tuttavia, parlare di un ‘nuovo equilibrio’ è esagerato e un po’ fuorviante. Se la ricerca di relazioni più approfondite con l’Algeria non significa però che l’Italia non possa trovare un sano equilibrio tra i due storici rivali maghrebini, allo stesso tempo è evidente come l’Algeria sia considerata sempre più rilevante.

Algeri tra Mediterraneo e Sahel

Il crescente interesse di Roma nei confronti di Algeri va visto come parte di una visione geopolitica sistemica, condivisa dall’intero assetto politico e istituzionale italiano, e non è né legato a preferenze specifiche di un partito politico né risulta temporaneo e tattico. Si inserisce in una visione più ampia, che vede nell’Algeria un pilastro della stabilità regionale e, di conseguenza, come uno degli attori cruciali per la stabilità del Mediterraneo allargato, prima area di interesse geostrategico dell’Italia.

Inoltre, mentre l’aggressione russa all’Ucraina e la necessità dell’Italia di ridurre la propria dipendenza dall’approvvigionamento energetico russo avrebbero potuto accelerare questa tendenza, questa dinamica geopolitica era già in atto. L’interesse dell’Italia verso l’Algeria, infatti, non si limita all’energia, anche se questo dossier è estremamente rilevante. La discussione si è concentrata anche su una serie di altre questioni rilevanti, industria automobilistica, turismo, agricoltura, industria navale e altro. Nel complesso, la relazione bilaterale si sta dirigendo verso lo sviluppo di un partenariato strategico globale.

L’Italia considera l’Algeria un attore cruciale nel Maghreb e nel Sahel e la cui influenza può rivelarsi positiva anche per le relazioni italiane con una serie di altri paesi considerati fondamentali nei calcoli geopolitici di Roma, ad esempio Libia e Tunisia. Per quanto riguarda la prima, l’Italia e l’Algeria condividono un forte impegno per preservare l’unità del paese, sostenere il processo e il governo sostenuto dalle Nazioni Unite e impedire che la parte occidentale del paese cada nel caos. Quanto alla Tunisia, l’Algeria è il Paese che, attraverso la cooperazione su sicurezza ed economia, ha permesso alla Tunisia di reggersi in piedi dopo l’ondata di attentati terroristici del 2015 ed è probabilmente uno dei pochi Paesi – se non l’unico, al momento – con una reale capacità di influenzare la leadership tunisina rappresentata da Kais Saïed.

Inoltre, l’Italia vede l’Algeria come un attore fondamentale nel Sahel. La sua esperienza in materia di antiterrorismo, così come la conoscenza dei Paesi e dei leader regionali, fanno dell’Algeria un paese unico in tale contesto. L’Algeria è stata storicamente piuttosto riluttante a intervenire direttamente in questo spazio. Algeri è intervenuta diplomaticamente, come dimostrato dagli accordi di Algeri in Mali del 2015 (formalmente l’Accordo per la pace e la riconciliazione in Mali derivante dal processo di Algeri) ma coerentemente con il suo peculiare approccio di politica estera e la sua dottrina strategica isolazionista, non è mai intervenuta militarmente. Tuttavia, ci sono alcuni segnali che questo approccio stia cambiando.

Il valore geopolitico di Algeri

La revisione degli articoli 31 e 91 della costituzione algerina, pur non implicando un cambiamento radicale rispetto al passato, prevede ora chiaramente che il Presidente può inviare “unità dell’esercito all’estero” dopo aver ottenuto il consenso dei due terzi del Parlamento e le truppe algerine possono partecipare nelle missioni di mantenimento della pace all’estero. Inoltre, il recente forte aumento delle spese militari suggerisce anche che l’Algeria mira a diventare più forte da questo punto di vista, ed è anche disposta ad assumersi maggiori responsabilità.

In conclusione, l’Italia non vede il rapporto con l’Algeria solo attraverso la lente energetica e migratoria. Questa relazione è ora pronta a fare un ulteriore salto di qualità per diventare più completa, includendo altri settori, ad esempio la difesa. L’Algeria ha per l’Italia un valore geopolitico enorme, e questa rilevanza è riconosciuta in tutto lo spettro politico e istituzionale italiano. Il rapporto con Algeri è quindi considerato strategico per Roma e rappresenta uno dei pilastri della proiezione dell’Italia nel Mediterraneo allargato.

Foto di copertina ANSA/ CHIGI PALACE PRESS OFFICE/ FILIPO ATTILI

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