Potere e responsabilità: il nuovo ruolo di Frontex

L’aumento degli arrivi di migranti e richiedenti asilo ai confini esterni dell’Unione europea registrato nell’ultimo anno ha riportato al centro dell’attenzione il ruolo di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che ha il compito di assistere gli Stati membri nella gestione della frontiera esterna dell’Ue. I leader europei, così come la Commissione, non hanno mancato di rimarcarne l’importanza, anche durante l’ultimo Consiglio Europeo, alla luce della crescita degli arrivi irregolari.

In generale, negli ultimi anni l’Agenzia ha accresciuto le proprie responsabilità in svariati ambiti delle politiche migratorie europee, dalla gestione dei confini di terra e di mare ai rimpatri. Tuttavia, Frontex affronta questo momento di crescente esposizione dopo aver attraversato un grave scandalo nel 2022, che ha portato alle dimissioni del suo direttore Fabrice Leggeri.

Il contesto: l’aumento dei richiedenti asilo nel 2022

Gli Stati membri dell’Ue hanno ricevuto nel corso del 2022 circa 960 mila richieste di asilo – oltre ad accogliere oltre 4 milioni di profughi ucraini. Un aumento di circa il 50% rispetto all’anno precedente, che porta le richieste d’asilo ai livelli più alti dal 2016. Principalmente, le richieste vengono depositate in Germania (243 mila), Francia (156 mila), Spagna (117 mila) e Austria (101 mila). L’Italia ha ricevuto invece circa 75 mila richieste. Nel frattempo, anche in concomitanza con le politiche del governo Meloni, l’Italia ha riportato sul tavolo dei leader europei il tema degli arrivi irregolari attraverso il Mediterraneo Centrale, che nel 2022 hanno raggiunto i livelli più alti dal 2017.

Un altro fronte quasi completamente ignorato in Italia, ma molto pressante in Europa, riguarda la cosiddetta rotta balcanica. Secondo i dati di Frontex, nel 2022 si sono registrati circa 145 mila ingressi irregolari attraverso i Balcani Occidentali, in aumento del 136% rispetto al 2021. Già dallo scorso autunno, l’Ue ha quindi richiamato i Paesi della regione a una maggiore collaborazione, richiedendo in particolare l’allineamento delle politiche sui visti di paesi come la Serbia per disincentivare le partenze verso il confine Ue. In generale, su questo e altri fronti – come quello del Mediterraneo caldeggiato dall’Italia – l’Ue si sta muovendo in una direzione sempre più restrittiva. È qui che entra in gioco Frontex.

Un’Agenzia sempre più coinvolta

Il coinvolgimento sempre più profondo di Frontex nelle politiche migratorie europee non è una novità di questi mesi. Il Nuovo Patto sulle Migrazioni e l’Asilo promosso dalla Commissione Europea nel 2020 propone infatti un ruolo di spicco per l’Agenzia, chiamata ad esempio a supportare gli Stati membri anche sul tema dei rimpatri dei migranti irregolari verso i paesi di origine. Il ruolo di Frontex è sottolineato anche dall’invito rivolto all’Agenzia – contenuto nel nuovo Piano per la Rotta del Mediterraneo Centrale – ad approfondire il tema delle operazioni di ricerca e salvataggio operate dalle ong nel Mediterraneo. Sul fronte dei salvataggi in mare è tuttavia evidente come la demarcazione delle responsabilità fra Frontex e le autorità nazionali non sia ancora del tutto efficace, come dimostrato dal tragico naufragio di Cutro.

Un altro aspetto su cui il ruolo di Frontex si sta approfondendo riguarda i rapporti con i Paesi terzi, per rafforzarne le capacità in materia di controlli ai confini e gestione dei movimenti migratori. Frontex sottolinea di aver già siglato accordi di lavoro con le autorità competenti in materia di migrazioni in 18 Stati extra-Ue: spiccano alcuni paesi africani, come la Nigeria, ma soprattutto alcuni paesi della regione dei Balcani Occidentali, fra cui Albania (2018), Montenegro (2019), Serbia (2019) e Bosnia ed Erzegovina (accordo raggiunto nel 2017, ma mai ratificato). Sulla base di questi accordi, Frontex ha inviato oltre 300 funzionari per collaborare con le autorità nazionali nella gestione del confine fra questi paesi e l’Ue.

A fronte della crescita degli arrivi nel 2022, gli accordi con i Paesi balcanici stanno però andando incontro a una revisione, anche alla luce del mandato rafforzato di Frontex, che ne ha accresciuto ulteriormente le capacità di collaborazione con partner esterni. Lo scorso ottobre, la Commissione ha raccomandato al Consiglio di dare mandato all’Agenzia di aprire i negoziati per accordi rafforzati con Albania, Serbia, Montenegro e Bosnia ed Erzegovina. Si tratta di uno sviluppo strategico per rafforzare i controlli di Frontex in questi Paesi, che fa seguito alla firma di due accordi di nuova generazione fra l’Agenzia e altri due Stati, Moldova e Macedonia del Nord.

Sulla base di queste nuove intese, infatti, Frontex potrà disporre il proprio personale anche al confine fra il paese firmatario e gli Stati confinanti, e non solamente alla frontiera esterna dell’Ue, come accaduto sinora con i vecchi accordi. In più, le forze dell’Agenzia disporranno di poteri esecutivi, un’altra novità rispetto al precedente mandato. Il Parlamento europeo ha recentemente approvato l’accordo con la Macedonia del Nord, richiedendo però una particolare attenzione al rispetto dei diritti umani dei migranti nell’implementazione dello stesso.

Poteri e responsabilità

Si tratta di un tasto dolente per l’Agenzia, le cui pratiche nella gestione dei confini esterni sono state oggetto di aspre critiche. Nell’aprile 2022, un’inchiesta giornalistica internazionale ha portato alla luce la collaborazione di Frontex ai respingimenti illegali – e talvolta violenti – di richiedenti asilo condotti dalle autorità greche al confine con la Turchia fra marzo 2020 e settembre 2021. Le accuse sono state confermate dall’Ufficio Anti-Frode dell’UE, che ha portato alla luce casi di copertura da parte dell’Agenzia di queste pratiche illegali. Lo scandalo ha portato alle dimissioni del Direttore di Frontex, Fabrice Leggeri.

Il nuovo responsabile dell’Agenzia, Hans Leijtens, è entrato in carica a marzo. Leijtens ha promesso maggiore attenzione ai diritti umani, a partire dagli accordi con Paesi terzi come quelli dei Balcani, e importanti riforme interne all’Agenzia per rafforzarne il sistema di tutele. Una prima prova di questo impegno sarà costituita dal nuovo accordo con la Grecia per aumentare il numero di rimpatri dei migranti irregolari. Un procedimento che, secondo la Commissione, dovrà svolgersi nel pieno rispetto dei diritti umani e con l’introduzione di precisi sistemi di monitoraggio.

Il ruolo di Frontex si sta dunque rafforzando sia nell’assistenza degli Stati membri, sia nella cooperazione con i paesi terzi, come quelli dei Balcani Occidentali. La direzione è chiara: ridurre gli arrivi irregolari verso l’Ue. L’Agenzia deve però dimostrare di essersi lasciata alle spalle le pratiche di respingimento degli ultimi anni e adeguare gli standard del proprio operato alle grandi responsabilità che ha ricevuto.

Foto di copertina EPA/Marcin Obara POLAND OUT

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