Taiwan cerca alleati e certezze in America Latina

Lo scorso 31 marzo un tappeto rosso steso su una base militare a Guatemala City ha accolto una delegazione diplomatica del governo autonomo taiwanese venuta a mostrare “l’impegno di Taiwan per libertà e democrazia” in Guatemala e Belize.

La presidente taiwanese Tsai Ing-wen, nel suo primo viaggio dallo scoppio della pandemia, ha visitato i due stati del Centro America che, con alcune isole caraibiche, riconoscono Taipei come sovrana e indipendente. Durante lo scalo della delegazione negli Stati Uniti, Tsai ha incontrato lo speaker della Camera Kevin McCarthy, e Pechino ha risposto militarmente a quello che considera un atto provocatorio. In Guatemala, Tsai ha trovato il supporto dell’omologo Alejandro Giammattei, che ha ribadito il sostegno “immutabile” del suo paese alle aspirazioni di sovranità dell’isola, che considera “l’unica vera Cina”. La delegazione di Taipei ha poi visitato un ospedale costruito con 22 milioni di dollari di aiuti taiwanesi. Giammattei ricambierà la visita a fine aprile.

Anche in Belize, dove Tsai ha proseguito il suo viaggio dal 2 al 4 aprile, la delegazione taiwanese è stata accolta a braccia aperte. Il primo ministro locale Johnny Briceño ha ringraziato Taiwan per gli investimenti in settori chiave per lo sviluppo del suo paese, tra cui programmi agricoli e un ospedale da 16,5 milioni di dollari. Anche in occasione di questa visita in America Latina, Taiwan si è detta pronta a soddisfare le richieste economiche degli alleati, proponendo cooperazione “dall’agricoltura alla sanità pubblica, dall’economia digitale alla sicurezza delle supply chains”.

Gli interessi della Cina

Il viaggio di Tsai avviene in un momento delicatissimo per le relazioni tra America Latina e Taiwan. Pochi giorni prima, l’Honduras aveva rotto con Taipei per stabilire rapporti diplomatici con Pechino. Il governo di Tegucigalpa ha spiegato la scelta come frutto di “pragmatismo e non ideologia”. Pur non essendo chiaro se una precedente negoziazione per aiuti da Taiwan fosse fallita, l’Honduras ha aperto una linea di credito con la Cina per la costruzione di una diga idroelettrica, finanziata dal governo cinese.

Un esempio lampante della strategia che Pechino persegue da decenni in America Latina, con il duplice obbiettivo di minimizzare la rete diplomatica di Taiwan e finanziare infrastrutture nel continente per facilitare l’accesso alle risorse naturali. Dall’elezione di Tsai nel 2016 nove paesi hanno rotto con Taiwan, mentre dal 2005 la Cina ha investito più di 130 miliardi di dollari nella regione, con le relazioni commerciali che toccheranno i 700 miliardi nel 2035. Una strategia d’influenza considerata positiva dalla maggioranza dei cittadini latinoamericani. Ora, con la decisione dell’Honduras, che ha seguito quelle di El Salvador, Nicaragua, Panama, Costa Rica e Repubblica Dominicana, gli alleati di Taiwan nel mondo sono scesi a tredici.

Elezioni decisive

Con la Cina sempre più aggressiva nello stretto di Taiwan, il destino dell’isola e della pace nell’Indo-Pacifico potrebbe passare da due tornate elettorali in paesi da 6 e 17 milioni di abitanti dall’altra parte del mondo. In Paraguay, dove si vota il 30 aprile, Taiwan è entrata nel vivo del dibattito elettorale tra Sebastian Peña, leader del Partido Colorado al governo, e Pedro Efraín Alegre, del partito di centro-sinistra PLRA. Durante i 66 anni di relazioni tra Asuncion e Taipei, dopo la dittatura finita nel 1989 hanno quasi sempre governato i Colorados di destra, storici alleati dell’isola. Peña guida la corrente dell’ex presidente Horacio Cartes, che nel 2017 ha tentato di cambiare la costituzione per estendersi il mandato, fatto che favorisce l’opposizione di Efraín. Quest’ultimo ha dichiarato che una volta eletto riconoscerebbe Pechino: “Taiwan non sta facendo abbastanza e il Paraguay sta sacrificando molto per questa relazione. Dobbiamo scegliere chi ci offre le condizioni migliori”. È una mossa di campagna elettorale che guarda alle lobby dei produttori di carne e soia, che vogliono aumentare le esportazioni con la Cina.

Taiwan vanta comunque milioni di investimenti nel Paese, tra infrastrutture e università. Si voterà invece il 25 giugno in Guatemala, dove Giammattei non può correre per la rielezione. Come ha spiegato un ex ministro del Guatemala, la relazione con Taiwan è un modo di entrare nelle grazie degli Stati Uniti, in un periodo di rapporti difficili dovuti alla corruzione dilagante nel paese centroamericano.

Il futuro di Taiwan in America Latina

La situazione diplomatica di Taiwan in America Latina e nel mondo sembra sempre più appesa a un filo. Il continente sudamericano ha virato a sinistra, e i Paesi di questa nuova marea rosa che Lula tenta di guidare sembrano sempre più favorevoli a Pechino. Anche ammesso che entrambi i candidati schierati con Taipei la spuntassero alle urne, per Taiwan restano in ballo una questione economica e una politica. In primo luogo, ora che il dibattito elettorale è aperto e dopo i recenti esempi di Nicaragua e Honduras, gli alleati sono nella posizione di chiedere a Taiwan più risorse. Richieste che la Cina sarebbe disponibile a soddisfare in cambio di una chiusura diplomatica con Taipei. Queste relazioni internazionali – nelle parole di Efraín “vincolate agli interessi dei popoli” – peggiorano sempre di più con l’immobilismo degli Stati Uniti nella regione, che non investe e commercia quanto altri attori in America Latina.

Politicamente, mantenendo lo status quo resterebbero alleate di Taiwan due forze politiche con evidenti problemi rispetto ai valori di libertà e democrazia che Taipei vuole incarnare agli occhi del mondo. Per Taiwan sarebbe sempre più difficile esportare la sua narrazione avendo come “partner democratici” i leader di una corrente semi-golpista in Paraguay e di una che incarcera gli oppositori in Guatemala. Se invece queste due elezioni togliessero altri alleati a Taiwan, diminuirebbero ulteriormente le carte dell’occidente per supportare le istanze democratiche dell’isola. Senza contare che nel 2024 si voterà nella stessa Taiwan (oltre che negli Stati Uniti), e che uno dei due partiti in corsa vuole avvicinarsi alla Cina.

Foto di copertina EPA/SECRETARIAT OF COMMUNICATION GUATEMALAN PRESIDENCY

Ultime pubblicazioni