La salute è un fattore chiave per lo sviluppo umano. Non è un caso che, tra i parametri che il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) utilizza per calcolare l’indice di sviluppo umano di un Paese, la salute sia al primo posto insieme all’educazione. Quest’indice riguarda infatti la “ricchezza della vita umana” di un Paese, il cosiddetto capitale umano, invece di riferirsi unicamente alla ricchezza economica.
L’importanza della salute negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
Ma la salute è essenziale anche per i progressi in altre aree, come l’istruzione e l’occupazione. Essa è un indicatore precoce e drammatico della performance di altri obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Da un lato, i fattori socio-economici (genere, istruzione, reddito, occupazione, ambiente di lavoro e di vita e qualità dei servizi sociali e sanitari) hanno una forte influenza sulla salute degli individui e delle comunità. Dall’altro, se il benessere fisico, mentale e sociale non è assicurato, la partecipazione allo sviluppo socio-economico di una comunità o di un intero Paese è seriamente compromessa – ne è indicativo l’esempio della pandemia AIDS, prima dell’arrivo degli antiretrovirali.
La salute del mondo ha compiuto alcuni progressi negli ultimi vent’anni, grazie agli sforzi dei Paesi più poveri e della comunità internazionale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Essa ha contribuito alla crescita economica di molti Paesi, migliorando l’accesso all’assistenza sanitaria, alla prevenzione, ai trattamenti e ai programmi di cura, determinando così un aumento dell’aspettativa di vita. Tuttavia, permangono e continuano ad aggravarsi differenze inaccettabili tra i Paesi industrializzati e i cosiddetti Paesi in via di sviluppo.
L’Italia potrà occuparsi di salute con il Piano Mattei e il G7
Per questi motivi, l’attenzione alla salute globale nel Piano Mattei – che ha una sincera volontà di sviluppo per i Paesi africani – sarà particolarmente importante, dato il riconoscimento del ruolo critico della salute per lo sviluppo e la sicurezza globali. Promuovere politiche efficaci per combattere la povertà e la fame e il ruolo della cooperazione bilaterale alla promozione della salute può migliorare la stabilità regionale, affrontando le insicurezze sanitarie che ostacolano lo sviluppo economico ed eventualmente mitigando i fenomeni migratori. Ampliare l’accesso alla protezione sociale e ai servizi di base (ad esempio l’accesso all’acqua pulita), nonché l’inclusività e il sostegno alle popolazioni vulnerabili, dovrebbero riflettere un approccio integrato che riconosca l’interdipendenza tra salute, pace e sicurezza. Uno dei motivi “forti” che dovrebbero spingere la salute a far parte del Piano Mattei è che l’Italia è nota in Africa come grande portatrice di sanità, attraverso la sua Cooperazione allo Sviluppo e le innumerevoli Organizzazioni non governative e del terzo settore che operano in quei Paesi da anni.
Anche il vertice G7 italiano del 2024 rappresenta una grande opportunità. In collaborazione con i Paesi non appartenenti al G7 e con le Organizzazioni Internazionali – quali il Fondo Globale (GTFAM), il GAVI, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Unitaid e il Fondo per le Pandemie della Banca Mondiale (che lavora per far progredire la preparazione e la risposta alle pandemie) – il foro fornirà piattaforme strategiche per affrontare le sfide critiche per la salute, a partire dall’operatività dell’approccio One Health, per rimodellare l’architettura della salute globale. Le eredità delle ultime tre presidenze del G7 hanno dato forma a nuove politiche sanitarie globali, gettando le basi per iniziative innovative nel settore. La Presidenza italiana può contribuire alla loro realizzazione.
La salute globale come priorità per la sicurezza internazionale
Per il G7 e la più ampia comunità internazionale, l’imperativo è approfondire l’impegno sulla salute globale come priorità strategica, considerando ogni intervento sanitario come un passo non solo verso l’abbattimento del peso di molte malattie, ma anche come garanzia di sicurezza. Le prove sono convincenti, i precedenti sono chiari e gli imperativi morali e strategici sono netti. Si tratta di un invito a trasformare la diplomazia della salute da strumento di soft power a pietra angolare della stabilità globale.
Il panorama geopolitico del XXI secolo è plasmato da numerose forze, ma poche sono potenti e pervasive come la salute. Il G7 e gli attori internazionali devono rendersi conto che la salute globale non è una preoccupazione periferica, ma un asse centrale attorno al quale girano le ruote della sicurezza e del progresso. L’impegno della comunità internazionale e del G7 italiano nel promuovere iniziative in questo settore determinerà non solo i risultati di benessere delle popolazioni, ma anche il tenore stesso delle relazioni internazionali e le prospettive di pace nel mondo negli anni a venire.