Le sfide della nuova governance globale

Già da qualche anno, un contesto internazionale multipolare e instabile, era caratterizzato da crisi, tensioni e sfide ricorrenti. E le regole e le istituzioni internazionali preposte alla sua governance erano oggetto di una diffusa contestazione. La guerra in Ucraina, con la clamorosa violazione da parte della Russia di valori e principi fondanti dei rapporti fra Stati, come il rispetto della sovranità e integrità territoriale, ha accentuato questa crisi dell’ordine internazionale. Ed è destinata a riproporre in prospettiva il tema di come ripristinare regole condivise in materia di sicurezza e cooperazione internazionale nelle risposte alle sfide globali.

L’Occidente ha risposto in maniera solidale e unitaria alla aggressione della Russia con la condanna senza condizioni, con l’assistenza all’Ucraina vittima della aggressione, con le sanzioni nei confronti dell’aggressore. E, anzi, proprio grazie alla reazione all’invasione russa dell’Ucraina l’Occidente ha ritrovato la sua ragion d‘essere e ha recuperato una compattezza che non era da considerare come scontata. Gli esiti della recente sequenza di vertici della Ue, del G7, della Nato hanno confermato che queste organizzazioni, che con diversi compiti, responsabilità e composizioni in qualche modo rappresentano l’Occidente, sono in grado di fornire risposte alle sfide di questa congiuntura, naturalmente ciascuna per le sue competenze.

Non altrettanto si può dire della reazione di altri protagonisti sulla scena internazionale che l’Occidente non è riuscito a coinvolgere nella linea di fermezza e di condanna della aggressione della Russia. Troppi paesi, anche importanti, hanno preferito non schierarsi esplicitamente, malgrado in questa circostanza fosse in gioco una violazione clamorosa di regole e principi che dovrebbero esser considerati come irrinunciabili dall’intera comunità internazionale.

Oggi l’impegno prioritario della comunità internazionale deve concentrarsi sulla necessità di far cessare il conflitto in Ucraina. Senza sacrifici intollerabili per il paese aggredito e senza quei vantaggi per l’aggressore che possano far ritenere che certi comportamenti siano tollerabili. Ma oltre alla ricerca di una soluzione del conflitto, si dovrà però anche  recuperare, su un piano più generale, la strada del dialogo e della cooperazione. In primis in Europa, dove occorre garantire che la guerra in Ucraina non faccia perdere di vista l’obiettivo di un rilancio della crescita sostenibile, all’insegna della transizione energetica e digitale, e dell’inclusività sociale, magari nel contesto, in una prospettiva di medio termine, della realizzazione di una architettura condivisa di sicurezza.

Ma più in generale nel mondo, dove le sfide delle crisi e tensioni locali, di uno sviluppo equo e sostenibile, del cambiamento climatico, del contrasto delle pandemie, della gestione ordinata dei flussi migratori richiederanno un rilancio della cooperazione interazionale.

Questo articolo è apparso sul quotidiano La Stampa il 5/7/2022

Foto di copertina EPA/Thomas Lohnes

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