La Cina introduce nuove norme sul controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso

Il 19 ottobre 2024, il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha promulgato il nuovo Regolamento sul controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso, che entrerà in vigore il 1° dicembre 2024, segnando un passo significativo negli sforzi della Cina per salvaguardare la propria sicurezza nazionale e rafforzare la cooperazione globale in materia di non proliferazione delle armi di distruzione di massa.

La nuova normativa consolida quella esistente sui prodotti a duplice uso e mira a regolamentare l’esportazione di beni, tecnologie e servizi che possono essere utilizzati sia per scopi civili sia militari. Gli esportatori sono obbligati a richiedere licenze al Ministero del Commercio (MOFCOM) per i prodotti a duplice uso inclusi nella “Lista di Controllo” o soggetti a misure di “Controllo Temporaneo”. Inoltre, il regolamento conferisce alle autorità di regolamentazione cinesi il potere di applicare un controllo extraterritoriale su determinate attività al di fuori della Cina.

I prodotti a duplice uso sono definiti come beni, tecnologie e servizi (inclusi materiali tecnici e altri dati correlati) che hanno applicazioni sia civili sia militari, o che contribuiscono a migliorare le capacità militari, specialmente quelli che possono essere utilizzati per progettare, sviluppare, produrre o utilizzare armi di distruzione di massa e i relativi mezzi di lancio.

Queste misure arrivano in un momento di crescente rivalità tecnologica con l’Occidente e di preoccupazione per la sicurezza nazionale cinese.

La Cina e il controllo delle esportazioni

Il sistema cinese di controllo delle esportazioni è iniziato negli anni ’90. Nel 1992, la Cina ha aderito al Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) e, due anni dopo, ha pubblicato la sua prima normativa sul controllo delle esportazioni. In questo periodo, l’obiettivo principale era adempiere agli obblighi di non proliferazione ed evitare la diffusione di armi di distruzione di massa. La sicurezza nazionale era considerata un obiettivo politico secondario.

Un punto di svolta significativo è stato il 2020, con l’introduzione della prima Legge sul Controllo delle Esportazioni, che ha unificato le norme fino ad allora frammentate. In questa legge fondamentale, la “sicurezza nazionale” è stata elevata a priorità assoluta, mentre l’obiettivo della non proliferazione è passato in secondo piano. Da allora, i controlli sulle esportazioni cinesi sono stati utilizzati più frequentemente come contromisure alle sanzioni statunitensi, insieme ad altre normative come la “Legge contro le sanzioni straniere” e il “Regolamento sull’elenco delle entità non affidabili”.

Cosa stabilisce il nuovo regolamento?

Il nuovo regolamento è composto da sei capitoli e 50 articoli. In risposta all’evoluzione delle dinamiche di sicurezza internazionale e ai progressi tecnologici, punta a risolvere i rischi di uso improprio dei prodotti a duplice uso, che rappresentano potenziali minacce per la sicurezza nazionale cinese. Le attività di esportazione soggette alla normativa includono:

  • La trasferenza di prodotti a duplice uso dal territorio cinese verso l’estero.
  • La fornitura di prodotti a duplice uso da parte di cittadini o organizzazioni cinesi a entità o individui stranieri.
  • Il trasporto di prodotti a duplice uso che passa attraverso la Cina da e verso territori stranieri.
  • La riesportazione di prodotti a duplice uso.
  • Il trasferimento di prodotti a duplice uso da zone speciali di supervisione doganale verso l’estero.

Secondo il nuovo regolamento, i prodotti soggetti a controllo rientrano in due categorie principali: quelli inclusi nella Lista di Controllo dei prodotti a duplice uso e quelli soggetti a misure di Controllo Temporaneo, approvate dal MOFCOM e dal Consiglio di Stato. Il controllo temporaneo può essere imposto su beni, tecnologie o servizi non presenti nella lista ufficiale per un massimo di due anni (rinnovabili due volte per periodi di massimo due anni ciascuno).

Uno dei cambiamenti più rilevanti riguarda la semplificazione del processo di rilascio delle licenze, con procedure più chiare e trasparenti. Le aziende esportatrici dovranno ora fornire dettagli specifici sugli utenti finali e sull’uso previsto dei prodotti esportati, riducendo il rischio di utilizzi non autorizzati o militari.

Il mancato rispetto della normativa può portare a multe fino a 3 milioni di RMB (circa 400.000 dollari) e a restrizioni future nella richiesta di licenze. Le aziende con violazioni gravi negli ultimi cinque anni non potranno richiedere licenze generali o ottenere certificati di esportazione. Inoltre, il MOFCOM potrà revocare le licenze già concesse, paralizzando le attività di esportazione fino al ripristino della conformità.

Sicurezza nazionale e competitività con l’Occidente

Il regolamento è paragonabile all’Export Administration Regulations (EAR) statunitense, utilizzato per limitare le esportazioni di tecnologia avanzata, come i semiconduttori, verso la Cina. I funzionari cinesi hanno sottolineato che l’obiettivo non è ostacolare il commercio globale, ma garantire la sicurezza nazionale e creare un ambiente commerciale prevedibile.

Un elemento chiave del nuovo regolamento è la possibilità per il MOFCOM di applicare norme extraterritoriali ai prodotti a duplice uso che contengono componenti cinesi, utilizzano tecnologie cinesi durante la produzione e sono specificamente originari della Cina. Questa disposizione è paragonabile alla “regola del de minimis” e alla “regola del prodotto diretto estero (PED)” degli Stati Uniti, utilizzate per controllare beni prodotti all’estero contenenti tecnologia o componenti statunitensi. Tuttavia, la versione cinese utilizza una formulazione vaga, lasciando ampi margini di discrezionalità al governo.

Il nuovo regolamento mira principalmente a rafforzare la sicurezza nazionale, promuovere la cooperazione globale nella non proliferazione e migliorare la supervisione delle esportazioni di prodotti a duplice uso.

Nonostante l’intento dichiarato di allinearsi agli standard internazionali, il regolamento rappresenta anche un tentativo strategico della Cina di controllare tecnologie chiave per mantenere un vantaggio competitivo rispetto all’Occidente.

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