Pubblichiamo di seguito il discorso di apertura del Seae Josep Borrell alla Conferenza Ue sulla non proliferazione e il disarmo del 6 dicembre 2021
Eccellenze, Signore e Signori,
È un piacere darvi il benvenuto, a nome dell’Alto Rappresentante, alla decima Conferenza annuale dell’Ue sulla non proliferazione e il disarmo. Permettetemi di esprimere la mia gratitudine al Consorzio per la non proliferazione e il disarmo dell’Ue per aver organizzato questo evento, riunendo una varietà di diplomatici, accademici, rappresentanti della società civile e altri partecipanti. La pandemia in corso ci impedisce ancora una volta di discutere di persona. Fortunatamente, però, questa conferenza, pur in un formato virtuale, ci dà la possibilità di affrontare una serie di sfide nel campo della non proliferazione, del disarmo e del controllo degli armamenti.
L’Europa è in pericolo, come ho scritto nella prefazione alla Bussola Strategica. Diversi sviluppi testimoniano il ritorno della politica di potenza e di una mentalità a somma zero. Il contesto geopolitico è sempre più complesso, multipolare e instabile, e anche il rispetto per l’ordine internazionale basato sulle regole si è venuto indebolendo.
Vediamo diverse potenze regionali che cercano sempre più di influenzare il loro ambiente circostante. Queste potenze regionali non condividono necessariamente il nostro stesso rispetto per il diritto internazionale e per l’ordine multilaterale. Con una varietà di mezzi, cercano di perseguire i loro interessi nazionali diretti. Mentre potrebbero tentare la via diplomatica per raggiungere i loro scopi, non esitano a ricorrere a attacchi cibernetici, guerre ibride, o anche operazioni militari o guerre per procura. Questi sviluppi stanno avvenendo in tutto il mondo, anche alle porte dell’Europa. Non c’è dubbio, la politica di potenza è di nuovo in auge.
Cosa significano concretamente questi pericolosi sviluppi per l’area della non proliferazione, del disarmo e del controllo degli armamenti? Nessuno vuole assistere a una nuova corsa agli armamenti nucleari. Nessuno vuole che attrezzature e tecnologie sensibili finiscano nelle mani dei terroristi. Nessuno vuole che l’intelligenza artificiale prenda il controllo delle guerre del futuro. Tuttavia, queste cose possono accadere, se la comunità internazionale non si impegna collettivamente per affrontare queste sfide. L’attuale quadro multilaterale della non proliferazione e del disarmo è stato accuratamente costruito negli ultimi decenni. È un quadro delicato, che deve essere costantemente affinato e corroborato. Richiede un rafforzamento della fiducia politica. E richiede innovazione per stare al passo con le nuove sfide. Senza un’attenzione adeguata, i rischi sono enormi, e sono reali.
L’Ue prende sul serio la sua responsabilità e investe capitale politico e umano, oltre a finanziamenti effettivi, nel mantenimento del quadro multilaterale per la non proliferazione e il disarmo. In tutte le riunioni degli organi per il rispetto dei trattati, le riunioni dei forum delle Nazioni Unite per il disarmo, e di altre organizzazioni di sicurezza a carattere regionale, l’Ue si esprime a favore dei suoi principi fondanti. Questi includono un approccio multilaterale alla sicurezza, compresi la non proliferazione e il disarmo, un forte sostegno alla verifica e all’osservanza del rispetto dei trattati, e un impegno per controlli delle esportazioni coordinati a livello internazionale. L’Ue collabora strettamente con i partner che condividono questi principi.
Allo stesso tempo, la nostra politica sul disarmo non esiste nel vuoto. È collegata ad altre politiche che affrontano le cause profonde dell’instabilità. Dobbiamo continuare a investire nella mediazione, nello sviluppo sostenibile, nell’affrontare la disuguaglianza globale e nel rispetto dei diritti umani, come prerequisiti per allentare le tensioni internazionali e regionali. Le misure di rafforzamento della fiducia e la trasparenza negli armamenti possono aiutare enormemente ad allontanare le minacce alla sicurezza internazionale. Quando le nazioni sanno di trovarsi in una regione stabile c’è meno bisogno di armarsi, diminuisce il rischio di incidenti di sicurezza o di fraintendere le motivazioni altrui. Mantenere aperti tutti i possibili canali di comunicazione tra rivali è essenziale per mantenere la pace.
Vengo ora ad alcuni settori specifici della non proliferazione e del disarmo, al fine di evidenziare alcune delle azioni concrete dell’Ue.
La pandemia in corso ha dimostrato molto concretamente quanto sia essenziale la non proliferazione delle armi biologiche per la pace e la sicurezza globale. Gli incidenti biologici, che siano di origine naturale o artificiale, accidentali o intenzionali, possono sconvolgere completamente le nostre vite e creare il caos globale. L’Ue è quindi un sostenitore di lunga data del rafforzamento della biosicurezza a livello globale attraverso il sostegno alla Convenzione sulle armi biologiche, che è la pietra angolare degli sforzi internazionali per impedire che le malattie vengano usate come arma. Alla prossima nona conferenza di revisione della Convenzione sulle armi biologiche, l’Ue chiederà il rafforzamento della Convenzione e la sua piena attuazione.
Risale a più di 100 anni fa il primo uso su vasta scala di armi chimiche. Accadde sui campi di battaglia di Ypres, non lontano da Bruxelles. Oggi esiste una norma internazionale che proibisce l’uso di sostanze chimiche come armi. Eppure, alcuni continuano a usare i prodotti chimici come armi. L’Ue rimane fra i più forti sostenitori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. L’Opcw, in quanto organizzazione imparziale composta da professionisti, deve essere in grado di condurre le necessarie missioni di accertamento dei fatti e le indagini. Politicizzare l’Opcw e il suo lavoro non è nell’interesse di nessuno e, alla fine, mina la nostra norma concordata a livello globale. La comunità internazionale ha la responsabilità di assicurare che la giustizia faccia il suo corso, per il bene delle vittime e per rafforzare la pace e la sicurezza globale. Coloro che usano ancora queste orribili armi devono essere chiamati a risponderne.
Sostenere e preservare il trattato di non proliferazione rimane una priorità chiave della politica estera dell’Ue. L’Ue sostiene con forza tutti e tre i pilastri del trattato – non proliferazione, disarmo nucleare e uso pacifico dell’energia nucleare. Siamo fieri di aver sostenuto le conferenze regionali svoltesi in preparazione della conferenza di riesame del trattato di non proliferazione del prossimo gennaio. Attraverso un intenso impegno diplomatico, sostenuto da progetti finanziati dall’Ue, stiamo anche promuovendo i vari strumenti dell’architettura della non-proliferazione e del disarmo.
Sono lieto che i rappresentanti di tutti i membri del P5 siano presenti oggi. Sono curioso di ascoltare durante la prima tavola rotonda come i membri permanenti del Consiglio di sicurezza intendano contribuire concretamente a tutti e tre i pilastri del trattato. Incoraggiamo anche i membri del P5 a sostenere e impegnarsi in discussioni sostanziali sulla stabilità strategica e la riduzione degli arsenali esistenti. Inoltre, l’Ue rimane pienamente impegnata e continua a sostenere l’accordo nucleare con l’Iran (Jcpoa). Vanno intensificati gli sforzi per sostenere le norme internazionali e per promuovere la trasparenza e le misure per il rafforzamento della fiducia.
Gli sviluppi tecnologici, come l’uso diffuso dell’intelligenza artificiale, hanno un impatto sui mezzi e i dispositivi militari. Questi sviluppi possono avere effetti dirompenti sulla pace e la sicurezza internazionale. I sistemi d’arma autonomi potrebbero avere un impatto duraturo sulla guerra nel suo complesso. Sono necessarie discussioni e ulteriori riflessioni sull’impatto delle nuove tecnologie sulla pace e la sicurezza globale. Questo è il motivo per cui il Seae (Servizio europeo azione esterna), insieme agli Stati membri, si è impegnato in una serie di riunioni informali di esperti sul tema. Dovremo seriamente considerare come il disarmo, il controllo delle armi e i meccanismi di controllo delle esportazioni possano essere utilizzati per gestire i cambiamenti tecnologici sempre più rapidi nel settore militare che influenzeranno i modi in cui le guerre saranno combattute nei decenni a venire.
Infine, una parola sulle armi convenzionali, che spesso sono trattate marginalmente quando si parla di disarmo e controllo delle armi. È facile dimenticare che le armi convenzionali, comprese le armi leggere e di piccolo calibro, causano più vittime delle armi di distruzione di massa: ogni anno si contano oltre 500.000 morti per violenza armata, secondo Small Arms Survey. L’Ue sostiene gli sforzi per contrastare i trasferimenti illeciti delle armi, garantirne uno stoccaggio sicuro e integrare le considerazioni di genere nell’elaborazione di nuovi progetti relativi alla lotta contro la violenza armata e al controllo delle Salw. Inoltre, l’Ue dispone di rigorosi controlli sulle esportazioni, incluse misure più incisive per la trasparenza.
L’Ue rimane una convinta sostenitrice del Programma d’azione delle Nazioni Unite e del suo Strumento internazionale per il tracciamento, nonché del Trattato sul commercio delle armi, di cui promuove attivamente l’universalizzazione e l’effettiva attuazione.
L’Ue è multilaterale e multi-stakeholder nella sua essenza. Molti degli argomenti che ho toccato sono di natura altamente tecnica, e non tutti i diplomatici sono esperti di nucleare o di chimica. Pertanto, soprattutto in questo settore della diplomazia multilaterale, è importante che vi siano frequenti scambi di opinione con il mondo accademico e i think tank. Gli esperti di scienze naturali e sociali possono metterci in guardia, aiutarci a identificare nuove sfide, proporre anche nuove soluzioni creative per aiutare a proteggere la pace e la sicurezza internazionale. Questa è una delle ragioni per cui l’Ue ha sostenuto negli ultimi 10 anni il Consorzio Ue per la non proliferazione e il disarmo, e la sua rete di oltre 100 think tank e università europee associate.
Quando cerchiamo di prevenire nuove corse agli armamenti – che siano nucleari, convenzionali o che coinvolgano nuove tecnologie – il dialogo con i nostri partner globali è essenziale. Costruire la fiducia è più facile quando ci si guarda negli occhi direttamente, nella vita reale. Per ora, dovremo accontentarci a collegarci attraverso gli schermi. L’importante è che noi, diplomatici di tutto il mondo, esperti, accademici, ricercatori, restiamo connessi. È in riunioni come questa che possiamo esplorare interessi coincidenti, fare il punto sulle sfide che tutti noi dobbiamo affrontare e cercare soluzioni per risolverle.
Vi auguro una discussione fruttuosa e aperta, con l’obiettivo collettivo di aumentare la sicurezza internazionale, garantire la non proliferazione e promuovere il disarmo.
Foto di copertina EPA/JULIEN WARNAND