Gli occhi di Putin sulla crisi politica italiana

I leader russi guardano chiaramente con interesse alla crisi politica italiana. Quando Mario Draghi ha annunciato le sue dimissioni, un certo numero di funzionari russi ha commentato attraverso i propri canali social, illustrando quanto la Russia ritenga di aver bisogno di destabilizzare l’unità transatlantica. Quella risposta unificata e coerente aveva contribuito a minare i piani della Russia per quella che pensava sarebbe stata una “operazione militare speciale” rapida e relativamente indolore (per se stessa).

Mosca ‘brinda’ alla crisi italiana

Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo, ha commentato: “Questo è un affare interno all’Italia”, ma poi ha aggiunto “ma siccome il ministro degli Esteri italiano si è permesso di citare la Russia nel contesto della crisi di governo, rispondo che auguro al popolo italiano un governo concentrato a risolvere i problemi creati dai suoi predecessori e non a servire gli interessi degli americani”.

Zakharova si riferisce al commento del ministro degli Esteri Di Maio secondo cui “Mosca sta brindando a alla crisi italiana”. Non è la prima volta che il ministero degli Esteri russo ha preso di mira apertamente Di Maio. All’inizio della guerra di aggressione russa in Ucraina, in risposta alle osservazioni di Di Maio secondo cui l’Italia non avrebbe partecipato a nessun incontro bilaterale con la Russia senza una riduzione dell’escalation, il ministero russo ha affermato: “I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale” e che “la diplomazia è stata inventata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare le tensioni, e non per viaggi a vuoto in giro per paesi e degustare piatti esotici ai ricevimenti”.

Anche l’ex presidente e primo ministro russo Dmitry Medvedev, che ha sostenuto a gran voce la guerra del presidente Vladimir Putin contro l’Ucraina e ora è il numero 2 del potente Consiglio di sicurezza, si è espresso sulla crisi italiana. Sul suo canale Telegram, Medvedev ha pubblicato un’immagine con le foto del primo ministro britannico uscente Boris Johnson e Draghi con un terzo frame contenente solo un punto interrogativo, una chiara allusione a chi potrebbe essere il prossimo a lasciare il proprio incarico tra i maggiori sostenitori dell’Ucraina in Europa. Alcune settimane fa, quando Draghi si è unito al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz in visita a Kyiv, Medvedev ha insultato il trio, definendoli “mangiatori di rane, salsicce e pasta”.

Il post di Medvedev fa chiaramente parte di un tentativo di vendere l’idea che i leader europei stanno ora pagando il prezzo della loro opposizione alle azioni della Russia in Ucraina. Tuttavia, nel Regno Unito, è improbabile che un nuovo primo ministro sia in qualche modo in sintonia con la Russia e le sue ambizioni coloniali in Ucraina, e quindi non possa cambiare il corso del convinto sostegno britannico agli ucraini.

Diversa la situazione in Italia. La crisi di governo ha radici interne e riflette in parte la disperazione del Movimento Cinque Stelle di differenziarsi dal governo per riconquistare alcuni dei voti persi negli ultimi quattro anni. Mostra anche la mancanza di esperienza politica, capacità e abilità del suo attuale leader, l’accademico diventato politico Conte.

La prospettiva delle elezioni anticipate

La crisi può avvantaggiare la Russia principalmente se Draghi non raccoglierà il sostegno necessario per mantenere il suo governo e l’Italia andrà alle elezioni anticipate, probabilmente questo autunno. Oltre a Draghi, l’attuale governo è incentrato su una serie di personalità storicamente atlantiste – tra cui ministri di Gabinetto come Lorenzo Guerini (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) – o che sono diventati atlantisti più di recente, come Di Maio. Eppure il governo contiene anche leader politici che non hanno mai nascosto le loro posizioni filo-russe. Tra questi, oltre a Conte, i pesi massimi storici della coalizione di centrodestra, ora al governo, come il leader della Lega di estrema destra, Matteo Salvini, e il quattro volte presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Le elezioni anticipate in Italia(attualmente la scadenza della legislatura è fissata al 2023) vedrebbero in testa la coalizione di centrodestra, che adotterebbe un approccio più amichevole nei confronti della Russia. Inoltre, nel caso di una campagna elettorale in cui i risultati della guerra russa in Ucraina modellano le percezioni dell’opinione pubblica e informano l’agenda, la Russia avrà molte opportunità di interferire. Potrebbe, ad esempio, lanciare campagne coordinate sui social media per amplificare il suo messaggio, o sfruttare i politici che mirano a rafforzare il loro appeal elettorale tra le ampie porzioni dell’opinione pubblica italiana che si oppongono al sostegno italiano all’Ucraina.

Il rischio di un cambiamento diplomatico

Data la storia diplomatica italiana e i persistenti cliché secondo cui Roma è sempre pronta a cambiare posizione e non finire mai una guerra nella stessa alleanza, i politici italiani dovrebbero considerare come questa reputazione minacci lo status diplomatico di Roma, in particolare perché la guerra di aggressione russa in Ucraina non è solo un altro conflitto locale. Piuttosto, è il tentativo russo di mettere in discussione le caratteristiche stesse dell’architettura di sicurezza europea basata sulla Nato e sulle Comunità europee (poi Unione Europea).

Sebbene fosse dalla parte dei perdenti nella Seconda guerra mondiale, l’Italia è stato un membro fondatore di entrambe queste istituzioni e ne ha tratto grandi benefici: l’Italia potrebbe concentrarsi principalmente sulla ricostruzione della sua economia senza spendere troppo per la difesa grazie all’ombrello della Nato. Grazie all’integrazione europea l’industria italiana è diventata la seconda economia manifatturiera del continente.

In conclusione, proprio come l’attuale crisi è un’occasione d’oro per Mosca per raggiungere un obiettivo politico significativo – minando con il minimo sforzo la posizione filo-ucraina e atlantista dell’Italia – i leader dei partiti italiani rischiano di accelerare questa tendenza con i propri capricci e la disperazione politica.

*Questo articolo è stato pubblicato sul sito Just Security il 19/07/2022

Foto di copertina EPA/ALEXANDER ZEMLIANICHENKO/AP POOL / POOL

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