Energia e Ucraina sono le priorità di Ursula von der Leyen

Con un discorso al Parlamento Europeo di circa un’ora, alla presenza della consorte del presidente ucraino Olena Zelenska, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha orgogliosamente rivendicato i successi dell’Unione, ma ha anche ricordato le sfide che incombono sull’Europa nella attuale congiuntura internazionale.

Un discorso molto politico, con poche novità di rilievo, e senza troppi dettagli su alcune delle iniziative annunciate. Ma anche un appello implicito agli Stati membri a mantenere unità di intenti e determinazione politica.

Ucraina, sanzioni, fonti energetiche

Nella prima parte del discorso von der Leyen ha soprattutto voluto rendere un omaggio incondizionato al coraggio dell’Ucraina e alla sua capacità di resistenza di fronte all’aggressione russa. Ma ha anche sottolineato la reazione compatta e solidale della Ue, concretizzatasi con la condanna della Russia, con le sanzioni e con l’assistenza all’Ucraina. La presidente ha citato i 19 miliardi di euro già messi a disposizione del paese aggredito, e ha promesso aiuti per la sua ricostruzione e la prospettiva di un accesso dell’Ucraina al mercato interno europeo. Ha però evitato di dare indicazioni sui tempi di esame della domanda ucraina di adesione alla Ue. E ha voluto ricordare con fermezza che non è ora il tempo di rivedere l’impianto sanzionatorio contro la Russia, né di assumere atteggiamenti concilianti verso Mosca.

Sulla crisi energetica la presidente ha riconosciuto i risultati soddisfacenti raggiunti sull’obiettivo di riduzione progressiva della dipendenza dalle fonti russe (per il gas dal 40% al 9% del totale delle importazioni nella Ue), confermando le misure su cui la Commissione ha fatto o sta per fare proposte anche legislative: riduzione dei consumi di elettricità (con la proposta di regolamento presentata ieri), prelievo sugli extra-profitti delle società produttrici di energia elettrica per finanziare misure di solidarietà a famiglie e imprese, disaccoppiamento del prezzo del gas dal prezzo dell’elettricità insieme ad una riforma complessiva del mercato dell’elettricità.

Molto prudente – come prevedibile – sul tetto al prezzo del gas (a proposito del quale ha ammonito che occorre assicurare la competitività delle nostre imprese ma anche la sicurezza degli approvvigionamenti), ha preferito fornire assicurazioni sullo sviluppo dell’idrogeno (una prospettiva di più lungo termine per la quale ha proposto una Banca europea in grado di erogare fino 3 miliardi di euro).

Riforme economiche e politica industriale

Sulla riforma della governance economica la presidente ha confermato che la Commissione farà delle prime proposte entro il corrente mese di ottobre (verosimilmente per ora una comunicazione e più avanti proposte legislative). E ha anticipato che le nuove regole in materia di disciplina di bilancio dovranno essere più semplici e più trasparenti, che dovranno permettere maggiore flessibilità ai Paesi membri, ma anche garantire maggiore responsabilità nella attuazione dei percorsi di riduzione del debito pubblico, e magari la presa in conto di alcune categorie di investimenti.

Ha anticipato una serie di misure di sostegno alle piccole e medie imprese, che includono una revisione del regime fiscale, alleggerimenti amministrativi e una revisione della direttiva sui ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. E ha promesso interventi per garantire la disponibilità di mano d’opera qualificata e l’accesso alle materie prime (anticipando l’intenzione di presentare una nuove “legge europea” sulle materie prime critiche sul modello delle analoghe iniziative adottate per le batterie e per i microchip).

Nessuna novità per la politica estera

Sul fronte della proiezione internazionale nessuna indicazione da registrare in materia di politica estera comune o ancor meno di difesa europea. Sotto questo profilo la presidente ha invece preferito valorizzare quanto la Ue sta facendo in materia di politica commerciale e di accordi di libero scambio, sollecitando la ratifica delle intese con Cile, Messico e Nuova Zelanda, e ricordando i negoziati in corso con Australia e India.

In tema di futuri allargamenti si è di fatto limitata a ricordare, peraltro in termini assolutamente non impegnativi, le promesse fatte a suo tempo ai Paesi dei Balcani Occidentali e più di recente a Ucraina, Moldova e Georgia. Infine ha anticipato una futura proposta della Commissione per la creazione di un non meglio specificato Fondo destinato a sostenere la sovranità europea (Europaen Sovreignity Fund).

La parte conclusiva del discorso è stata dedicata al tema della difesa della democrazia e dei comuni valori europei. Una difesa della democrazia che dovrà essere declinata sul piano internazionale nelle varie forme dello scontro in atto fra democrazie e autocrazie. Ma che dovrà realizzarsi anche sul piano interno con la protezione dello stato di diritto, dell’indipendenza del potere giudiziario e della libertà di stampa e di espressione, e con la lotta contro la corruzione. Ed è interessante rilevare che a questo proposito la presidente ha voluto sottolineare la permanente validità dello strumento che consente di intervenire, con la sospensione della erogazione di fondi europei, nel caso di violazioni dello stato di diritto da parte di Stati membri.

Un discorso concreto

Infine, e un po’ a sorpresa, riferendosi ai risultati della Conferenza sul Futuro dell’Europa, la presidente della Commissione ha voluto valorizzare l’esperienza dei “panel europei dei cittadini”, ma si è anche dichiarata a favore di una revisione dei Trattati per includervi il principio della solidarietà fra generazioni, e più in generale a favore della proposta del Parlamento per la convocazione di una convenzione quale primo passo nella direzione di una più ampia revisione dei Trattati.

In conclusione un discorso di ampio respiro, ma senza grandi novità. Un discorso con il quale von der Leyen ha voluto sottolineare la validità e l’importanza delle scelte fatte dall’Unione europea in relazione alla guerra in Ucraina. Ma anche un discorso che ha confermato la difficoltà per l’Unione di trovare risposte efficaci e convincenti ad alcune sfide esistenziali per l’Europa: dall’energia al contrasto dell’inflazione, alla crescita, alla resilienza dell’economia, all’inclusione sociale, alla gestione dei flussi migratori.

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