Le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina

Vi è da chiedersi se, nel decidere l’aggressione dell’Ucraina, Putin avesse tenuto conto, al di là delle tragiche conseguenze militari e umanitarie, delle possibili ripercussioni globali della sua azione. Ad esempio se egli avesse immaginato che due paesi neutrali come la Finlandia e la Svezia avrebbero chiesto di aderire all’Alleanza Atlantica. La Finlandia è ora ammessa, lo sarà probabilmente anche la Svezia e ciò cambierà il rapporto di forze in Europa decisamente a sfavore della Russia. 

Certo il presidente russo non poteva prevedere che egli stesso sarebbe divenuto l’oggetto di un mandato di arresto da parte della Corte Penale Internazionale, il che lo costringerà a limitare i suoi viaggi all’estero. È già umiliante per la Russia che il Sudafrica, paese ospitante del prossimo vertice BRICS, abbia pensato di revocare la propria adesione alla Corte per permettere la partecipazione all’evento del proprio rappresentante.

È noto che la violazione del divieto della “minaccia o uso della forza contro l’integrità territoriale degli Stati” sancito dalla Carta dell’Onu, costituisce una delle poche circostanze in cui è prevista l’espulsione di uno stato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. Nessuno ha finora invocato tale clausola nella crisi attuale, ma non si può escludere che ciò possa avvenire. 

La questione della difesa nucleare

Una delle lezioni che si trae dall’intervento russo è la triste e crescente realtà che gli stati sprovvisti dell’arma nucleare o di un “ombrello nucleare” non riescono da soli a salvaguardare la propria integrità territoriale ed indipendenza politica e che neppure gli organismi internazionali a ciò preposti possono proteggerli. Ciò succede in particolare quando, come nel caso dell’Ucraina, la violazione avviene da parte di uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: in tal caso questi ultimi si trovano nella situazione assurda di essere  al tempo stesso imputati e giudici di se stessi, con in più il diritto di veto. Il principio stesso dell’egemonia di questi cinque stati in seno all’ONU  potrebbe essere rimesso in questione. 

Ancora più preoccupante è il pericolo che, a seguito del caso Ucraina, altri paesi seguano  l’esempio della Corea del Nord che nel 2002 si ritirò dal Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP) dotandosi poi essa stessa dell’arma nucleare. Si realizzerebbe così, a sessanta anni dal suo assassinio, l'”incubo nucleare” paventato dal presidente Kennedy: quello di un mondo in cui decine di paesi sarebbero in possesso dell’arma atomica. Più è alto il numero di tali paesi e maggiore è il rischio che tale arma venga impiegata.

Questa serie di sconvolgenti conseguenze appare essere contraria agli interessi di tutti, in primo luogo agli interessi della stessa Russia.

Foto di copertina EPA/GAVRIIL GRIGOROV / SPUTNIK / KREMLIN POOL

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