Alla ricerca del gas: il Gnl del Qatar e i piani di diversificazione dell’Ue

Con l’aggravarsi della crisi energetica e geopolitica in Europa, l’Unione europea sta cercando di aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) al fine di affrancarsi dal gas russo. L’impresa è particolarmente ardua visto i volumi di gas proveniente dalla Russia: nel 2021, l’Ue ha importato dalla Russia 155 miliardi di metri cubi (140 via gasdotto e 15 di Gnl).

L’iniziativa REPowerEU della Commissione Europea mira a rimpiazzare 50 miliardi di metri cubi di gas russo entro la fine del 2022 grazie a maggiori importazioni di Gnl. Alla luce di questo sforzo, un potenziale alleato potrebbe essere il piccolo emirato del Qatar, il quale ha già espresso la sua disponibilità a contribuire al rafforzamento della sicurezza energetica europea in diversi incontri con rappresentanti europei e americani.

I mercati asiatici, principale destinazione del GNL qatarino

Il Qatar gioca un ruolo centrale nell’industrial del GNL mondiale e, grazie alla compagnia nazionale, la sua industria può essere più ricettiva di indicazioni politiche riguardo a potenziali cambi di export in confronto ad altri paesi esportatori di GNL come Stati Uniti e Australia.

Dunque, pare naturale che il Qatar possa aiutare l’Europa nel suo tentativo di diversificare e ridurre la propria dipendenza dal gas russo. Tuttavia, il contributo del Qatar sarà alquanto limitato nel breve periodo poiché attualmente Doha ha una scarsa disponibilità di volumi. Ad oggi il suo gas viene esportato quasi interamente e oltre il 70% è diretto ai mercati asiatici tramite contratti a lungo termine – lasciando piccoli margini di manovra. Visto che Doha non vuole violare i propri contratti vigenti, l’Europa potrà aumentare le importazioni di Gnl qatarino solo convincendo altri paesi importatori (asiatici) a reindirizzare i cargo grazie al prezzo e alla diplomazia.

Strategie di espansione della produzione

Realisticamente, il Qatar potrebbe aumentare le proprie esportazioni verso l’Ue nel medio/lungo periodo alla luce della strategia di espansione della capacità di esportazione iniziata nel 2017 durante gli anni di isolamento regionale in seguito all’embargo imposto dai paesi del Gulf Cooperation Council (GCC). In quell’anno, il Qatar ha annunciato l’espansione del giacimento North Field, che permetterà di aumentare la capacità di export di GNL da 77 milioni di tonnellate per anno (Mtpa) nel 2017 a 110 Mtpa nel 2026. Nel 2019, Doha ha annunciato una seconda fase che permetterà di raggiungere i 126 Mtpa nel 2027.

Tale decisione fu presa nonostante il periodo di prezzi del gas bassi, e fu motivata dalla volontà di rispondere alla crescente competizione da parte di altri produttori di GNL (Stati Uniti e Australia in primis) sfruttando i propri numerosi vantaggi competitivi. I primi volumi aggiuntivi da North Field saranno disponibili da fine 2025. In aggiunta, il Qatar rafforzerà ulteriormente la sua posizione nel mercato del GNL grazie al progetto Golden Pass LNG in Texas in collaborazione con ExxonMobil, che avrà una capacità di circa 16 Mtpa e dovrebbe iniziare ad esportare nel 2024.

Oltre ai vantaggi economici e logistici, il GNL qatariano può godere di uno dei tassi di carbon intensity più basso al mondo, vantaggio che il Qatar è determinato a rafforzare riducendo la carbon intensity del proprio GNL di un ulteriore 35% entro il 2035 grazie allo sviluppo della tecnologia CCS. Questo aspetto è destinato ad essere sempre più decisivo visto che l’Europa è decisa a preservare i suoi piani di decarbonizzazione.

Gnl dal Qatar: win-win solution

Il Qatar presenta un contesto politico più stabile, grandi riserve finanziare da dedicare ad investimenti, e una popolazione ridotta (che vuol dire minori consumi energetici domestici), mentre gli altri fornitori (es. Algeria, Libia e Egitto) presentano delle criticità in (almeno uno di) questi campi. Inoltre, il Qatar gode di una posizione geografica più vicina ai mercati europei in confronto a Usa e Australia, che si traduce in minori costi e durata del viaggio per i cargo qatarini.

Dunque, il Qatar potrà contribuire (almeno in parte) alla diversificazione europea dal 2024/25, mentre l’Ue dovrà assicurarsi questi volumi aggiuntivi attraverso accordi commerciali e lavorare per mettere in piedi l’infrastruttura necessaria per ricevere e distribuire le importazioni aggiuntive di GNL tra i diversi Stati membri.

I piani europei di diversificazione sono un’occasione anche per il Qatar, il quale potrebbe bilanciare il proprio portfolio di esportazioni (ad oggi, Asia 70% ed Europa 25%) alla luce della crescente competizione da parte di altri esportatori in Asia. In aggiunta, Doha deve firmare nuovi contratti poiché in seguito all’espansione della capacità e alla scadenza di numerosi contratti (principalmente in Asia settentrionale) circa il 60% dell’export portfolio qatarino non sarà più sotto contratto entro la fine del decennio.

Il Qatar siglerà nuovi contratti con l’Europa se le esigenze commerciali saranno rispettate. L’attuale situazione dei mercati del gas – caratterizzati da un’offerta limitata – oltre alla forte volontà politica dell’Ue di diversificare fornisce al Qatar un vantaggio contrattuale con i paesi che vogliono assicurarsi forniture di gas alternative a quello russo. Questo vantaggio negoziale è dimostrato dalla richiesta qatarina che alcune condizioni siano soddisfatte al fine di vedere un aumento dell’esportazioni in Europa: (i) evitare che il suo Gnl venga rivenduto fuori dall’Ue, (ii) la preferenza per contratti a lungo termine rispetto al mercato spot e (iii) la chiusura dell’inchiesta antitrust europea nei confronti di QatarEnergy. Su quest’ultimo punto, la Commissione Europea ha archiviato l’inchiesta sui contratti a lungo termine di QatarEnergy proprio nel marzo 2022.

Una sfida contro il tempo

Nonostante le opportunità, il Qatar deve affrontare la sfida di assicurarsi nuovi contratti prima che i prezzi alti riducano la domanda di gas e incentivino l’utilizzo di fonti alternative low-carbon, col risultato di minare il ruolo del gas nella transizione energetica. Sarà dunque cruciale nei prossimi mesi per il Qatar firmare nuovi contratti e difendere il ruolo del gas per la transizione.

Dal 2021, il Qatar ha guadagnato una nuova centralità per i paesi occidentali grazie alla sua disponibilità a contribuire alla diversificazione europea e al ruolo diplomatico chiave in alcuni contesti regionali (Afghanistan e Iran).

Malgrado le difficoltà nel breve periodo, il Qatar è ben posizionato per contribuire alla sicurezza energetica europea una volta che nuovi volumi di Gnl saranno disponibili dal 2024/25, permettendogli di assicurarsi nuovi contratti, aumentare la quota nei mercati europei e bilanciare il proprio export portfolio vista la crescente competizione nel suo mercato principale (Asia).

Foto di copertina EPA/STEPHANIE LECOCQ

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