Il trattato AUKUS accende un rischio di proliferazione nucleare

Il Trattato di sicurezza Australia-Regno Unito-Stati Uniti (AUKUS) rappresenta un curioso stratagemma per aggirare gli obblighi previsti dagli articoli I e III del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Sebbene si possa affermare che non viene trasferita né un’arma nucleare né un ordigno nucleare, il trasferimento di materiale fissile da uno Stato dotato di armi nucleari (NWS per l’acronimo in inglese) a uno Stato non dotato di armi nucleari (NNWS per l’acronimo in inglese) senza essere soggetto alle salvaguardie dell’AIEA pone un rischio di proliferazione e rappresenta una violazione dello spirito del TNP.

Il trattato e la non proliferazione nucleare

Il problema non è tanto l’AUKUS in sé, quanto il paragrafo 14, lettera a, punto 1, dell’Accordo di salvaguardia globale (CSA per l’acronimo in inglese), che è stato usato per giustificare la legalità della disposizione dell’accordo riguardante la consegna di tecnologia di propulsione nucleare all’Australia da parte degli Stati Uniti. Questa sezione del CSA stabilisce che se un NNWS intende esercitare la propria discrezionalità nell’uso di materiale nucleare che deve essere posto sotto controllo di sicurezza in un’attività nucleare che non richiede l’applicazione delle salvaguardie, il NNWS informerà l’AIEA dell’attività, chiarendo che l’uso del materiale nucleare in un’attività militare non proibita non sarà in conflitto con un impegno che il NNWS può aver preso per il quale si applicano le salvaguardie dell’AIEA, cioè che il materiale nucleare sarà usato solo in un’attività nucleare pacifica.

Lo sviluppo e il funzionamento di un motore di propulsione nucleare per un sottomarino rientra nell’ambito di ciò che può essere considerato un’attività pacifica e quindi, secondo il CSA, potrebbe essere esentato dalle ispezioni e dal monitoraggio dell’AIEA, il che mette ulteriormente sotto pressione il controllo dei materiali a duplice uso e il sistema di salvaguardie dell’AIEA.

Un precedente pericoloso

I tre membri dell’AUKUS non hanno contestato il fatto che il combustibile e la tecnologia nucleare forniti all’Australia debbano essere sottoposti a controlli di sicurezza, ma hanno sostenuto che la segretezza militare dovrebbe limitare notevolmente l’invadenza dell’AIEA. Per allentare le tensioni, l’Australia si è impegnata a non avere un reattore di addestramento sul proprio territorio e ad addestrare i propri marinai e ingegneri negli Stati Uniti e nel Regno Unito, oltre a non arricchire o riprocessare il combustibile nucleare.

Tuttavia, questo accordo crea un precedente che potrebbe essere utilizzato da altri Paesi per nascondere armi nucleari perché, mentre nessuno si aspetta che l’Australia sviluppi una bomba atomica, il problema sta nel fatto che potenziali proliferatori utilizzeranno l’AUKUS come argomento per evitare le salvaguardie dell’AIEA giustificando il fatto di voler sviluppare sottomarini a propulsione nucleare, come l’Iran che nel 2018 ha annunciato il suo interesse a sviluppare questo tipo di tecnologia. Di conseguenza, l’AUKUS ridurrà il potenziale deterrente del sistema di salvaguardia dell’AIEA e incoraggerà la proliferazione nucleare in casi critici.

In questo senso, un modo per mitigare l’impatto dell’AUKUS sul regime di non proliferazione nucleare è quello di utilizzare l’uranio a basso arricchimento (LEU per l’acronimo in inglese) come combustibile per questi sottomarini, e che l’AIEA stabilisca dei criteri per giustificare quando l’applicazione del paragrafo 14 del CSA per le attività militari non proibite è ammissibile, oltre a sviluppare una linea guida generale di ispezione e verifica per i NNWS che decidono di sviluppare questa tecnologia.

Foto di copertina EPA/MARTIN DIVISEK

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