Il 2024 è stato l’anno delle “grandi elezioni”. Quasi quattro miliardi di persone – poco meno della metà della popolazione mondiale – sono state chiamate alle urne in ben 72 paesi. Tra questi, i cittadini dei paesi membri dell’Unione europea, che a giugno hanno eletto il Parlamento europeo ponendo così le basi per il rinnovo delle massime cariche continentali per la legislatura 2024-2029. Le elezioni hanno portato al conferimento di un secondo mandato alla Presidente uscente della Commissione europea Ursula von der Leyen a luglio, il cui esecutivo è stato confermato dal Parlamento a fine novembre.
Il contesto in cui la seconda Commissione von der Leyen si trova ad operare è significativamente diverso da quello che aveva caratterizzato il primo mandato della Presidente. Lo scoppio di un conflitto su ampia scala sul suolo europeo a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina, i nuovi venti di guerra in Medio Oriente, il rafforzamento delle destre di varia matrice in Europa e la rielezione di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti pongono con forza nuovi temi al centro del dibattito politico europeo. In particolare, se nel suo discorso al Parlamento europeo del 2019 von der Leyen aveva posto l’enfasi su mega-trend quali cambiamento demografico, globalizzazione, digitalizzazione e – soprattutto – cambiamento climatico, nel 2024 il focus è stato incentrato sulla necessità di “proteggere” la prosperità, la competitività e la democrazia di cui godono i cittadini europei.
L’obiettivo di Ursula von der Leyen di preservare e rilanciare la competitività europea
La difesa del continente – a livello di valori, di sicurezza economica, di coesione sociale, ma anche molto concretamente da un punto di vista militare – è uno dei temi cardine della piattaforma politica della seconda Commissione von der Leyen. Non a caso, per la prima volta la Commissione annovera tra le sue file un Commissario per la Difesa e lo Spazio, l’ex primo ministro lituano Andrius Kubilius. In parallelo, il riconoscimento della necessità di far fronte al cambiamento climatico si associa ora più esplicitamente all’imperativo di preservare e rilanciare la competitività europea, per evitare di restare indietro nella “corsa” che caratterizza l’economia globale, richiamando le sollecitazioni proposte dal Rapporto Draghi sulla competitività europea. Infine, il tema delle migrazioni viene adesso affrontato non solo alla luce dell’ambizione di garantire dei “confini umani” e di contrastare l’immigrazione irregolare e il traffico degli esseri umani, ma anche nella direzione sempre più esplicita di aumentare la sicurezza dei confini esterni dell’Unione e di lavorare con paesi terzi sul tema dei rimpatri. Significativa in questo senso la decisione di includere nella commissione una Commissaria per il Mediterraneo, Dubravka Šuica.