Rassegna stampa africana: il Regno Unito deporta i migranti in Ruanda

Pubblichiamo dei passaggi della rassegna stampa settimanale sull’Africa, curata da Jean-Léonard Touadi per RadioRadicale. È possibile ascoltare il podcast dal sito dell’emittente. Clicca qui per ascoltare

In questa rassegna stampa del 16 aprile grande attenzione viene dedicata all’accordo tra Ruanda e Regno Unito che prevede il trasferimento in Africa dei richiedenti asilo entrati nel paese europeo illegalmente. Il secondo capitolo di questa rassegna tocca invece gli sforzi italiani ed europei di diversificare le fonti di approvvigionamento di gas, nel tentativo di tagliare i legami energetici con la Russia.

L’accordo tra Ruanda e Regno Unito

Notizia della settimana riportata dalle principali testate riguarda l’accordo tra Ruanda e Gran Bretagna per trasferire nel paese dell’Africa orientale tutte le persone che attraversano illegalmente lo Stretto della Manica e che sono in attesa della valutazione della propria richiesta di asilo.

Come riporta Africa News, “la mossa è stata criticata dai politici dell’opposizione britannica e dai gruppi di rifugiati che l’hanno qualificata come misura disumana e improponibile”. Durante la sua visita nella capitale del Ruanda, la Segretaria di Stato Priti Patel “ha dichiarato che le persone trasferite riceveranno supporto per un massimo di cinque anni, e beneficeranno di sostegno alla formazione, alloggio e assistenza sanitaria, in modo che possano reintegrarsi e prosperare”.

Anche in un articolo di Jason Burke per il Guardian si segnala l’opposizione alla decisione espressa da alcuni partiti politici britannici “che accusano la Regno Unito di non rispettare gli obblighi internazionali”. Viene sottolineato inoltre il fatto che anche l’opposizione ruandese ha criticato l’accordo bilaterale denominato Economic Development Partnership. “Victoire Ingabire Umuhoza, leader di DALFA-Umurinzi, ha dichiarato che prima di dedicarsi ad ospitare rifugiati o migranti da altri paesi, i funzionari del Ruanda dovrebbero concentrarsi sulla risoluzione dei problemi politici e sociali domestici che fanno sì che i ruandesi ricerchino rifugio all’estero”.

Un secondo partito di opposizione, il Partito Democratico Verde del Ruanda (PVDR), comunica “che i paesi ricchi come il Regno Unito non dovrebbero derogare al proprio obbligo internazionale di ricevere i rifugiati trasferendoli in paesi terzi, solo perché detengono il denaro per influenzare e far rispettare le proprie volontà”.

Europa a caccia di gas africano

Secondo capitolo di questa rassegna è dedicato agli sforzi europei, e in particolare a quelli italiani, di diversificare le fonti di approvvigionamento in gas naturale a seguito dell’invasione russa in Ucraina. In un approfondimento di Bloomberg curato da Alessandro Speciale, Chiara Albanese e John Ainger , si racconta come “il governo italiano sia attualmente alla ricerca di una serie di accordi sul gas naturale in Africa, al fine di tagliare i legami energetici con la Russia”.

Difatti, “i potenziali accordi con la Repubblica del Congo e l’Angola potrebbero portare all’Italia altri 5 miliardi di metri cubi e 1,5 miliardi di metri cubi all’anno, rispettivamente. Insieme al volume aggiuntivo che l’Italia si è assicurata dall’Algeria, gli accordi con la Repubblica del Congo e l’Angola sostituirebbero più della metà della quantità che riceve dalla Russia, già dal prossimo anno. Con il gigante energetico Eni già presente in più di una dozzina di paesi in Africa, il continente è un’opzione attraente per raggiungere la diversificazione ricercata”.

La diplomazia energetica europea guarda anche alla Nigeria per assicurarsi una maggiore fornitura di gas nel tentativo di ridurre la dipendenza dall’energia russa. BBC News riporta notizia “dei diplomatici dell’Unione Europea che si sono recati presso una compagnia petrolifera pubblica nigeriana per delle riunioni che mirano a rafforzare la cooperazione tra Unione Europea e Nigeria nel settore dell’energia”.

Per Le Monde, in un approfondimento a firma di Marie de Vergès, “il gas africano è un’opportunità ma non una soluzione miracolo”. Il limite maggiore del mercato di energia africano viene identificato nelle infrastrutture obsolete o che non hanno mai ricevuto manutenzione. “Un progetto di gasdotto trans-sahariano che dovrebbe collegare i giacimenti di produzione nigeriani ai gasdotti algerini, attraverso il Niger, per poi raggiungere il mercato europeo, è stato sul tavolo per più di un decennio, per poi essere rilanciato solo a febbraio”.

Rassegna stampa a cura di Jean-Léonard Touadi, funzionario FAO, docente di geografia dello sviluppo in Africa, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Foto di copertina EPA/EUGENE UWIMANA

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