L’impatto della guerra in Ucraina sul dominio spaziale

Accanto a missili e carri armati, la guerra in Ucraina è caratterizzata da una dimensione meno visibile del conflitto, eppure diventata così rilevante da abilitare le operazioni militari in tutti i domini: si tratta dello spazio. Uno dei primi avvenimenti nell’invasione russa dell’Ucraina è stato infatti l’attacco ai sistemi di ViaSat, azienda americana che fornisce servizi di comunicazione satellitare. Ciò ha messo parzialmente fuori uso i modem dell’azienda e la popolazione Ucraina non ha avuto accesso ai servizi internet per settimane. Gli attacchi ai sistemi spaziali che hanno caratterizzato il teatro ucraino sono stati di tipo cibernetico, elettromagnetico e a radiofrequenza, mentre non si sono verificati attacchi cinetici, come il temuto uso di armi anti-satellite (ASAT) per distruggere fisicamente gli assetti in orbita. A tal proposito, è importante chiarire che Kyiv non possiede assetti spaziali propri. I sistemi che ha potuto utilizzare, per lo più indirettamente, appartengono ad attori commerciali, e sono frutto di accordi con alleati dell’Ucraina, privati e pubblici, inclusa l’Ue, che ha assicurato l’accesso ai dati utili provenienti dal Centro satellitare dell’Ue (EU Satcen).

Il ruolo degli attori commerciali nel conflitto russo-ucraino

Uno degli elementi più significativi da tenere a mente, quindi, è il ruolo di attori commerciali in ambito spaziale, capaci di influire sulla dimensione militare del conflitto grazie alla fornitura dei propri servizi. Starlink, ICEYE, Planet e Black Sky hanno fornito all’Ucraina comunicazioni satellitari (SatCom), dati di osservazione della Terra e hanno riportato immagini dettagliate della zona del conflitto. Queste capacità hanno contribuito alle funzioni di comando e controllo, all’intelligence e a un processo decisionale migliore da parte ucraina. Le immagini satellitari hanno inoltre permesso di verificare la veridicità di alcune affermazioni della propaganda avversaria e di tracciare i movimenti delle forze russe. Il maggiore affidamento agli attori commerciali è stato determinato anche dalla crescente sofisticazione e convenienza delle tecnologie spaziali civili. Tuttavia, ha evidenziato anche il bisogno di un più stretto coordinamento tra i governi e il settore privato per garantire che le capacità siano utilizzate in maniera efficace.

Un secondo elemento fondamentale riguarda l’impennata di attacchi cibernetici ai sistemi spaziali, che ha confermato e accelerato un trend pre-esistente, mettendo in luce la vulnerabilità degli assetti (non solo commerciali), in particolare nel segmento di terra.

Come terzo elemento, il conflitto ha mostrato le vulnerabilità della catena di approvvigionamento spaziale globale e la dipendenza dell’Europa dai sistemi di lancio Soyuz della Russia. La decisione di non fare più uso dei lanciatori russi ha infatti causato cancellazioni di lanci e ritardi nelle tempistiche di lancio del vettore europeo Vega C. L’Italia, come altre nazioni europee, dovrà quindi affrontare la questione dell’accesso autonomo allo spazio e diminuire la dipendenza dai sistemi di lancio extraeuropei.

La rilevanza dello Space Domain Awareness

L’importanza di avere un’adeguata capacità di Space Domain Awareness (SDA), che si riferisce alla possibilità di tracciare e identificare gli oggetti nello spazio, è il quarto elemento valido anche per i conflitti del futuro. L’Ucraina è stata in grado di sfruttare le competenze messe a disposizione da alcuni alleati, compresi gli Stati Uniti, per l’intelligence e il supporto alle operazioni. Utilizzando una combinazione di sensori commerciali, militari e governativi, Kyiv ha potuto raggiungere un buon livello di coordinamento nella SDA.

Continuando una riflessione iniziata ben prima del febbraio 2022, le forze armate italiane stanno analizzando gli effetti del conflitto nel dominio spaziale. Alla luce degli elementi individuati, l’Italia è ben posizionata per affrontare le sfide che ne derivano. Dal punto di vista operativo, le forze armate hanno una forte tradizione di competenze spaziali. Dal punto di vista politico, il governo si è impegnato a investire nelle capacità spaziali, in continuità con le decisioni prese negli ultimi anni, facendo dello spazio un settore che sta beneficiando di ampi investimenti. Per garantire che l’Italia continui ad avere le capacità spaziali necessarie per proteggere i suoi interessi, sarà importante migliorare la resilienza dei sistemi spaziali, rafforzare la collaborazione con gli alleati a livello Ue e Nato in primis, ma anche con partner globali like-minded come il Giappone, e investire in capacità di SDA.

Le soluzioni per il Sistema-Spazio nazionale

Per aumentare la resilienza degli assetti spaziali ci sono alcune soluzioni possibili per il Sistema-Spazio nazionale e la difesa in particolare:

  • assicurare maggiore ridondanza, prevedendo l’utilizzo di un numero più elevato di satelliti più economici, per ridurre al minimo il rischio di interruzioni del servizio. Lo svantaggio di questa soluzione deriva dal suo impatto sulla sostenibilità spaziale, considerando la congestione delle orbite basse.
  • perseguire capacità di lancio reattivo (Responsive Space), che mirano a lanciare più rapidamente in orbita satelliti, anche di piccole dimensioni, come già indicato tra gli obiettivi della Strategia spaziale della Difesa menzionata nell’ultimo Documento Programmatico Pluriennale 2023-2025. 
  • la disaggregazione delle infrastrutture spaziali, che riduce la dipendenza da infrastrutture centralizzate aumentando la resilienza.

A ciò si aggiunge la necessità di dotarsi di sistemi spaziali resistenti agli attacchi di jamming e spoofing e di investire in nuovi sensori e capacità di fusione dei dati per poter raggiungere un livello di SDA migliore di quello attuale. In questo contesto, è positiva l’adesione dell’Italia alla Combined Space Operations Initiative a guida statunitense, un club molto selettivo che raggruppa Paesi alleati con capacità spaziali fortemente avanzate e mira ad approfondire l’interoperabilità, contribuire alla condivisione di informazioni e intelligence e mettere a sistema le capacità di SDA.

Questo articolo anticipa un capitolo dello studio IAI che sarà presentato in una conferenza pubblica a Roma il prossimo 20 febbraio.

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