Il governo Meloni alla prova della politica estera

Nel 2023 il Governo guidato da Giorgia Meloni ha dovuto fare i conti con un contesto internazionale problematico e sfidante, con una complessa situazione economica, con margini di bilancio limitati e con l’esigenza di garantire la coerenza di una maggioranza composta da tre partiti che appartengono a tre distinte famiglie europee, in competizione fra loro in vista delle elezioni europee.

A dispetto di questi dati, la “performance” in politica estera del governo Meloni è stata complessivamente migliore che su altri temi, grazie al pragmatismo della Presidente del Consiglio, che ha confermato una collocazione internazionale del Paese tutto compreso in continuità con la tradizionale politica estera dell’Italia. E proprio alla politica estera del Governo Meloni è dedicato il Rapporto, che lo IAI pubblica ormai annualmente, e che è redatto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto, nel quadro della partnership strategica con la Compagnia di San Paolo.

Il governo Meloni e i principali dossier di politica estera

Sulla guerra in Ucraina la posizione del Governo è stata caratterizzata da piena continuità sulla linea “atlantista” di ferma condanna dell’aggressione russa e di solidarietà con l’Ucraina aggredita, con una scelta che aveva anche l’obiettivo di garantirsi una legittimazione internazionale, di mantenere saldo l’impegno dell’Italia sulla Nato e per la Nato, e di confermare una piena sintonia con l’Amministrazione americana.

Sostanzialmente in linea con i partners occidentali, anche se non particolarmente profilata, è apparsa anche la linea del governo sulla ripresa del conflitto israelo-palestinese. Una posizione che è stata caratterizzata dalla ferma condanna del brutale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, dalla solidarietà a Israele, ma anche dalla richiesta a Israele di moderazione nella gestione delle operazioni a Gaza e da ripetuti appelli alla ripresa di un dialogo sulla base della formula dei “due popoli e due Stati”.

Il tema dei rapporti con la Cina è stato gestito con saggezza ed equilibrio, con la decisione di non rinnovare il Memorandum of Understanding sulla partecipazione dell’Italia alla Belt and Road Initiative, che è stata preceduta ed accompagnata da una serie di iniziative mirate a ridurne l’impatto e a garantire che le relazioni fra Cina e Italia continuino comunque a svilupparsi in un contesto collaborativo.

I rapporti del governo Meloni con l’Unione europea

Più articolato è invece il giudizio sui rapporti del governo Meloni con l’Unione Europea, con le sue istituzioni e con i tradizionali alleati dell’Italia in Europa. Su questo fronte, Meloni ha cercato di rendere compatibili pregresse prese di posizione marcatamente anti-europee con le esigenze di un pragmatismo imposto dalle responsabilità di Governo. Meloni si è quindi spostata progressivamente da una linea decisamente euro-scettica ad una linea che si potrebbe definire come euro-realista, dando prova di quella che è apparsa una “provvidenziale incoerenza”.

Nei rapporti con i partners europei, Meloni ha ridimensionato certe affinità politiche con governi nazionalisti di Paesi dell’Europa centro-orientale. Con sano realismo, ha proseguito una più realistica interlocuzione con i tradizionali alleati dell’Italia in Europa, al di là della connotazione politica dei rispettivi esecutivi (come dimostrato ad esempio dal Piano di Azione concluso a novembre 2023 con la Germania). Abbandonati i toni da crociata polemica contro l’Europa, Meloni si è impegnata a sostenere nell’Ue, e con l’Ue, una linea assertiva ma costruttiva e coerente con la consapevolezza che la tutela degli interessi nazionali dell’Italia passa anche da una maggiore capacità di farli valere nell’Ue, e non contro l’Ue.

Va valutata positivamente in questo senso la decisione di presentare una legge di bilancio tutto compreso prudente (anche se priva di impegni credibili di riduzione del debito). E soprattutto va valutata positivamente l’interlocuzione avviata con la Commissione europea sull’attuazione del PNRR italiano. Il Governo ha così ottenuto l’approvazione della revisione del Piano e il pagamento della quarta rata degli stanziamenti complessivi messi a disposizione dell’Italia, che ha così ricevuto 102 miliardi di euro.

Sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita – tema politicamente sensibile al centro dell’agenda dell’Ue nel secondo semestre dell’anno – il Governo ha svolto un ruolo tutto compreso marginale. Dopo aver chiesto, senza successo, l’esonero di alcune categorie di investimenti dal calcolo del deficit, ha saggiamente accettato una soluzione di compromesso, concordata fra Francia e Germania, che modifica in peggio la proposta originaria della Commissione con l’introduzione di riduzioni obbligatorie quantificate del debito e del deficit. E ha ottenuto in contropartita una maggiore flessibilità nell’applicazione delle nuove regole nei primi tre anni dall’entrata in vigore del nuovo Patto di Stabilità.

Diverso invece il caso della mancata ratifica del MES. Su questo dossier il Governo, ostaggio delle resistenze della Lega e di certi settori di Fratelli di Italia, ha oscillato tra continui rinvii e il tentativo di collegarla a ipotetici progressi su altri aspetti della riforma della “governance” economica europea. E alla fine la ratifica è stata bocciata dal Parlamento senza che il Governo se ne assumesse chiaramente la responsabilità. E così il MES è caduto, vittima della campagna elettorale e di fuorvianti strumentalizzazioni politiche. La mancata ratifica del MES non ha per il momento provocato conseguenze immediate, ma ha rafforzato presso i nostri partners l’impressione di un Governo e di un Paese poco affidabile.

Sul tema della gestione dei flussi migratori, il governo  – che pure proprio del controllo e del contrasto dell’immigrazione aveva fatto una delle sue bandiere – ha dovuto confrontarsi con un significativo aumento di arrivi irregolari. In Europa, preso atto delle difficoltà di far passare soluzioni ispirate al principio di solidarietà ed una qualche forma di distribuzione obbligatoria di migranti o richiedenti asilo, la Presidente del Consiglio ha  puntato sul tema del rafforzamento delle frontiere esterne e sulla collaborazione con i Paesi terzi, rilanciando l’opzione di una esternalizzazione della gestione del fenomeno. Gli accordi con la Tunisia (sui quali Meloni ha coinvolto anche la Commissione europea) e con l’Albania, ancorché diversi per contenuti e finalità, sono la testimonianza di questo approccio. Il giudizio sul funzionamento di entrambe le intese resta ovviamente sospeso in attesa di verificarne i risultati (e nel caso dell’Accordo con l’Albania della pronuncia della Corte Costituzionale di Tirana).

Contrasto al cambiamento climatico e transizione energetica non sono apparsi fra le priorità del Governo, che pur senza rimettere in discussione gli obiettivi concordati in sede europea e sottoscritti dai precedenti esecutivi, ha preferito concentrarsi più sul tema dei costi sociali ed economici della pur necessaria transizione energetica. Il “mantra”, in questo campo, è stato quello di una transizione energetica “non ideologica”, che tenga conto delle esigenze di sostenibilità sociale ed economica dei processi di de-carbonizzazione.

Infine, resta de segnalare la speciale attenzione che la Presidente del Consiglio ha voluto dedicare al tema dei rapporti l’Africa: un continente che è considerato importante per le straordinarie potenzialità in termini di risorse energetiche e di materie prime, ma anche come partner con cui cooperare per far fronte alla sfida demografica e per la gestione dei flussi migratori. Ma il giudizio sulla effettiva portata di questa iniziativa per l’Africa resta sospeso perché, al momento in cui viene pubblicato  questo rapporto, i contenuti del Piano Mattei, l’ambizioso progetto mirato  al rilancio dei rapporti con il continente africano, non erano stati resi noti.

L’edizione 2023 dell’annuale Rapporto sulla politica estera italiana verrà presentato martedì 6 febbraio, con una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di politici, giornalisti ed esperti nazionali.

Ultime pubblicazioni