Guerra in Ucraina e minacce nucleari: le esercitazioni militari in Bielorussia

La recente affermazione del presidente polacco Duda circa il possibile stazionamento di missili nucleari americani nel territorio del suo Paese desta non poche sorprese. Duda, infatti, non è capo dell’esecutivo e dalle sue affermazioni hanno preso le distanze sia la Nato sia l’attuale capo dell’esecutivo polacco Tusk. Anche il Primo ministro svedese Kristersson, a poche settimane dall’ingresso del suo paese nella Nato, ha indicato la disponibilità a ospitare armi nucleari in caso di guerra. Sinora, nel contesto della guerra in Ucraina, i paesi membri della Nato, Stati Uniti in primis, hanno evitato di menzionare l’opzione nucleare sia sotto forma di minaccia sia attraverso l’annuncio di misure operative concrete. All’inizio dell’invasione russa lo stesso Biden aveva escluso fermamente l’ipotesi di una Terza guerra mondiale e tale rimane ancora oggi la sua posizione.

Le esercitazioni militari congiunte in Bielorussia

Analoga cautela non si riscontra in Russia: non si contano più le dichiarazioni da parte di dignitari del Cremlino – tra cui primeggia l’ex presidente Medvedev – che minacciano l’impiego dell’arma nucleare. Di recente il viceministro degli Esteri Ryabkov ha ricordato che l’opzione di un primo uso dell’arma nucleare non è esclusa dalla dottrina nucleare russa. Ma Mosca è andata al di là delle esternazioni declaratorie sin dall’inizio dell’aggressione allorché Putin annunciò la posta in allerta delle forze nucleari russe. Il gesto più eclatante è però quello dell’annuncio russo dello spiegamento in Bielorussia di alcuni dei 1500 missili nucleari “tattici” di cui si stima che essa disponga. Per rendere più temibile la minaccia, i due paesi hanno ora svolto esercitazioni militari congiunte nelle quali veniva contemplata l’opzione dell’uso dell’arma nucleare. Anche in questo caso il Pentagono, pur definendo irresponsabili le esercitazioni citate, ha cercato di smorzare i toni indicando di non aver registrato mutamenti nella disposizione delle forze strategiche russe. Difficile stabilire se tali misure russe, che si aggiungono alla bellicosa retorica, alle parate militari e ai mutamenti ai vertici delle forze armate, siano l’espressione di forza o di debolezza. Certamente sono indici di molto nervosismo, che non è mai un buon segno.

È opportuno che, nelle attuali circostanze, i paesi dell’Ue e della Nato mantengano i nervi saldi e la barra al centro. Gli annunci estemporanei creano quelle divisioni in campo occidentale da sempre sfruttate da Mosca. Sulle questioni nucleari occorre che siano le sole istanze della Nato al più alto livello ad a esprimersi, cosa che potrà avvenire al prossimo vertice che si terrà a Washington il prossimo luglio.

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