La Grecia ricorda il “Cinquantesimo del Polytechnìo”

17 Novembre 1973 – 17 Novembre 2023. In molte parti del mondo questo tempo si può chiamare in tanti modi: cinquanta anni, 10 lustri, oppure 5 generazioni. In Grecia viene ricordato come “il Cinquantesimo del Polytechnìo“, il giorno in cui i carri armati della giunta militare dei colonnelli fecero irruzione nel Politecnico di Atene stroncando la protesta degli studenti che al grido di democrazia, dhimokratìa, dopo 6 anni di dittatura militare, chiedevano la fine del regime.

Molti storici affermano che spesso il culmine di un regime segna l’inizio del loro declino. E così è stato anche in questo caso. Nel luglio 1974  finisce la dittatura, vengono indette nuove elezioni,  la Grecia diventa una Repubblica e adotta una nuova Costituzione.

Il 17 Novembre 1973 negli anni ha segnato la storia della Grecia. Proprio per l’irruzione dei carri armati in università, fu introdotto l’istituto giuridico dell’asilo universitario, ovvero quell’ insieme di norme che vietano l’ingresso delle forze Armate e dell’ ordine nel perimetro interno alla città universitaria. Negli anni questa garanzia è stata molto criticata poiché, a detta dei detrattori, avrebbe perso l’autentico significato per dare immunità e copertura legale a tutti coloro che se ne servivano ed abusavano per motivi estranei alla vita democratica. Con il governo di Antònis Samaràs questa garanzia è stata molto ridotta.

Un’altra conseguenza legata a quella data è la nascita del gruppo terroristico “17 Novembre”.  Questo fu attivo per circa 20 anni a partire dal 1975 e segnò gli anni di piombo ellenici. I suoi obiettivi erano quelli considerati i simboli del capitalismo e dell’imperialismo. Tra le vittime illustri vi fu Pavlos Bakoyannis, il deputato di Nuova Democrazia marito di Dora, già Ministro per gli Affari Esteri e sorella dell’attuale primo ministro Kyriakos Mitsotakis. L’attività del gruppo è stata sempre avvolta dal mistero così come i suoi militanti, anche quando il gruppo è stato smantellato nei primi anni 2000.

Che significato ha questo anniversario?

Il giornale Efimerida ton syntakton su posizioni di sinistra vicino a SYRIZA mette il focus sulle celebrazioni di questa data, per l’insurrezione “che è rimasta indelebile nella memoria collettiva del Paese e che ancora oggi ispira giovani e donne, dando l’esempio di una lotta esemplare e magnifica” .

Lavoratori, pensionati, studenti di fazioni politiche e non allineati hanno trasformato il piazzale del Politecnico in uno spazio di discussione sugli avvenimenti e sul significato della rivolta, fino a spostare l’argomento sull’inserzione a favore della Palestina. Naturalmente erano presenti anche i militanti che parteciparono alla storica occupazione del ’73. Erano centinaia le persone, del movimento studentesco anti-dittatura, che hanno vissuto da vicino tutti quei giorni critici per la libertà e contro ogni forma di fascismo.

La stampa vicina al governo di centrodestra, su tutti Kathimerini, riporta la nota dell’ ufficio stampa di Nuova Democrazia, partito al governo, che definisce il 17 Novembre 1973 la pietra miliare della storia moderna della Grecia. La nota di chiude con l’onore che tutti devono a chi oppose la propria statura morale contro la giunta militare a costa di persecuzioni, torture, e della stessa vita.

Gli interrogativi del 17 novembre

Per concludere, il “Polytechnìo” dopo 50 anni se lascia ancora molti interrogativi tuttavia blinda una certezza.

Το Πολυτεχνείο  che cos’è stato? Una rivolta di studenti che ha preso forma politica? Oppure un evento nato già politico per sfidare la giunta militare? È stata quella rivolta a decretare la fine della dittatura oppure il fallito golpe (dei nazionalisti greco ciprioti legati ai colonnelli greci) a Cipro? Quattro domande in cerca di risposta. Un dato però è sicuro: la rivolta del Politecnico ha dimostrato che nulla è impossibile, esso è stato il punto di svolta, il prima e dopo della storia dell’ultimo mezzo secolo.

Dopo il ritorno della democrazia, durante il primo concerto del grande Mikis Theodorakis e altri artisti militanti proibiti durante quel periodo, tra una pausa e l’altra la gente gridava “dòste tin hùnda sto laò” (consegnate la giunta al popolo) e infatti i responsabili sono stati processati e spediti in galera: dunque, già quello è stato il segnale che questa data è ancora viva.

Foto di copertina EPA/SIMELA PANTZARTZI

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