Estonia al voto: il partito di Kaja Kallas è il favorito

Il prossimo 5 marzo, gli elettori estoni saranno chiamati al voto per eleggere, con un sistema di voto proporzionale e una soglia di sbarramento al 5 per cento, i futuri 101 membri del Riigikogu (il Parlamento estone) per i prossimi 4 anni.

I rappresentanti dello Stato baltico dovranno dimostrare ai propri elettori di essere in grado di fronteggiare vecchie e nuove sfide, dall’innalzamento del livello del mare dato dalla crisi climatica, alla guerra tra Russia e Ucraina, che vede indirettamente coinvolta anche la storica comunità russofona del Paese.

I partiti in corsa alle elezioni

Nell’attuale Riigikogu sono presenti 5 partiti politici:

– Il Partito della Riforma (ER), un partito liberale guidato dall’aprile 2018 da Kaja Kallas, primo ministro uscente, con 34 seggi;

– Il Partito di Centro (K), guidato da Juri Ratas. Creato nel 1991, si colloca a sinistra dello spettro politico ed è molto popolare tra la minoranza russofona del Paese, con 26 seggi;

– Il Partito Popolare Conservatore (EKRE), partito populista di destra guidato da Martin Helme, con 19 seggi;

Isamaa (I), partito conservatore cristiano-democratico fondato nel 2008, guidato da Helir-Valdor Seeder e in coalizione di governo con il partito della Riforma, con 12 seggi;

– il Partito Socialdemocratico (SDE), costituito nel 1990, anch’esso parte del governo uscente e guidato da Lauri Läänemets, ha 10 seggi.

Dal gennaio 2021 al luglio 2022 il governo era formato da una coalizione tra il Partito della Riforma e il Partito del Centro (K) di Juri Ratas, dopo che quest’ultimo si era dimesso da capo del governo in seguito ad accuse di corruzione, lasciando il posto a Kaja Kallas.

Tuttavia, dal luglio 2022 ad oggi, la coalizione è stata sostituita da un’alleanza tra il partito di Kallas (ER), Isamaa (I) e il Partito socialdemocratico (SDE). La crisi di governo avvenuta nel maggio dell’anno scorso e sfociata definitivamente in un rimpasto dell’esecutivo è stata determinata dalle critiche mosse da entrambi i partiti in merito alla riforma degli assegni familiari e dell’educazione primaria.

Il capogruppo della Riforma al Riigikogu, Mart Võrklaev, aveva infatti dichiarato a ERR, giornale online estone di lingua inglese, che i due partiti avevano concordato di discutere gli assegni familiari nel bilancio statale del 2023 e che presentare in anticipo il disegno di legge avrebbe influito negativamente su questo processo e sulle relazioni tra i due partner della coalizione.

Nonostante mesi di trattative, nel giugno 2022 il governo non ha più avuto la fiducia del Parlamento, e nel luglio 2022 Kaja Kallas ha stretto la nuova alleanza con Isamaa e il Partito Socialdemocratico, assicurandosi la maggioranza con 55 dei 101 seggi.

I nuovi partiti

I nuovi partiti sulla scena politica non sembrano abbiano portato un cambiamento significativo nel quadro politico, come ad esempio Parempoolsed, nato nel luglio 2022.

Questo partito, sebbene sia nuovo sulla scena politica e con un solo deputato nel Riigikogu a partire dal cambio di governo, rientra nel movimento di conservatorismo fiscale presente da anni in Estonia.

Tale partito di centro-destra si pone principalmente come alternativa a Isamaa (I) e in contrasto con la crescente “deriva a sinistra” del governo in materia di politiche sociali e di immigrazione.

A parte questa novità, gli altri partiti in gioco, quali ad esempio Estonia 200 (liberale) e il partito dei Verdi estone non sembrano riscuotere maggiore successo rispetto alle elezioni precedenti, del 2019. Anche in questa tornata elettorale, i pronostici pongono Estonia 200 al di sopra della soglia di sbarramento del 5%, mentre i Verdi e TULE, nato nel 2020 dall’unione di una forza populista di centro-destra e di una ambientalista, appaiono in netta difficoltà per aggiudicarsi dei seggi elettorali.

I temi della campagna elettorale

Sebbene la rosa dei partiti sia variegata e copra tutto lo spettro politico, la novità di questa tornata elettorale è rappresentata dalla possibilità di non osservare il silenzio elettorale i giorni precedenti le elezioni. Manifesti elettorali, cartelloni pubblicitari e volantini possono quindi essere affissi o distribuiti anche il giorno stesso del voto.

Tuttavia, sembra che questa opportunità di prolungare la campagna elettorale fino all’ultimo giorno non favorisca un partito rispetto a un altro. Infatti, tutte le forze politiche hanno finora utilizzato un linguaggio discreto e privo di particolari differenze, tra cui i valori del patriottismo e, a tratti, del nazionalismo sono il filo conduttore della propaganda.

I temi di maggiore successo sono stati trasversalmente la costante crescita dei prezzi e il conseguente rincaro del costo della vita (con un tasso d’inflazione al 18% al febbraio 2023), insieme alla sicurezza e alla difesa nazionale in conseguenza del conflitto tra Russia e Ucraina, nonché la gestione dei rifugiati ucraini.

Nello specifico, il tema della crisi migratoria si somma al timore da parte dei partiti di centro e di destra di un allargamento del conflitto ben oltre il confine russo-ucraino, dal momento che a partire dal 19 settembre 2022 Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia hanno iniziato a respingere i russi in possesso di un visto turistico rilasciato da uno degli Stati Schengen dell’Ue.

La paura di un coinvolgimento militare (oltre che politico) estone ha portato alla riacutizzazione dei sentimenti anti-russi in tutto il Paese, con proposte di limitazione dei diritti della minoranza russofona da parte di tutte le forze politiche.

Clima, diritti e guerra 

In riferimento alla questione climatica, invece, il Partito della Riforma, il Partito di Centro, il Partito Socialdemocratico ed Estonia 200 chiedono l’adozione di una legge sul clima per tagliare le emissioni di gas serra in futuro. Eesti 200 e il Partito della Riforma vorrebbero spingere anche verso l’istituzione di un ministero per il clima.

Inoltre, la forza di opposizione EKRE ha accennato alla possibilità di sollevare nuovamente la questione del referendum sul matrimonio egualitario, mentre diversi partiti hanno suggerito di riformare l’attuale sistema fiscale estone.

Nel complesso, i sondaggi elettorali danno come favorito il partito di Kallas, con il 30% delle preferenze a una settimana dal voto. Seguono, a debita distanza, EKRE (19%) e il Partito di Centro (16%). Se i risultati saranno confermati, sarà dunque interessante notare la configurazione del nuovo esecutivo e il modo con cui le problematiche attuali verranno gestite in futuro, non da ultima la prospettiva e il posizionamento politico dell’Estonia rispetto al prolungamento della guerra russo-ucraina.

*Articolo a cura di Letizia Storchi, Redazione Europa de Lo Spiegone

Foto di copertina EPA/STEPHANIE LECOCQ

Ultime pubblicazioni