Covid, clima e conflitti: il mix letale che affama il Corno d’Africa

Il Corno d’Africa sta sperimentando una delle peggiori siccità degli ultimi decenni, dopo tre stagioni consecutive di piogge scarse. Il Programma alimentare mondiale stima siano 13 milioni le persone tra Kenya, Somalia e Etiopia in condizione di grave insicurezza alimentare, 5.5 milioni i bambini affetti da malnutrizione acuta. La siccità ha decimato i raccolti (con perdite fino al 70% secondo l’Onu) e provocato una moria di capi di bestiame, a milioni, principale fonte di sostentamento delle famiglie.

Un mix letale

La siccità è solo l’ultima emergenza in ordine di tempo a colpire popolazioni ancora alle prese con le conseguenze delle inondazioni del 2019, dell’invasione delle locuste dello stesso anno, dei conflitti armati (in Etiopia e in Somalia), della pandemia da Covid-19. La regione è dunque un caso emblematico dove si concentra un mix letale: clima, Covid, conflitti. Le tre “C” che, come documenta l’edizione 2021 del Global Hunger Index (GHI), restano le principali cause della fame nel mondo.

Cesvi nel Corno d’Africa

Dal 2009 Cesvi porta avanti numerosi programmi che mirano a promuovere la salute materna e infantile, la sicurezza alimentare, soprattutto di donne e gruppi vulnerabili, l’igiene e l’accesso all’acqua potabile. Più di recente ha avviato progetti per rispondere all’emergenza Covid-19: da un lato con interventi per arginare la diffusione del virus (stazioni per il lavaggio delle mani, campagne di sensibilizzazione e distribuzione di dispositivi di protezione) dall’altro con programmi di sostegno (Cash Assistance) concepiti per mitigare le conseguenze economiche della pandemia.

La campagna di immunizzazione

Il Covid-19 infatti ha ridotto drasticamente le fonti di reddito della popolazione. Solo in Kenya, la Banca mondiale stima siano 2 milioni le persone scivolate sotto la soglia di povertà a causa della pandemia. Intanto la campagna di immunizzazione arranca, come nel resto del continente. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, appena l’11% della popolazione in Africa ha ricevuto il vaccino.

Una risposta integrata

In occasione del sesto vertice Unione europea – Unione africana, che si è tenuto a Bruxelles il mese scorso, Cesvi ha ribadito l’urgenza di adottare un approccio multidimensionale con interventi a 360 gradi per affrontare i problemi endemici della regione: cambiamento climatico, malnutrizione, conflitti, pandemia. Tutti i fattori devono essere trattati di concerto per contrastare l’insicurezza alimentare e accrescere la resilienza delle comunità.

Cesvi, insieme alle altre organizzazioni umanitarie sul campo, osserva in presa diretta la crisi umanitaria certificata dalle statistiche internazionali. Le madri prese in carico nei centri per la salute materna e infantile non hanno cibo per sfamare i propri figli gravemente malnutriti.

Foto di copertina EPA/Daniel Irungu

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