Come le altre colonie britanniche nel Pacifico, anche Tuvalu ha iniziato il suo percorso di autodeterminazione successivamente alla formazione delle Nazioni Unite dopo la Seconda guerra mondiale.
Il percorso si è concluso nel 1978, con la concessione dell’indipendenza da parte del Regno Unito in virtù del Tuvalu Independence Order. Dello stesso anno è anche la Costituzione di Tuvalu, mentre quattro anni prima era stato indetto un referendum per stabilire se le isole Gilbert e le Ellice dovessero avere una propria amministrazione.
Toaripi Lauti è stato il primo Primo ministro di Tuvalu, eletto il 1° ottobre 1978: questa è anche la data celebrata come il Giorno dell’Indipendenza del Paese.
Le elezioni del 26 gennaio
Dopo aver raggiunto l’indipendenza, Tuvalu ha adottato un sistema di democrazia parlamentare.
Il Parlamento, Fale i Fono, è titolare del potere legislativo e si caratterizza per la sua natura unicamerale e non partitica: non esistono partiti politici formali e i candidati concorrono come indipendenti. Ognuna delle otto circoscrizioni dell’isola elegge due parlamentari, per un totale di 16, e le elezioni si tengono ogni quattro anni.
Le elezioni del 26 gennaio 2024 a Tuvalu segnano un momento decisivo per il Primo ministro uscente, Kausea Natano, e il suo governo.
Natano, a capo del Paese dal 2019, ha guidato Tuvalu attraverso sfide significative. In particolare, nel corso del suo mandato, il governo ha implementato politiche per rafforzare il contrasto e la prevenzione dei cambiamenti climatici, come evidenziato dalla collaborazione con la Banca mondiale per lo sviluppo di infrastrutture più resistenti ai disastri.
Le elezioni del 2024 offrono ai cittadini di Tuvalu l’opportunità di valutare soprattutto queste politiche. Uno dei più importanti campi di prova per il governo uscente, in questo senso, è quello relativo al recente accordo stipulato con l’Australia. Noto come “Falepili Union”, esso ha sollevato numerosi interrogativi sulla sovranità di Tuvalu in un passaggio storico molto complicato.
Falepili Union, un aiuto per Tuvalu o un rischio per la sua sovranità?
Il Falepili Union è un accordo tra Tuvalu e l’Australia stipulato nel novembre 2023. Questo trattato è nato come risposta alla minaccia esistenziale posta dal cambiamento climatico a Tuvalu, il cui territorio è particolarmente vulnerabile all’innalzamento del livello del mare. Con la previsione che alcune isole potrebbero essere sommerse nei prossimi decenni, il Falepili Union mira a fornire ai cittadini di Tuvalu opportunità di mobilità climatica e sicurezza economica
Il trattato prevede da una parte la possibilità per i tuvaliani di trasferirsi in Australia in caso di disastri legati ai cambiamenti climatici, dall’altra il supporto per lo sviluppo infrastrutturale e l’assistenza economica a Tuvalu. Tuttavia, il Falepili Union ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sovranità di Tuvalu. Ci sono timori che la dipendenza da aiuti esterni e l’apertura alla migrazione possano influenzare l’autonomia decisionale del Paese e la sua identità nazionale.
Questi timori sono stati espressi in particolare dall’ex Primo ministro, Enele Sopoaga, che ha affermato l’intenzione di abrogare il trattato qualora dovesse tornare al governo dopo le elezioni. Sopoaga ha sottolineato l’importanza di preservare la sovranità delle nazioni insulari del Pacifico in un periodo in cui le grandi potenze, come gli Stati Uniti e la Cina, si contendono l’influenza nella regione. Anche l’ex ministro degli Esteri Simon Kofe ha criticato il trattato e si è impegnato a rinegoziarlo con l’Australia.
L’impegno costituzionale di fronte al cambiamento climatico
Al di là del processo elettorale, un elemento significativo che emerge è il recente cambiamento della costituzione di Tuvalu, il cui secondo articolo ora prevede che “lo Stato di Tuvalu all’interno del suo quadro storico, culturale e giuridico rimarrà in perpetuo in futuro, nonostante gli impatti dei cambiamenti climatici o di altre cause che comportano la perdita del territorio fisico di Tuvalu”. Questa modifica riflette un approccio unico e proattivo alla sfida rappresentata dal cambiamento climatico.
Mentre l’innalzamento del livello del mare continua a minacciare la sua esistenza fisica, Tuvalu ha scelto di rispondere con una riforma che mira a preservare la sua sovranità e identità statale. Questa decisione evidenzia la centralità della sfida ambientale per l’ordinamento e la storia di uno Stato che, molto probabilmente, vivrà dei cambiamenti irreversibili nel prossimo futuro.
Tuvalu oltre le elezioni
La situazione di Tuvalu pone interrogativi, non più prorogabili, all’intera comunità internazionale. Mentre la nazione affronta la concreta possibilità di diventare inabitabile, la sua risposta attraverso la modifica costituzionale solleva domande sulla sovranità e l’identità statuali di fronte alle minacce ambientali, rappresentando anche un caso di studio interessante per le nazioni che si trovano, o potrebbero presto trovarsi, in condizioni analoghe.
Le elezioni del 2024 offrono ai cittadini di Tuvalu un’opportunità per riflettere e decidere sul loro futuro in un contesto di sfide multidimensionali senza precedenti in continua evoluzione. Oltre il risultato delle elezioni, Tuvalu continuerà senza dubbio a essere un punto di riferimento importante nel dibattito globale sul cambiamento climatico e la sovranità statale.
Articolo a cura di Giulia Romani