Transatlantic Symposium: eredità e futuro della cooperazione Italia-Usa

La partnership tra Italia e Stati Uniti non sarebbe quella che è oggi senza la sua lunga e significativa storia. La cooperazione è, infatti, frutto del percorso che i nostri Paesi e le nostre persone hanno intrapreso insieme. I nostri legami sono radicati in valori comuni. Condividiamo un impegno universale nella promozione dei diritti umani e nella difesa della libertà, della pace e della democrazia.

Le nostre relazioni commerciali ed economiche sono forti e vaste. Gli scambi sociali, accademici e culturali tra i nostri cittadini sono vivaci. L’ampiezza e la profondità della partnership Itala-Usa è fatta anche dai tanti italiani e italo-americani, che – giorno dopo giorno, un po’ alla volta – danno con orgoglio il loro contributo, lasciando il segno nel panorama politico, imprenditoriale, scientifico e culturale degli Stati Uniti, a livello locale e statale.

Più cooperazione tecnologica e innovazione 

Queste relazioni sono salde anche nei settori della tecnologia e dell’innovazione, dalla tecnologia quantistica fino alle biotecnologie e allo spazio. Questa settimana, l’Italian Innovation and Culture Hub di San Francisco è stato inaugurato alla presenza del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Un progetto ambizioso che ci permetterà di condividere risorse economiche, scientifiche e culturali per massimizzare l’impatto delle iniziative diplomatiche italiane. L’Innovation Centre offrirà una vasta gamma di servizi per le startup e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, dando la possibilità agli startupper italiani e americani di lavorare insieme sulle loro idee, attirando al contempo gli investimenti necessari per trasformarle in iniziative imprenditoriali.

Mentre ci riuniamo per celebrare le nostre relazioni nell’anno del loro 160 ° anniversario, posso dire di essere orgogliosa del livello e della portata della cooperazione in politica estera tra Italia e Stati Uniti. C’è un dialogo costante e costruttivo tra i nostri Paesi, e non potrebbe essere altrimenti, data l’importanza strategica delle nostre relazioni e le sfide dei nostri tempi.

Gli incontri tra il ministro Di Maio e il segretario Blinken sono stati particolarmente frequenti quest’anno, a partire dal viaggio del ministro Di Maio a Washington D.C. in aprile per l’inizio delle celebrazioni del 160° anniversario. A giugno, il segretario Blinken si è recato a Roma per co-presiedere le riunioni ministeriali della Coalizione Globale contro Daesh e sulla Siria. A Bari e Matera, si è unito ai ministri degli Esteri del G20 con l’obiettivo di ribadire l’impegno degli Stati Uniti per il multilateralismo e parlare di una continuativa cooperazione nella lotta alla pandemia di COVID-19, affrontando la crisi climatica e ricodificando meglio, con un focus sull’Africa. Siamo stati particolarmente lieti di dare il benvenuto al presidente Biden a Roma per il vertice del G20 e grati agli Stati Uniti per il loro forte sostegno durante i flussi di lavoro del G20.

L’impegno con la NATO e in Afghanistan

La nostra collaborazione è particolarmente forte nella regione del Mediterraneo allargato, dove manteniamo un ampio dialogo strategico. Ai recenti dialoghi MED, ci siamo riuniti per discutere un’agenda positiva per il Mediterraneo in un momento di transizione politica ed economica.Negli ultimi mesi, il coordinamento sulle aree di crisi è aumentato ulteriormente. Lo stesso vale per altre questioni regionali fondamentali, come le questioni di difesa e la sicurezza energetica.

Dopo la fine della missione NATO in Afghanistan, gli Stati Uniti e l’Italia hanno lavorato a stretto contatto. Sulla scia della crisi afghana, l’Italia ha convocato una riunione speciale del G20 per promuovere una risposta coordinata della comunità internazionale. Gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo essenziale nella fase più impegnativa della crisi e nell’aiutare i cittadini italiani espatriati e gli afghani che hanno collaborato con le nostre istituzioni nel Paese. Il lavoro svolto dalle forze statunitensi all’aeroporto di Kabul è stato di fondamentale importanza per garantire operazioni di passaggio sicure.

Come alleati, siamo risoluti nel nostro impegno a proteggere la nostra sicurezza collettiva e cooperiamo per mantenere la pace e la stabilità internazionali. In quanto tale, secondo la sua dimensione europea, l’impegno dell’Italia nei confronti della NATO rimane saldo e fondamentale nella sua politica estera.

L’asse Bruxelles – Washington per la democrazia

Partendo dalle solide fondamenta di questa relazione, guardiamo avanti al futuro della partnership tra Italia e Stati Uniti. Il futuro comporta grandi sfide. L’ordine globale e il clima geopolitico sono in continuo cambiamento. Gli sviluppi di quest’ultimo anno – dalla pandemia ai cambiamenti climatici, alle crisi regionali – hanno portato in primo piano l’urgenza di tracciare un percorso verso un futuro che incarna i nostri principi e valori. L’Europa e gli Stati Uniti condividono un forte interesse a proteggere l’ordine liberale internazionale. Dobbiamo rinnovarlo e migliorare il nostro impegno, al fine di rimanere al passo con i cambiamenti di potere nel ventunesimo secolo e di gestire efficacemente i nuovi conflitti.

Tutti questi obiettivi sono a portata di mano, se l’Europa e gli Stati Uniti stanno insieme e guidano una risposta coordinata della comunità internazionale, attraverso il dialogo e la diplomazia. Come alleati e partner, siamo indispensabili  l’uno per l’altro. In quest’ottica, l’Italia accoglie con favore il Summit per la Democrazia e l’Anno d’azione come opportunità per contribuire a rafforzare e migliorare la democrazia per il 21° secolo.

Stiamo intraprendendo azioni coraggiose e ambiziose per promuovere la democrazia in patria e all’estero. Anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e la resilienza – parte del Next Generation EU – che comprende investimenti in sei settori politici chiave e riforme in materia di giustizia, pubblica amministrazione, semplificazione normativa e concorrenza per contribuire a costruire una società più moderna, inclusiva e democratica per i nostri cittadini.

L’attuale amministrazione statunitense ha un reale interesse a rafforzare le relazioni con i suoi partner europei. Questo rappresenta un’opportunità che dobbiamo cogliere. Un’Europa forte rende gli Stati Uniti più forti. Aumentare l’autonomia strategica dell’Europa e rafforzare le relazioni transatlantiche sono due facce della stessa risposta strategica a uno scenario internazionale complesso. Consideriamo il processo “NATO 2030” e l’aggiornamento del Concetto Strategico come uno sforzo collettivo per rafforzare l’unità e la coesione transatlantica. Vogliamo rendere l’Alleanza più forte, di successo e adatta al futuro.

Digitale e ambiente: le transizioni “gemelle”

Il rafforzamento della cooperazione tra la NATO e l’UE va proprio in questa direzione. Ciò è particolarmente vero nei settori in cui l’UE è un attore chiave, come la cyber-security, l’ibrido e la resilienza delle nostre società. Ma c’è di più. Altre questioni, come il commercio e la tecnologia, sono diventate altamente politiche, ponendo nuovi rischi. Prendiamo, ad esempio, la protezione della catena di valore mondiale. La crisi pandemica ne ha evidenziato l’importanza critica. Il Consiglio Ue-USA per il commercio e la tecnologia è uno strumento molto utile per discutere su come rafforzare le catene di approvvigionamento. Sul fronte commerciale abbiamo fatto progressi immensi, a partire dalla disputa Boeing/Airbus, oltre che sulle tariffe acciaio e alluminio e sul tema della tassazione digitale.

Praticare un multilateralismo forte ed efficace è l’unica strada per affrontare con successo le sfide più urgenti che il mondo deve affrontare oggi, dalla salute globale alla lotta ai cambiamenti climatici. La salvaguardia del nostro pianeta è una priorità assoluta per l’Italia. Dobbiamo basarci sui risultati della conferenza del G20 e della COP26 di Glasgow.

La transizione ecologica è la parte più rilevante del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Abbiamo elaborato una strategia più ampia per rendere la nostra economia sostenibile nel lungo periodo. Il 40% di tutte le risorse del Piano sarà destinato alla “transizione verde”. Abbiamo chiari obiettivi ambientali da raggiungere, a partire dal raggiungimento di una transizione energetica su vasta scala. Molte aziende leader italiane, come Enel, Snam ed Eni, tra le altre, e il sistema di ricerca italiano sono in prima linea negli sforzi di decarbonizzazione.

Mentre ci imbarchiamo nelle cosiddette “transizioni gemelle” – la transizione verde e la transizione digitale – il valore della cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia e Stati Uniti è più alto che mai. Abbiamo già raggiunto picchi di eccellenza in molti settori, come le scienze della vita, i processi produttivi carbon-free, l’intelligenza artificiale e la robotica. Cerchiamo di potenziarli ulteriormente. La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale guideranno la crescita economica nel prossimo futuro.

Il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e inclusivo dipende da questi obiettivi. I progressi in questi settori sono essenziali anche per proteggere la nostra salute, come abbiamo imparato dalla pandemia di COVID-19. L’intelligenza artificiale e le tecnologie ITC possono fare la differenza in termini di efficacia delle cure mediche e resilienza dei sistemi sanitari.

In questi tempi così difficili, la partnership unica tra Stati Uniti e Italia non è mai stata così importante. Le relazioni transatlantiche rimangono oggi – più che mai – una roccaforte di stabilità, pace e prosperità nel sistema internazionale. Insieme, possiamo continuare a dare l’esempio.

Questo testo è una traduzione dell’intervento del viceministro agli Affari esteri Marina Sereni, all’edizione speciale del Transatlantic Symposium organizzata da IAI in partnership con il ministero degli Affari esteri e l’ambasciata americana in Italia

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