L’Italia al voto: il confronto sulla politica estera

Preso atto del poco spazio dedicato alle questioni di politica estera, nonché dello stretto rapporto che lega la collocazione internazionale dell’Italia e le scelte di politica interna, il 13 settembre l’Istituto Affari Internazionali ha ospitato un momento di confronto sulla politica estera dei principali partiti nazionali (Azione-Italia Viva; Movimento 5 Stelle; Fratelli d’Italia; Partito Democratico; Forza Italia)*. 

Dalla discussione si è evinto un quadro di generale continuità riguardo le principali direttive di politica estera, ma che tuttavia dimostra anche alcune zone di ombra nel trattare questioni relative ai rapporti con l’Unione europea (Ue) e il continuo sostegno militare all’Ucraina.   

Fronte comune sulle priorità di politica estera

Sulle questioni di politica estera emerge un fronte comune che, in continuità con la tradizionale linea nazionale, conferma il posizionamento dell’Italia all’interno delle cornici europee e transatlantiche. Allo stesso tempo si evidenzia la necessità di riaffermare il protagonismo internazionale italiano, rilanciando il multilateralismo e riequilibrando le relazioni transatlantiche, seppur senza specifiche articolazioni sugli strumenti per portare avanti tali ambizioni. 

A fronte del conflitto in Ucraina e la minaccia russa, tutti i partiti hanno riaffermato l’indiscutibile posizione atlantista del paese. I partiti concordano sulla necessità di mantenere le sanzioni alla Russia, e si discostano unanimemente dalla pretesa secondo cui il presidente ucraino Zelensky dovrebbe accettare un compromesso con il presidente russo Putin. Sull’invio di armi all’Ucraina, invece, il fronte comune inizia a mostrare alcune crepe, con il Movimento 5 Stelle che protende verso una posizione contraria.

Altra questione ritenuta prioritaria è la minaccia di Mosca. Pertanto, insieme al raggiungimento di una necessaria coesione degli stati europei in materia di politica estera, gli esponenti dei principali partiti nazionali ritengono rilevante garantire una presenza italiana ed europea più consistente nel Mediterraneo allargato, anch’essa regione di particolare interesse strategico per la Russia, nonché per l’Italia e l’Europa. In questo contesto, viene sollevata da alcuni partiti la necessità di una rinnovata centralità nazionale che permetta all’Italia di diventare un interlocutore influente e credibile, di difendere gli interessi nazionali e di farsi motore di iniziative e base di dialogo anche, se non soprattutto, verso la sponda sud nel Mediterraneo. Per fare ciò, è richiesto un rafforzamento degli strumenti di politica estera oltre che un ampliamento delle risorse umane a disposizione della diplomazia italiana.

Cina come minaccia sistemica

In un contesto di conflittualità tra Cina e Stati Uniti, dal dibattito emerge un chiaro posizionamento a fianco degli Stati Uniti e, in linea con quanto consolidato in occasione del vertice Nato a Madrid e definito poi anche dal concetto strategico dell’Alleanza, la Repubblica Popolare Cinese è considerata una minaccia sistemica alla sicurezza euroatlantica.

A ciò si propone una politica estera che esprima una coesa posizione occidentale e che affronti la questione a livello europeo, evitando contrasti e superando divergenze all’interno dell’Unione. Di fondamentale rilevanza risulta anche il necessario riavvicinamento a paesi terzi già penetrati dall’influenza e dagli investimenti di Pechino, con particolare riguardo all’Africa e all’America Latina. Al fine di riacquisire terreno in questi continenti, l’Italia e l’Ue dovrebbero differire dall’approccio cinese evitando di promuovere un’aggressiva penetrazione commerciale. 

Se la Cina viene già descritta come una potenza rivale nel sistema multipolare, rimane tuttavia l’importanza di elaborare una strategia europea che tenga conto dei legami commerciali degli stati membri. Emerge inoltre la necessità di tutelare gli assetti strategici nazionali e comunitari, nei settori della difesa, della sicurezza nazionale, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, mediante l’attuazione di strumenti normativi come la regola del golden power.

Dissonanze sul dossier europeo

Nel contesto attuale, in cui il ruolo della Nato nella sicurezza europea è destinato ad aumentare alla luce dell’invasione Russa dell’Ucraina, emergono preoccupazioni sull’indebolimento del ruolo europeo, e in particolare sul processo di riforma dell’Unione, necessaria per migliorare le capacità di risposta in materia di politica estera e di difesa. A tal riguardo, è stata evidenziata l’esigenza di abbandonare la costosa frammentazione dell’attuale industria europea di difesa a favore di una cooperazione tra le varie realtà dell’Unione. Fra le proposte si delineano una standardizzazione degli strumenti di difesa, la promozione del Fondo europeo per la difesa e la rinuncia al diritto di veto sulla politica estera e di sicurezza.

Proprio su quest’ultimo punto, però, si sottolinea il contrasto di Fratelli d’Italia, per il quale la difesa delle posizioni nazionali rimane prioritaria. Mentre gli altri partiti ribadiscono la necessità di superamento del sistema di veti nazionali, spingendosi verso le maggioranze qualificate e la differenziazione integrata, la posizione di Fratelli d’Italia è fermamente contraria.

Le varie dissonanze che segnano le proposte di politica estera italiana su questioni europee, le alleanze di Fratelli d’Italia con forze antieuropeiste presenti nel Parlamento europeo e il primato degli interessi nazionali su quelli comunitari professato dagli esponenti del partito sono aspetti che annunciano una stagione delicata per la posizione del paese in Unione Europea a seguito delle elezioni politiche.

*Il rappresentate della Lega non ha partecipato a causa di un imprevisto

Foto di copertina ANSA/MATTEO BAZZI

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