Un ottimo risultato raggiunto nel peggiore dei modi

La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza è un’ottima notizia che è doveroso accogliere con sollievo e soddisfazione. E dobbiamo tutti essere grati al Presidente uscente per avere dato la sua disponibilità alla rielezione, malgrado da più di un anno avesse cercato in tutti modi di far passare il messaggio che questa non era la soluzione da lui auspicata, per ben giustificati motivi istituzionali oltre che personali.

Leadership e immobilismo politico

Si è chiusa così nel modo migliore una delle vicende meno edificanti della recente storia politica e istituzionale del Paese. Una vicenda che ha visto il sistema dei partiti paralizzato e incapace di trovare un’intesa non solo su un nome condivisibile, ma anche su un metodo per arrivare ad una intesa. Non è qui il caso di cercare vincitori e vinti di questa partita in cui si sono manifestate clamorosamente carenza di leadership, di visione politica e di senso dello Stato. Resta però complessivamente una sgradevole sensazione di ulteriore discredito nei confronti di un sistema politico incapace di un minimo di senso di responsabilità.

In una situazione di crescente confusione e perfino di pericolosi equivoci sul profilo del futuro Capo dello Stato, Mattarella ha dovuto prendere atto di questa clamorosa incapacità dei partiti e del Parlamento di arrivare a un’intesa. E ha deciso di rimettersi in gioco per evitare una spirale inconcludente di votazioni a vuoto che avrebbe potuto creare danni al Paese e alle sue istituzioni. È stato un gesto di grande rilievo che merita un plauso generalizzato.

La stabilità ritrovata

L’esito di questa elezione, e in particolare la circostanza che Mattarella sia stato eletto con i voti della maggioranza che sostiene l’Esecutivo, dovrebbe ora garantire stabilità del quadro politico e continuità dell’azione del Governo. Lo verificheremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Ma tutto lascia ritenere che questo sia lo scenario più verosimile, anche perché sembra difficile, dopo questa vicenda ipotizzare alternative a questo Governo e a questa maggioranza, malgrado le prevedibili turbolenze interne in quei partiti la cui leadership esce più delegittimata dal modo in cui si è giunti alla elezione del Presidente della Repubblica.

Ed in effetti l’Italia in questa congiuntura aveva e ha un disperato bisogno di stabilità e continuità, oltre che naturalmente di credibilità. La situazione del Covid sta migliorando, i contagi diminuiscono e si riduce la pressione sul nostro sistema sanitario. Ma nessuno è in grado di fare previsioni attendibili sulla evoluzione della pandemia. L’economia ha fatto registrare un ottimo risultato nel 2021. Ma la congiuntura nazionale e internazionale resta caratterizzata da gravi fattori di incertezza. Basti pensare alla ripresa più o meno generalizzata dell’inflazione o alle conseguenze dello spettacolare aumento dei costi dell’energia. La fase di attuazione del Pnrr entrerà nel vivo proprio a partire da quest’anno. E ci sono riforme importanti per il futuro del Paese appena messe in cantiere o ancora da programmare.

In Europa si dovranno affrontare scadenze importanti, dalla revisione delle regole in materia di disciplina di bilancio, all’adozione delle misure necessarie per raggiungere gli obiettivi molto ambiziosi che ci siamo dati su cambiamento climatico e transizione energetica, a scelte impegnative su politica estera e difesa comune.

Gli urgenti impegni internazionali 

Il quadro internazionale resta caratterizzato da crescenti tensioni ai confini orientali della UE, da una minacciosa assertività della Federazione Russa, da una competizione sempre più globale tra l’Occidente e la Cina, e dalle incertezze che caratterizzano le prospettive del quadro politico interno negli USA, e dal persistere di fattori di instabilità nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. Tutte ragioni che richiedono l’azione di un Governo autorevole, credibile e sostenuto da una maggioranza compatta e unita.

Non è quindi un caso che la rielezione di Mattarella e la prospettiva di una continuità nell’azione del Governo sia stata accolta con sollievo e apprezzamento da parte dei nostri partner europei e internazionali. L’Italia si dovrà confrontare con scadenze importanti e scelte difficili anche sul fronte europeo e internazionale. Dall’Italia ci si attendono scelte e decisioni che facciano rapidamente dimenticare quel “teatrino” della politica dei giorni scorsi, che era stato seguito con comprensibile preoccupazione nelle capitali dei nostri interlocutori internazionali. Non si può perdere altro tempo e soprattutto occorre che la “politica” si dimostri più responsabile e più consapevole delle sfide per il Paese di quanto non sia stata capace di fare in occasione dell’elezione del Capo dello Stato.

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