Rassegna stampa africana: l’incontro tra Macky Sall e Putin e le tensioni nella regione dei Grandi laghi

Pubblichiamo dei passaggi della rassegna stampa settimanale sull’Africa, curata da Jean-Léonard Touadi per RadioRadicale. È possibile ascoltare il podcast dal sito dell’emittente. Clicca qui per ascoltare.

Mentre la guerra in Ucraina continua e la crisi alimentare nel mondo si fa minacciosa, l’attuale presidente dell’Unione Africana – Macky Sall – ha incontrato il suo omologo russo Vladimir Putin a Sochi venerdì 3 giugno. Nella regione dei Grandi laghi, invece, si sono intensificate le tensioni tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda.

L’Unione Africana incontra Putin

I dettagli sul colloquio tra i due presidenti vengono forniti da Marième Soumaré su Jeune Afrique. L’articolo riporta che “il Cremlino considera questo incontro come un’occasione per riaffermare l’impegno della Russia nei confronti dell’Unione Africana, compreso l’ampliamento del dialogo politico e della cooperazione economica e umanitaria.”

Perorando la causa del continente, “vittima economica del conflitto in Ucraina, il presidente senegalese Macky Sall ha affermato che le sanzioni occidentali imposte alla Russia hanno peggiorato la situazione alimentare in Africa e ha chiesto che il settore alimentare sia escluso dall’arsenale restrittivo.”

Durante l’incontro con Putin, “Macky Sall ha cercato di convincere il suo omologo russo, a nome dell’Africa, a dargli garanzie sulle consegne di grano. La priorità è liberare le scorte di grano e fertilizzanti bloccate in Ucraina, da cui l’Africa dipende in larga misura. In totale, la Russia e l’Ucraina rappresentano il 30% delle esportazioni globali di grano e il conflitto ha portato a un’impennata globale dei prezzi del petrolio e dei cereali che colpisce direttamente i paesi del continente. Il 31 maggio, il capo di stato del Senegal e presidente dell’Unione Africana, invitato alla riunione del Consiglio europeo, ha messo in guardia i suoi omologhi occidentali dei rischi di penuria e di aumento generalizzato dei prezzi, prevedendo un crollo ‘dal 20 al 50%’ dei raccolti di cereali nel continente se il costo dei fertilizzanti continuerà ad aumentare. Si tratta di una situazione di dipendenza potenzialmente “catastrofica” per l’Africa, che sta affrontando anche siccità e forti piogge, in particolare nell’Africa orientale.”

Venti di guerra tra Ruanda e Repubblica Democratica del Congo

Con un articolo di Afrikarabia, curato da Christophe Rigaud, cerchiamo di capire perché la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda sono sull’orlo di un conflitto militare. “Da due mesi la situazione si sta aggravando tra la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e il suo vicino ruandese. Gli scontri tra i ribelli del M23 e l’esercito congolese sono diventati più tesi negli ultimi giorni. Kinshasa e il Movimento si accusano a vicenda di aver ripreso le ostilità, ma una cosa è certa: i pesanti combattimenti nel settore di Rutshuru, vicino al confine con il Ruanda, hanno causato la fuga di oltre 70 mila civili, secondo le Nazioni Unite.”

Come riporta Afrikarabia, “le tensioni sono aumentate ancora quando le autorità congolesi hanno annunciato nel fine settimana di aver catturato due soldati ruandesi in territorio congolese, nei pressi di Bihumba, a più di 20 chilometri dal confine con il Ruanda. La presenza delle forze ruandesi nella RDC non è una novità per gli abitanti della zona, considerato che le incursioni di Kigali nel Nord Kivu sono regolarmente denunciate dalla società civile, dall’opposizione politica e dai movimenti cittadini. Ma questa volta Kinshasa ha deciso di alzare la voce. In preda alle minacce dell’M23 a Goma e di fronte alla rabbia del popolo congolese, le autorità congolesi hanno accusato, per la prima volta in modo ufficiale, il Ruanda di sostenere la ribellione.”

Per il momento, “l’esercito congolese sta ancora lottando per fermare le azioni dei gruppi armati e Kinshasa spera in un aiuto esterno. La sua dura denuncia contro Kigali sta comunque iniziando a dare i suoi frutti sulla scena internazionale. La Commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti ha infatti chiesto conto a Kigali, e Paul Kagame sarà senza dubbio molto sensibile a qualsiasi cambio di posizione degli Stati Uniti nei confronti del Ruanda.”

Afrikarabia scrive che “Félix Tshisekedi conta sulla Comunità dell’Africa orientale per mettere in campo una forza militare offensiva contro i gruppi armati ma resta da vedere quali paesi saranno disposti a partecipare. Ciò che è certo – o almeno ciò che spera il presidente della Repubblica Democratica del Congo – è che, dopo le accuse di Kinshasa al Ruanda, i Paesi della regione saranno costretti a prendere posizione sulla questione.”

Sempre sulle tensioni tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, un articolo di Deutsche Welle propone un’intervista a Jean Claude Mputu, politologo e portavoce del progetto “Le Congo n’est pas à vendre”. L’esperto fa presente che “da circa vent’anni il popolo congolese, la società civile e i rapporti degli esperti di diverse organizzazioni lamentano il ruolo nefasto che il Ruanda sta svolgendo nell’aggressione del Congo attraverso i movimenti ribelli. Aggiunge inoltre che “tutti sanno che il Ruanda esporta minerali dalla Repubblica Democratica del Congo e proprio l’anno scorso i rapporti delle Nazioni Unite hanno dimostrato che il Ruanda continua a rifornirsi di oro e coltan dalla RDC.”

Rassegna stampa a cura di Jean-Léonard Touadi, funzionario FAO, docente di geografia dello sviluppo in Africa all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Foto di copertina EPA/ALEXEI DRUZHININ / SPUTNIK / KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT

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