Presidenziali in Gambia: Adama Barrow cerca il secondo mandato

Sabato 4 dicembre 2021 il Gambia terrà le sue elezioni presidenziali. A competere per la guida del Paese africano saranno sei candidati, compreso il presidente uscente, Adama Barrow. Si tratta di elezioni molto importanti, le prime dopo la crisi costituzionale vissuta dal Gambia a seguito della scorsa tornata elettorale.

Il Gambia è una Repubblica presidenziale, quindi sia il capo di Stato che l’Assemblea Nazionale sono eletti direttamente dai cittadini. Il presidente viene scelto con il sistema maggioritario e rimane in carica per cinque anni. Anche i membri dell’Assemblea Nazionale sono eletti ogni cinque anni, ma il loro rinnovo non avverrà in concomitanza con il cambio del presidente, visto che le prossime elezioni parlamentari sono previste per aprile 2022. In Gambia, infatti, l’anno delle due tornate elettorali non coincide.

Il sistema elettorale in vigore nella Repubblica è peculiare, perché a ciascun elettore viene affidata una biglia invece che una scheda elettorale. Per esprimere il loro voto, gli elettori procedono a inserire le biglie in fusti di metallo contrassegnati dalla foto del candidato a cui corrispondono e dipinti con i colori del suo partito. Questo sistema è ritenuto semplice, economico e facile da comprendere per gli elettori, particolarmente utile in contesti in cui il tasso di analfabetismo è significativo (il 49,2% della popolazione nel 2015). Votando in questo modo, infatti, è virtualmente impossibile che un voto venga annullato per irregolarità tecniche come nel caso delle schede nulle.

Il sistema di voto con le biglie, però, non è esente da critiche, relative soprattutto al fatto che la sua logistica è molto complessa nelle elezioni con molti candidati. Inoltre, rende impossibile il voto per i molti cittadini gambiani residenti all’estero. Nonostante questo, la proposta di passare al voto tramite scheda elettorale è stata respinta dalla commissione elettorale del Gambia, quindi almeno per le prossime elezioni presidenziali si voterà con il metodo tradizionale.

La crisi post-elettorale del 2016
Nel 2016 Adama Barrow aveva ottenuto il 43,3% dei voti, mentre proprio Yahya Jammeh, al potere sin dal colpo di stato militare del 1994, si era fermato al 39,6% dei consensi. A determinare la vittoria dello sfidante era stato il fatto che i sette maggiori partiti di opposizione erano riusciti a coordinarsi e a correre insieme con il nome di Coalition 2016, con Adama Barrow come candidato.

Jammeh si era però inizialmente rifiutato di abbandonare il suo ruolo, chiedendo l’annullamento delle elezioni e mobilitando l’esercito. Dopo che una mediazione internazionale guidata dall’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) non era riuscita a disinnescare la situazione, Senegal, Nigeria e Ghana avevano invaso militarmente il Paese per assicurare che il trasferimento di potere fosse completato. Jammeh invece si era recato in esilio in Guinea Equatoriale.

I candidati
Adama Barrow aveva vinto le scorse elezioni come candidato della Coalition 2016, un gruppo trasversale che aveva unito le diverse forze di opposizione del Paese per assicurare la fine dell’era Jammeh. Durante quel periodo, Barrow faceva parte dello United Democratic Party (Udp), abbandonato due anni fa per fondare il National People Party (Npp), partito che dirige e con il quale partecipa a questa tornata elettorale.

Ousainou Darboe è il candidato dello United Democratic Party (Udp), l’ex partito di Adama Barrow. Darboe è stato il mentore politico e uno stretto collaboratore del presidente uscente ed è attualmente uno dei politici gambiani più in vista, avendo ricoperto la carica di vicepresidente e altri importanti ruoli di governo durante la legislatura appena conclusa.

Il candidato del National Union Party (Nup) è Abdoulie Jammeh che è stato per anni il direttore generale dell’Autorità gambiana per l’aviazione civile e ha un’eccellente reputazione come leader dell’amministrazione pubblica.

Per il Gambia Democratic Congress (Gdc), invece, corre Mama Kandeh che nelle elezioni presidenziali del 2016 aveva ottenuto il terzo posto, con il 17,1% dei consensi. Alcuni giorni fa l’ex leader Yahya Jammeh, in esilio in Guinea, ha rilasciato un’intervista in cui invitava i gambiani che gli sono ancora fedeli a votare proprio per Kandeh. Il candidato è infatti favorevole a un ritorno dell’ex dittatore in Gambia e nei suoi raduni elettorali ha riprodotto messaggi audio di Jammeh ai suoi seguaci, ricevendo la condanna di Barrow e di molti altri esponenti politici.

Halifa Sallah è il candidato della People’s Democratic Organisation for Independence and Socialism (Pdois), il partito socialista radicale gambiano. Sallah è stato una figura di spicco dell’opposizione al regime di Jammeh ed è stato anche un collaboratore di Adama Barrow durante gli sforzi della Coalition 2016.

Infine, Essa Mbye Faal, un importante esperto di diritto internazionale, partecipa a queste elezioni come candidato indipendente. Già consulente della Corte penale internazionale, è stato il procuratore della Truth, Reconciliation and Reparations Commission, la commissione incaricata di accertare e perseguire i crimini del regime di Jammeh.

L’eredità di Jammeh
Adama Barrow si è trovato alla guida del Paese nel delicato momento che ha fatto seguito alla fine del regime di Jammeh, quest’ultimo caratterizzato dalla repressione brutale del dissenso e dal gravissimo dissesto finanziario dello Stato. Ad aggravare la già difficile situazione economica è stata poi la pandemia da Covid-19 che ha impattato gravemente sul settore turistico del Paese.

Nonostante le difficoltà, Barrow ha consolidato fortemente il suo potere, suscitando non poche polemiche. Sebbene alla fine della crisi del 2016-2017 avesse annunciato che il suo mandato sarebbe durato solo tre anni, alla fine ha deciso di rimanere in carica per tutti i cinque anni che gli spettavano. All’annuncio di questo passo indietro, nel 2019 ci sono state grandi proteste di piazza, guidate dal movimento Three Years Jotna (tre anni sono abbastanza). Il momento culminante della protesta è stata una manifestazione a Banjul, repressa violentemente dalla polizia che ha poi anche arrestato diversi attivisti e giornalisti. A preoccupare gli osservatori allora era stato in particolare il fatto che Barrow avesse usato proprio gli strumenti repressivi del regime di Jammeh per reprimere le proteste, proprio quelli che si era impegnato a smantellare.

Nel 2019 Barrow ha poi fondato l’Npp che negli ultimi mesi ha tentato di normalizzare i rapporti con l’Alliance for Patriotic Reorientation and Construction (Aprc), il partito dell’esiliato Yahya Jammeh che raccoglie ancora molti consensi tra i gambiani.

Alcuni osservatori temono quindi che Adama Barrow potrebbe agire in maniera spregiudicata per mantenere il suo potere e quindi il rischio di disordini, nel caso in cui il risultato delle elezioni venga contestato, non è da sottovalutare. Le prossime elezioni non sono solo un banco di prova per l’operato di Adama Barrow, che sarà valutato dalla popolazione in base alla sua capacità di gestire il dopo-Jammeh, ma anche per l’intera struttura politica del Gambia.

A cura di Matteo Savi, autore della redazione Africa de Lo Spiegone

Foto di copertina EPA/NICOLAS ASFOURI / POOL

***Lo Spiegone è una testata giornalistica formata da studenti universitari e giovani professionisti provenienti da tutta Italia e sparsi per il mondo con l’obiettivo di spiegare con chiarezza le dinamiche che l’informazione di massa tralascia quando riporta le notizie legate alle relazioni internazionali, della politica e dell’economia.

Ultime pubblicazioni