Rassegna stampa africana: le missioni di Macron e Lavrov in Africa

In questa rassegna stampa del 30 luglio, riportiamo i risultati del referendum tunisino sulla nuova costituzione del paese e del tour diplomatico in Africa del presidente francese Emmanuel Macron e del ministro degli esteri russo Sergej Lavrov.

Macron in missione diplomatica

L’altra notizia della settimana, commentata da Armand Mouko e Sycfreed Djenoukpo in un’analisi per BBC Africa, è il tour diplomatico del presidente francese in Africa, e nello specifico in Camerun, Benin e Guinea-Bissau. “Si tratta della prima visita di Emmanuel Macron dalla sua rielezione a Capo dello stato francese lo scorso aprile. La prima tappa di questo viaggio è il Camerun, la più grande economia dell’Africa centrale e i temi affrontati durante la visita saranno la crisi alimentare causata dalla guerra in Ucraina, i problemi di produzione agricola e le questioni di sicurezza.” BBC Africa riporta che “la presidenza francese annuncia che durante la sua visita in Benin, Emmanuel Macron tornerà sulla questione della restituzione dei beni culturali”.

Oltre a questi aspetti economici e culturali, “verranno affrontati anche quelli relativi alla sicurezza”, scrive BBC Africa. “La sicurezza rimane un problema nell’estremo nord del Camerun, dove l’esercito combatte contro Boko Haram dal 2014, così come nell’ovest anglofono, dove il paese sta affrontando un conflitto separatista. Gli scontri tra l’esercito e i separatisti dalla fine del 2016 hanno causato più di 6 mila morti e più di un milione di sfollati, secondo le Nazioni Unite. Dal novembre 2021, il nord del Benin sta affrontando un aumento degli attacchi terroristici. Secondo le autorità francesi, il paese necessiterebbe il sostegno francese in termini di supporto aereo, intelligence e attrezzature.”

Secondo il politologo beninese Joël Atayi-Gbèdègbé, intervistato da BBC Africa, “l’arrivo del presidente francese non è accolto all’unanimità nel paese. Nell’ambiente panafricanista è stata rilasciata una dichiarazione che si oppone fermamente all’idea di questa visita, che viene considerata come un tentativo di estensione del patto neocoloniale.”

La Russia cerca nuovi partner

Durante il tour diplomatico di Macron in Africa, anche il ministro degli Esteri russo Lavrov volava sul continente per una serie di incontri diplomatici in Egitto, Etiopia, Uganda e Repubblica del Congo. Secondo un articolo di ISPI “l’obiettivo di Lavrov è quello di persuadere i paesi del continente – fortemente dipendenti dalle importazioni di grano da Russia e Ucraina – che il blocco dei container nei porti ucraini non sia responsabilità del Cremlino ma dell’Europa e del governo di Kiev.”

In Egitto, “al termine dell’incontro con il presidente Abdelfattah al-Sisi e con il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, il ministro russo ha esortato il mondo arabo a sostenere la Russia contro i tentativi palesi degli Stati Uniti e dei loro satelliti europei di prendere il sopravvento e di imporre un ordine mondiale unipolare.”
Su Lavrov in Africa ha scritto anche Al Jazeera, in un articolo del 25 luglio, che riporta gli apprezzamenti del ministro russo per “la ponderata posizione africana sulla situazione in Ucraina, aggiungendo che i paesi africani hanno subito pressioni occidentali senza precedenti per aderire alle sanzioni contro la Russia.”

Una nuova costituzione in Tunisia

La nuova Costituzione tunisina è stata approvata con una maggioranza schiacciante del 94,6%”, titola L’Orient-Le Jour nella sua edizione del 28 luglio. “L’affluenza, considerata molto bassa, è aumentata leggermente a 2,756 milioni di elettori – pari al 30,5% degli aventi diritto – secondo i nuovi dati dell’ISIE, rispetto ai 2,46 milioni di voti e all’affluenza del 27,54% annunciati il giorno prima.”
Non sono mancate critiche e accuse di brogli, soprattutto da parte della “coalizione di opposizione Fronte di salvezza nazionale (FSN) – che aveva invitato a boicottare il voto denunciando un testo “fatto su misura” per Saied – che ha accusato l’ISIE di aver falsificato e amplificato le cifre sull’affluenza al voto”.

L’articolo di L’Orient-Le Jour riporta e commenta le prese di posizione all’estero in merito al referendum tunisino del 25 luglio. “Gli Stati Uniti hanno avvertito che la nuova Costituzione potrebbe non garantire sufficientemente i diritti e le libertà dei tunisini “considerato soprattutto l’indebolimento delle garanzie di pesi e contrappesi nel paese” ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price.”

L’articolo continua riportando la dichiarazione rilasciata a nome dei 27 paesi membri dell’Unione Europea dal capo diplomatico Josep Borrell che “prende atto dei risultati e invita le autorità a preservare le libertà fondamentali. L’Ue rileva che il referendum del 25 luglio è stato caratterizzato da una bassa affluenza e sottolinea la necessità di un ampio consenso tra le forze politiche e la società civile per tutte le importanti riforme politiche ed economiche che la Tunisia intraprenderà”.

Rassegna stampa a cura di Jean-Léonard Touadi, funzionario FAO, docente di geografia dello sviluppo in Africa all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Per ascoltare il suo podcast su RadioRadicale clicca qui.

Foto di copertina EPA/AKINTUNDE AKINLEYE

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