Macron: inaugura il semestre di presidenza Ue e si prepara al voto

Les milieux européens attendent traditionnellement beaucoup d’une présidence de la France, Etat fondateur de l’UE et moteur dans le débat d’idées“, scrive il quotidiano Les Echos per descrivere la “cornice” della conferenza stampa in cui Emmanuel Macron ha illustrato, il 9 dicembre all’Eliseo, il programma del semestre di presidenza francese dell’Ue, da gennaio a giugno 2022.

Questa “cornice” non è comunque l’unica di cui si parla oggi in Francia. L’imminente “semestre europeo” coinciderà con un’intensa e importantissima  stagione elettorale nazionale. Di qui perplessità e polemiche. Da titolare della presidenza di turno dell’Ue, Macron avrà una visibilità mediatica enormemente superiore a quella di tutti i suoi rivali alle elezioni presidenziali francesi (10 e 24 aprile). Nella conferenza stampa del 9 dicembre, l’inquilino dell’Eliseo ha tra l’altro annunciato la convocazione per marzo (proprio alla vigilia del primo turno presidenziale) di un vertice europeo sul futuro dell’Unione. I rivali dicono che Parigi avrebbe dovuto sollecitare un cambiamento del calendario europeo. Ecco una polemica che lascia il tempo che trova.

Priorità immigrazione
Il programma europeo di Macron è ambiziosissimo e riguarda una gran quantità di campi dell’attuale dibattito politico ed economico. La cosa interessante non sta tanto nel leggere quel catalogo di buone intenzioni quanto nell’osservare le vere priorità che Macron ha scelto d’indicare ai francesi e agli altri europei.

Un punto chiave è quello dell’immigrazione, su cui Macron insiste in un momento in cui i suoi principali avversari (di destra) lanciano slogan anti-migranti. Come dire che il rapporto con la campagna elettorale non è solo un fatto di calendario. Macron, che vuol rassicurare i suoi stessi connazionali, si muove in tre direzioni: riformare Schengen, rafforzare le frontiere esterne dell’Unione, aiutare lo sviluppo dei Paesi da cui parte il movimento migratorio e dunque impegnare l’Europa a favore dell’Africa. Il presidente francese parla di “avvio della riforma dello spazio Schengen” con “l’istituzione di una direzione politica”.

Dice che occorre “una politica coerente di controllo alle nostre frontiere esterne” e precisa che tutto questo “è il presupposto per la libera circolazione all’interno di Schengen”. Il futuro di Schengen dipende insomma dalla riforma degli accordi e dal miglioramento di questo meccanismo. C’è da chiedersi se esista il rischio di una Schengen a geometria variabile, come fa pensare il fatto che già oggi, sui treni in arrivo da Italia e Spagna, si praticano controlli di frontiera in Francia.

Macron ammette che il peso attuale dell’immigrazione è sulle spalle di Paesi di prima accoglienza, ma restano dubbi su come si potrà rilanciare il meccanismo della ridistribuzione dei migranti, che non ha mai veramente funzionato.

“Potente, sovrana e libera”

Macron annuncia di voler “passare da un’Europa di cooperazione all’interno delle nostre frontiere a un’Europa potente nel mondo, pienamente sovrana, libera delle sue scelte e padrona del suo destino”. E ancora: “La prima priorità di questa presidenza è un’Europa più sovrana”. Nella sua logica quest’Europa “potente, sovrana e libera” deve valorizzare le convergenze tra gli Stati membri nei campi della politica estera, della difesa, della sicurezza (compresa ovviamente la lotta al terrorismo) e dell’industria militare.

Il rapporto privilegiato franco-tedesco resta centrale. Alludendo all’industria militare, Macron parla di “diversi programmi congiunti franco-tedeschi successivamente aperti agli altri Stati membri”. Dice: “Dobbiamo ora entrare in una fase operativa, definendo gli interessi comuni di noi europei e una strategia condivisa in un mondo di rischi e minacce. Questa presidenza sarà il momento per definire quella che abbiamo chiamato la bussola strategica. Ovvero un libro bianco europeo sulla difesa e la sicurezza, che delineerà lo stato delle minacce e definirà le nostre scelte collettive, i nostri orientamenti e le nostre ambizioni. Questa Bussola strategica è stata lanciata sotto la presidenza tedesca e sarà completata in modo concreto sotto la presidenza francese”.

L’idea di un’Europa forte, più unita e sempre più dinamica sulla scena internazionale sarà dunque la stella polare (o forse il sogno) di un semestre di presidenza francese che – venendo ogni 13 anni come ovviamente quelli altrui – è concepito a Parigi come un fondamentale banco di prova della capacità nazionale di suggerire e costruire soluzioni utili all’insieme dei Ventisette.

Foto di copertina EPA/LUDOVIC MARIN / POOL

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