L’infrastruttura digitale, cioè quella ragnatela che alimenta la connettività globale, ha un peso crescente nella resilienza e nello sviluppo odierno delle economie e delle società. All’interno di questo mondo, i cavi sottomarini svolgono un ruolo cruciale. Più del 99 per cento del traffico internet internazionale, Infatti, passa attraverso di essi e il mondo oggi può dirsi interconnesso grazie a 529 sistemi via cavo e 1.444 punti di approdo dove questi cavi sottomarini raggiungono la costa. Con l’avvicendarsi di crisi multiple nell’arena globale e la conseguente messa in discussione dell’egemonia americana nella sfera economica, della difesa e dell’informazione, il settore dei cavi sottomarini è diventato prioritario nell’ambito della cooperazione transatlantica. Le infrastrutture digitali ben possono rappresentare un potenziale vettore di insicurezza, dal momento che le lore interruzioni – siano esse accidentali o deliberate – sono di difficile previsione e contrasto. In altre parole, se la maggior parte dei guasti ai cavi, circa un centinaio all’anno, è attribuibile ad incidenti, il rischio di sabotaggi fisici o attacchi informatici diretti da uno Stato potrebbero aumentare, soprattutto a fronte di una crescente rivalità geopolitica tra le due sponde dell’Atlantico con Cina e Russia.
Le sfide della cooperazione transatlantica: Russia e Cina come partner problematici
Nel caso della Russia, le preoccupazioni riguardano, in particolare, la necessità di assicurare la sicurezza delle infrastrutture digitali e il contrasto allo spionaggio. Se è vero che accedere e filtrare le enormi quantità di informazioni trasportate dai cavi sottomarini è estremamente difficile, soprattutto a grandi profondità, le stazioni di attracco dei cavi a riva sono potenzialmente vulnerabili ad attacchi. Ad oggi, la crescente tensione con la Russia e la sfiducia a livello internazionale, soprattutto a seguito dell’attacco ingiustificato all’Ucraina da parte di Mosca, hanno portato alla cancellazione del progetto di un cavo sottomarino lungo la costa artica russa, che invece verrà finalizzato coinvolgendo un consorzio di aziende finlandesi, americane e giapponesi e collegherà Groenlandia, Canada e Alaska, terminando in Giappone.
Nel caso della Cina, la rivalità riguarda anche la sfera economica, oltre a quella geopolitica. Negli Stati Uniti, il settore dei cavi sottomarini è parte integrante di una guerra fredda contro la “via digitale della seta” della Cina. Allo stesso modo, l’iniziativa europea del Global Gateway che prevede di mobilitare 300 miliardi di euro tra il 2021 e il 2027 per potenziare la connettività digitale, energetica e dei trasporti a livello globale, è stata una risposta alla crescente competizione invasiva da parte della Cina. Tuttavia, diversamente dagli USA dove ogni forma di cooperazione con la Cina nel settore dei cavi sottomarini è stata annullata, in Europa alcuni Stati membri sembrano avere un approccio più flessibile. In altre parole, sebbene UE e Stati Uniti abbiano una cooperazione rafforzata, essi hanno spesso prospettive diverse sul valore relativo di progetti specifici, così come sulla percezioni del rischio riguardo ai fornitori. Ad esempio, come sottolineato nella sua analisi da Julia Tréhu, il cavo Peace del 2022 che collega la Francia al Pakistan tramite il Kenya è stato interamente finanziato e costruito da aziende cinesi. Tuttavia, Kusters e Wolf hanno evidenziato come – in alternativa al cavo Peace – il Sea-Me-We-6 è stato pianificato ed interamente gestito dall’azienda statunitense SubCom dopo il ritiro di due dei più grandi operatori cinesi, China Telecom e China Mobile. Progettato per estendersi da Singapore attraverso l’Oceano Indiano e il Canale di Suez direttamente al Mar Mediterraneo (19.200 chilometri), ben rappresenta un nuovo simbolo di cooperazione transatlantica.
Convergenze e Divergenze: Le Incertezze della Cooperazione UE-USA
Nonostante vi sia una cooperazione rafforzata tra le due sponde dell’Atlantico, UE e USA presentano un approccio diverso nei confronti delle strategie digitali. Mentre per gli USA è fondamentale creare condizioni di mercato libero dove i leader digitali statunitensi possano competere e vincere, nel caso europeo il settore digitale rappresenta un terreno in cui l’UE deve affrancarsi maggiormente dalle grandi potenze globali. In particolare, ad oggi, sono le aziende statunitensi a mantenere una posizione di leadership nell’ambito dei cavi sottomarini e a fornire i materiali per la maggior parte dei progetti. Inoltre, se gli enti responsabili della posa dei cavi erano inizialmente aziende statali, oggi invece, quattro “iperscaler” americani – Google, Meta, Amazon e Microsoft – sono coinvolti in quasi ogni nuovo cavo posato. Per questo, le preoccupazioni europee si concentrano principalmente sui rischi per la sicurezza associati al controllo estero delle infrastrutture digitali critiche da parte di grandi aziende non solo cinesi ma anche americane, e su come il cloud computing per i servizi critici debba essere geograficamente localizzato all’interno dell’UE. Un esempio di questo approccio è il progetto Gaia-X, focalizzato sull’istituzione di un’infrastruttura dati cloud federata in tutta Europa che però non ha finora ottenuto ampia diffusione. Allo stesso modo, all’interno del pacchetto sulla connettività digitale, la Commissione sta pianificando di aumentare la resilienza dei cavi sottomarini, ridurre la dipendenza del sistema europeo e renderlo meno vulnerabile a sabotaggi, con nuovi finanziamenti per il periodo 2024-2027.
Sebbene le elezioni del parlamento europeo a giugno o quelle del prossimo Presidente americano a novembre potrebbero modificare le generali tendenze attuali di cooperazione e competizione globale, le partnerships UE-USA nel campo delle infrastrutture digitali sono sicuramente destinate a rafforzarsi. Basti pensare che nell’ambito del Trade and Technology Council (TTC), il più importante forum di coordinamento sulle infrastrutture digitali e commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione europea, c’è un focus crescente sulla necessità di sviluppare vie di connessione alternative, tramite provider di fiducia, per collegare Europa, Asia e Nord America. Come sottolineato dagli esperti che sono intervenuti durante l’evento lanciato dallo IAI lo scorso 28 febbraio e incentrato sulla cooperazione tecnologica transatlantica, è all’interno di iniziative di cooperazione transatlantica come il TTC che è importante che UE e Usa rafforzino la propria partnership, rilanciando ad esempio il cofinanziamento di nuovi progetti e ricerche congiunte. Infatti, il rafforzamento della cooperazione UE-USA sulle infrastrutture digitali non si risolve esclusivamente nel potenziamento della connettività, quanto più anche in un necessario allineamento di valori, obiettivi e visioni. Questo è cruciale in un’epoca di disordine globale, dove è sempre più necessario garantire la resilienza e il rilancio dei modelli economici e politici delle due sponde dell’Atlantico.
Eleonora Poli è ricercatrice associata presso l’Istituto Affari Internazionali (IAI), dove si occupa di democrazia, istituzioni e governance economica nell’Ue e nei Balcani occidentali


