“È sempre più probabile che l’unico ostacolo tra Donald Trump e una seconda presidenza che darebbe uno scossone al mondo sia Joe Biden, un presidente di 80 anni con un basso tasso d’approvazione e che gran parte degli americani ritiene troppo vecchio per un secondo mandato”: l’analisi – più un verdetto che un pronostico – è della Cnn.
Giorno dopo giorno i sondaggi indicano che Trump guida la corsa alla nomination repubblicana, con un vantaggio abissale sui suoi rivali, nonostante i quattro rinvii a giudizio e i relativi processi. Biden, invece, è bersagliato dalle critiche sull’economia, l’immigrazione e a causa dell’età. Inoltre, ha il problema di un possibile shutdown, la grana dei guai giudiziari del figlio Hunter e lo spettro d’una procedura di impeachment.
Un rilevamento di Washington Post e Abc dice che Trump è nettamente in vantaggio su Biden. Ma questo dato non trova conferma in altri recenti sondaggi: potrebbe trattarsi di un risultato anomalo.
Nei giorni scorsi, pure un ‘vecchio amico’ è venuto a dare una mano a Trump: da Vladivostock, Vladimir Putin ha fatto irruzione nella campagna elettorale per Usa 2024. Per lui, Trump è “perseguitato” dalle inchieste giudiziarie: “Quello che accadendo negli Usa … mostra il marciume del sistema politico americano, che non può reclamare il diritto di insegnare la democrazia ad altri. Tutto quello che accade a Trump è una persecuzione politicamente motivata”.
La campagna elettorale ha anche condizionato l’accoglienza a Washington di Volodymyr Zelensky: “Non è la stessa cosa di un anno fa”, scrive la Cnn, riferendosi alla prima visita alla Casa Bianca fatta il 21 dicembre 2022. L’ospitalità di Joe e Jill Biden per il presidente ucraino e la moglie Olena, giovedì scorso 21 settembre, è stata calorosa e i doni restano generosi – un pacchetto di aiuti da 325 milioni di dollari, armi e altro -; ma in Congresso i repubblicani non vogliono mettere nel bilancio del 2024 i 24 miliardi di ulteriore assistenza all’Ucraina previsti, fra cui oltre 13 miliardi d’equipaggiamenti militari e 8,5 miliardi d’aiuti umanitari.
Trump salta anche il secondo dibattito
Trump, intanto, conferma l’intenzione di saltare anche il secondo dibattito televisivo fra gli aspiranti alla nomination repubblicana, mercoledì 27 settembre, dalla Ronald Reagan Presidential Library, nella Simi Valley, in California, e di fare, invece, alla stessa ora un discorso ai sindacati di Detroit.
Trump aveva già schivato il dibattito da Milwaukee in agosto. Chi partecipa s’impegna a sostenere il candidato repubblicano, chiunque esso sia; Trump si rifiuta di farlo. Siamo, dunque, al paradosso che i suoi rivali lo attaccano sul palco del dibattito, ma si sono già impegnati a sostenerlo se otterrà la nomination. Sulla cui strada, restano gli ostacoli giudiziari: sono per ora quattro i processi che l’ex presidente deve affrontare, a New York, in Florida, a Washington e in Georgia. Gli avvocati del magnate cercano, in questa fase, di scaglionare o posporre le udienze, per evitare intralci in campagna, mentre i suoi alleati gettano fango e sospetti sui magistrati inquirenti.
Il processo relativo all’insurrezione del 6 gennaio 2021 sobillata da Trump, allora presidente, s’aprirà il 4 marzo, nel pieno delle primarie: l’accusa voleva che partisse il 2 gennaio, la difesa ne chiedeva il rinvio addirittura all’aprile 2026. Il processo sul tentativo del magnate di ribaltare l’esito delle elezioni in Georgia sarà trasmesso su YouTube: una breccia nel divieto – consueto negli Usa – di riprendere i dibattimenti in aula.
Biden tra il martello dello shutdown e l’incudine dell’impeachment
Il magnate ex presidente vuole pure che i repubblicani provochino uno shutdown, cioè la paralisi dei servizi pubblici causa mancanza di fondi.
Kevin McCarthy, speaker della Camera, preoccupato di garantirsi la sopravvivenza nel ruolo, cede alle pressioni dei ‘trumpiani’ e contraddice se stesso e gli impegni da lui presi con la Casa Bianca nel marzo scorso.
Il debito Usa ha superato i 33 trilioni di dollari e l’Amministrazione esaurirà i fondi a fine mese, se il Congresso non troverà prima un accordo per finanziare le spese. I repubblicani sono combattuti: uno shutdown metterebbe in difficoltà i democratici al potere, ma gli elettori potrebbero attribuire all’opposizione la responsabilità di disservizi e sospensioni nell’istruzione e nella sanità, nel traffico e nei trasporti aerei, mentre dipendenti pubblici essenziali, militari e civili, dovrebbero lavorare temporaneamente senza retribuzione.
La Casa Bianca ha già messo sull’avviso milioni di dipendenti federali. E Biden chiama in causa, per lo stallo sul bilancio, “un piccolo gruppo di estremisti repubblicani”: lui e McCarthy avevano già raggiunto un accordo, ora disatteso.
Biden e le debolezze sue e del figlio
McCarthy cerca di rifarsi una verginità ‘trumpiana’, dopo qualche ‘passo falso’, e così patrocina anche una causa di impeachment contro Biden legata ai guai giudiziari del figlio Hunter. L’iniziativa pare destinata a finire in una bolla di sapone, ma i repubblicani chiamano in causa pure il segretario alla Giustizia Merrick Garland, accusato di favoritismi verso Hunter e di avere scelto un procuratore speciale, David C. Weiss, che viene dal Delaware e che conosce bene i Biden.
La causa contro Hunter Biden per aver acquistato un’arma nel 2018 quando, per problemi di droga e di alcol, non aveva i requisiti per possederla va avanti. Biden, formalmente incriminato – è la prima volta che accade, al figlio di un presidente in carica -, vuole dichiararsi innocente, dopo che un patteggiamento già concordato è fallito perché un giudice in aula ne ha contestato la legittimità. Anche nel procedimento contro Hunter, le udienze potrebbero intrecciarsi con la campagna elettorale.
La causa rientra fra i motivi dell’inchiesta di impeachment contro il presidente Biden, che avrebbe favorito gli affari del figlio all’estero, in particolare in Cina e in Ucraina, e ne avrebbe approfittato. Nella vicenda, intricata e, fin qui, senza ‘la pistola fumante’ di una sola prova, i repubblicani stanno anche cercando di ottenere documenti personali del figlio del presidente e del fratello, James.
Lo speaker McCarthy ha avviato la procedura sotto la pressione dei ‘trumpiani’ del gruppo, che avevano minacciato di ‘farlo saltare’ se non avesse innescato l’inchiesta, pur essendo tutti ben consapevoli che l’iniziativa s’arenerà, in ogni caso, in Senato, dove i democratici sono maggioranza. E ci sono repubblicani che temono che la mossa, una volta fallita, possa tramutarsi in un vantaggio per Biden.
Per la Casa Bianca, l’ipotesi di impeachment è “basata su menzogne e fondata sulla peggior specie di estremismo politico”. Il tentativo è di minimizzare l’impatto della procedura; tenere distinti ruolo del presidente e beghe della politica; contestare la fondatezza delle accuse; continuare a raccogliere fondi per la campagna.
È vero che le procedure di impeachment, in genere molto rare, sono ‘inflazionate’ dal 2019 in poi: due contro Trump e ora questa contro Biden, che appare quasi antitetica alla prima contro Trump, innescata da una telefonata con cui l’allora presidente chiedeva al presidente ucraino neo-eletto, Zelensky, di indagare sui Biden, e lo minacciava di bloccare gli aiuti Usa al suo Paese se non lo avesse fatto.
Per quanto pretestuoso possa apparire l’impianto dell’impeachment, anche la candidatura di Biden è fragile, per l’età del presidente e per lo scarso entusiasmo che suscita. In campo democratico, finora più sui media che in Congresso, si levano voci forti, come quella del fondista del Washington Post David Ignatius, che denunciano il rischio che la ricandidatura di Biden possa essere un boomerang. I critici puntano il dito sull’età e sui guai giudiziari del figlio Hunter, ma anche sulle innumerevoli gaffe e imprecisioni.
Foto di copertina EPA/Ron Sachs / POOL