Gli italiani e le migrazioni: non tutti i rifugiati sono uguali

In un contesto internazionale segnato dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle sue pesanti conseguenze sul piano economico ed energetico, le migrazioni non sono più in cima alla scala di priorità degli italiani.

A evidenziarlo è l’edizione 2022 del periodico sondaggio Iai-Laps sulla politica estera: oggi appena il 14% degli italiani ritiene che controllare l’immigrazione sia il principale interesse nazionale, a fronte di un picco del 51% registrato cinque anni fa.

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Nonostante la crescita dei flussi attraverso il Mediterraneo e il massiccio arrivo di profughi dall’Ucraina, la questione migratoria rimane sullo sfondo del dibattito pubblico, pur avendo riconquistato una certa centralità con la recente campagna elettorale.

Diverse valutazioni per una condizione comune

Gli italiani hanno una percezione dei flussi migratori causati dall’invasione russa assai diversa da quelli che attraversano il Mediterraneo. A metà luglio 2022, l’Italia aveva già accolto quasi 150 mila profughi provenienti dall’Ucraina, concedendo loro diritti di protezione temporanea per almeno un anno, confermando quanto fatto da altri paesi Ue. Tale protezione non è mai stata attivata per i richiedenti asilo provenienti da altri paesi, in particolare dall’Africa e il Medio Oriente.

Il sondaggio registra un consenso diffuso nell’opinione pubblica italiana per l’accoglienza garantita ai profughi ucraini: l’80% degli intervistati approva la scelta di concedere la protezione temporanea, sia pur con alcune sfumature a seconda dell’orientamento politico. All’interno del centro-destra, ad esempio, gli elettori della Lega sono i più freddi, pur approvando la concessione a larga maggioranza (68%), mentre quelli di Fratelli d’Italia rispondono in linea con il dato generale (80% di favorevoli). Per gli elettori di Forza Italia il dato sale ulteriormente, toccando il 90% dei consensi, avvicinandosi a quanto registrato tra gli elettori della coalizione di centro-sinistra e dell’alleanza Azione-Italia Viva, entrambi al 93%.

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Quando però il focus si sposta sui richiedenti asilo provenienti da altri paesi – come quelli del Medio Oriente e dell’Africa, aree da cui tradizionalmente provengono numerosi migranti e richiedenti asilo che raggiungono l’Italia attraverso il Mediterraneo – il consenso cala significativamente: solo il 50% degli intervistati è a favore di una protezione temporanea per tutti senza distinzioni, mentre il 41% dichiara che l’accoglienza ai profughi ucraini deve costituire un caso eccezionale, giustificato dalla solidarietà verso Kiev.

Fra i sostenitori delle forze politiche che formeranno la prossima maggioranza di governo – e che dovranno decidere sul rinnovo della protezione temporanea – il 52% degli elettori di Fratelli d’Italia, il 56% di quelli della Lega e il 36% di quelli di Forza Italia ritiene che la protezione concessa ai profughi ucraini rappresenti un caso eccezionale, quindi non applicabile ad altri richiedenti asilo. Significativamente minoritari sono coloro che rifiutano la concessione di tale protezione sia per gli ucraini che per i richiedenti di altre nazionalità, mentre tra gli elettori di Forza Italia spicca una larga maggioranza a favore della protezione temporanea per tutti i rifugiati (58%).

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Il giudizio sul governo Draghi

Allargando la prospettiva oltre l’Ucraina, l’apprezzamento per l’operato del governo Draghi in materia di migrazioni appare in leggera crescita – 4,6 in una scala da 0 a 10, rispetto al 4,3 del 2021 – ma comunque inferiore al giudizio espresso nel 2019 per il primo governo Conte (5,1), che aveva fatto dei controlli sui flussi una sua bandiera.

Anche in questo caso, vi sono differenze significative fra i vari elettorati: i sostenitori del centro-destra danno un giudizio sulla politica migratoria di Draghi molto più negativo (4,1) di quelli del centro-sinistra (6,1) e del cosiddetto Terzo polo (5,9). Gli elettori del Movimento 5 Stelle si collocano in una posizione intermedia (4,8).

Il governo Draghi ha tentato di riportare il tema della solidarietà intra-europea nella gestione dei flussi migratori al centro dell’agenda politica dell’UE, ma con scarsi risultati. Tuttavia gli italiani esprimono un’opinione più positiva, rispetto al passato, sul trattamento riservato dall’UE e dagli altri stati membri all’Italia: il 51% degli intervistati pensa ancora che l’Italia sia trattata ingiustamente in materia di immigrazione, ma il dato è in netto calo rispetto al picco del 2020 (73%).

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Ancora una volta, la percezione di un trattamento sfavorevole è nettamente più marcata tra gli elettori di centro-destra (60%), soprattutto fra quelli di Fratelli d’Italia (70%), mentre scende vertiginosamente fra quelli di centro-sinistra (34%). Per il 26% degli italiani il problema invece è che l’Italia tende ad auto-isolarsi con i propri comportamenti, mentre il 23% ritiene che in realtà il nostro paese sia trattato alla pari degli altri stati Ue.

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Una sfida nazionale ed europea

Nonostante gli italiani considerino il controllo delle migrazioni meno prioritario rispetto al passato, i decisori politici devono fare i conti con preoccupazioni tuttora molto forti. La percezione che i flussi migratori verso l’Europa siano una minaccia per la sicurezza nazionale, infatti, rimane stabile al 6,6 (come nel 2020).

Nel sondaggio 2022 torna ad aumentare leggermente il consenso verso dure misure di contrasto ai flussi migratori dalla Libia. Se il sostegno ai respingimenti in mare è agli stessi livelli del 2021 (34%), cresce quello per l’invio di militari in Libia per ristabilire il controllo delle frontiere (dal 26 al 29%). Congiuntamente, queste due opzioni altamente restrittive raccolgono un’ampia maggioranza dei consensi. Allo stesso tempo, il salvataggio dei migranti in mare e la loro accoglienza sul territorio italiano è ancora l’opzione prescelta dal maggior numero di intervistati (37%, in leggero calo rispetto al 40% del 2021).

Emerge, in generale, una forte divisione sul ruolo dei migranti nella società italiana. In continuità con le rilevazioni precedenti, circa la metà degli intervistati (48%) descrive gli immigrati come un’opportunità per la nostra cultura, e una quota ancora maggiore (56%) li indica come una risorsa per l’economia. Tuttavia, il 43% ritiene che i migranti costituiscano una minaccia in termini economici, poiché sottraggono posti di lavoro agli italiani, mentre cala – seppur di poco – la percezione dei migranti come un rischio per la salute pubblica, dal 51% al 48%, in linea con una riduzione dei timori legati alla pandemia.

A fronte di queste opinioni diffuse, è lecito attendersi dal prossimo governo una certa continuità con gli sforzi dell’esecutivo Draghi – e di quelli precedenti – per una maggiore solidarietà intra-europea che favorisca la redistribuzione dei richiedenti asilo e, in generale, per una politica europea di asilo più armonizzata. Anche l’attuale impianto restrittivo di gestione delle migrazioni irregolari nel Mediterraneo sarà probabilmente rafforzato. Sarebbe però auspicabile sviluppare finalmente un approccio strutturale e condiviso a livello europeo perché – come mostrato dall’improvvisa emergenza dei profughi ucraini – una politica solamente reattiva e restrittiva non può essere sufficiente.

Questo articolo anticipa alcuni risultati dell’edizione 2022 del periodico sondaggio sugli italiani e la politica estera promosso dall’Istituto Affari Internazionali e dal Laboratorio Analisi Politiche e Sociali (Laps) dell’Università di Siena, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Il rapporto di ricerca completo verrà presentato durante un webinar organizzato dallo IAI il 20 ottobre 2022. L’indagine è stata condotta dal LAPS tra il 7 e il 13 settembre 2022 su un campione di 3.021 individui di nazionalità italiana di età eguale o superiore ai 18 anni, aventi accesso ad Internet; moduli diversi sono stati sottoposti a tre sotto-campioni di circa mille rispondenti ciascuno

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