Rassegna stampa africana: il presidente dell’Ecowas in visita ai regimi golpisti

Da quando la Corte Penale Internazionale ha emanato il mandato di arresto per Vladimir Putin per crimini contro l’umanità ci si chiedeva come si sarebbe comportato il governo del Sud Africa, se il presidente russo si fosse presentato al vertice Brics in programma a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Infatti, ogni firmatario dello Statuto di Roma, che ha istituito la Corte penale internazionale, sarebbe tenuto ad arrestare il presidente russo qualora dovesse entrare nel proprio territorio. Putin ha risolto il problema decidendo di non andare in Sudafrica al fine di non compromettere il buon andamento dell’evento. Al suo posto ci sarà il ministro degli esteri Sergej Lavrov. Secondo l’ambasciatore sudafricano Anil Sooklal, la decisione sarebbe stata presa in accordo tra Russia e Sudafrica per non creare problemi al governo di Pretoria.

L’omicidio di Chérubin Okende

Sono ancora poco chiare le circostanze della morte del deputato ed ex ministro della Repubblica Democratica del Congo Chérubin Okende, vicino all’opposizione. Prima del macabro ritrovamento del corpo del deputato trivellato di colpi in una jeep a Kinshasa, i familiari avevano denunciato il rapimento di Okende davanti alla Corte costituzionale del Paese. In una conferenza stampa, il procuratore generale presso la Corte di cassazione ha rilevato che è stato arrestato un parente del defunto. Un arresto che però non convince l’opposizione e non risolve un delitto i cui tratti assumono sempre più quelli di un omicidio politico a pochi mesi dalle elezioni di dicembre.

Confermato il secondo summit Russia-Africa a San Pietroburgo

Sono numerosi i leader africani attesi a San Pietroburgo per il secondo summit Russia-Africa che si terrà il 27 e il 28 luglio. Dal primo incontro tenutosi a Sochi, e co-presieduto dal presidente egiziano al-Sisi, sono cambiate molte cose. Il forum mira ad approfondire i partenariati già esistenti, nell’ambito della sicurezza e degli scambi economici e crearne di nuovi a livello tecnologico, culturale e sanitario. Il summit dovrebbe concludersi con una dichiarazione politica approvata per consenso. Il continente africano acquisisce sempre più importanza nell’arena internazionale e appare sempre più “corteggiato” dalle maggiori potenze come testimoniano gli analoghi summit tenutisi con Giappone, Cina e Stati Uniti. L’evento sarà anche l’occasione per Putin di vedere il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa dopo il vertice Brics al quale sarà assente.

Il presidente dell’Ecowas in visita ai regimi golpisti

Il presidente della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) Talon si recherà in visita ufficiale nei regimi degli stati golpisti del Mali, Burkina Faso e Guinea, che rappresentano il blocco antifrancese all’interno dell’organizzazione e che si contrappongono a quello tradizionalmente nell’orbita filo-occidentale. I viaggi hanno l’obiettivo di riallineare i due blocchi contrapposti all’interno dell’Ecowas.

Trovata l’intesa tra Ue e Tunisia

Domenica 16 luglio è stato finalizzato un accordo tra Ue e Tunisia, incentrato sul contrasto all’immigrazione irregolare e che mira a sostenere finanziariamente Tunisi. “L’Ue costretta ad affidarsi alla Tunisia”, titola le Pointe Afrique.  Ursula Von der Layen, commentando l’accordo, fa riferimento a cinque pilastri su cui è basato: “stabilità macroeconomica, commercio e investimenti, transizione energetica verde, unione delle persone, migrazione e mobilità”. A livello finanziario, l’accordo prevede un prestito di 105 milioni di euro finalizzato al contrasto dell’immigrazione irregolare. L’Ue ha inoltre promesso un aiuto di bilancio diretto di 150 milioni di euro, promessa che sarà vincolata allo sblocco dell’accordo tra Tunisia e FMI.

Affianco l’entusiasmo dimostrato dai leader europei, è iniziata una mobilitazione di ONG europee ed africane per fermare l’azione dell’Ue che, oltre le buone parole, si mostra cinica e cieca di fronte alle violazioni di diritti umane perpetrate dalla Tunisia nei confronti dei migranti irregolari.

Romdhane Ben Amor, portavoce del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES), sostiene che l’accordo avvantaggia in primis gli europei. I problemi legati all’immigrazione non saranno risolti e i tunisini non beneficeranno dell’accordo. Infatti, alla fine sarà la Tunisia a dover sostenere i costi maggiori per il controllo delle frontiere e per la formazione delle persone le cui competenze saranno richieste dall’Ue.

Sul quotidiano algerino “El Watan” viene invece riportato un rapporto di Human Rights Watch che documenta le violazioni dei diritti umani e il maltrattamento degli immigrati subsahariani perpetrati dal governo di Tunisi.

Anche Tierno Monénembo uno dei più importanti scrittori africani, denuncia il razzismo e le violazioni dei diritti umani del governo di Saied.

Foto di copertina RIA NOVOSTI

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