“Impeccabile”, “un bravo studente”, “la migliore incarnazione del DNA macronista”: questi gli epiteti che accompagnano il nuovo Primo Ministro francese Gabriel Attal. Già il più giovane membro del governo nel 2018 e, successivamente, il più giovane Ministro dell’Istruzione, Attal è infine divenuto anche il più giovane capo di governo nella storia della Repubblica francese. Insomma, un’ascesa sorprendente per il 34enne che, nelle ultime settimane, è diventato il macronista più popolare.
Nominando Attal primo ministro, il presidente Emmanuel Macron scommette sulla sua giovinezza e sul suo dinamismo per battere l’estrema destra alle elezioni europee, ma anche per dare forma a un futuro dopo il 2027, quando dovrà farsi da parte.
Inoltre, secondo gli analisti politici, Macron spera di sfruttare l’appeal di Attal per rinvigorire il suo secondo mandato poco brillante, dopo sette anni alla guida del Paese. Il giovane primo ministro, infatti, è, secondo i recenti sondaggi, il politico più popolare di Francia, del governo e della maggioranza, convincendo un francese su due, con più di un terzo della popolazione francese che chiedeva la sua nomina a Matignon.
Un’ascesa di successo
Prodotto del movimento Strauss-Kahnita, Attal ha lavorato nell’ufficio del Ministro della Salute di François Hollande, prima di seguire Macron alla fine della campagna elettorale del 2017.
In seguito alla vittoria, è stato eletto deputato in una roccaforte della destra nell’Hauts-de-Seine, entrando così a far parte del governo: messo a capo della Segreteria di Stato per la Gioventù, si è distinto per la sua “capacità di lavoro” e il suo “acume politico”.
Dopo aver ereditato la carica di portavoce del governo, Macron lo ha nominato Ministro del Bilancio. In questo ruolo, la sua abilità mediatica gli ha permesso di essere uno dei pochi ministri inviati in prima linea per difendere l’impopolare riforma delle pensioni.
La ricompensa successiva non si è fatta attendere: il prestigioso Ministero dell’Istruzione, da luglio 2023. Uno “scontro di saperi”, una “scuola dei diritti e dei doveri”, una presa di posizione a favore delle uniformi, i telegiornali che annunciano il divieto dell’abaya nelle scuole: il ministro Attal è onnipresente sui media.
Insomma, dagli studi televisivi alle conferenze stampa, il giovane 34enne ha dato prova di sé, divenendo uno dei pochi membri del governo a farsi notare dall’opinione pubblica e dalla stampa. Accanto alle sue imprese politiche, la coppia che ha formato con Stéphane Séjourné, ora leader del partito presidenziale Renaissance, ha infatti catturato l’attenzione mediatica.
Macron e Attal: una straordinaria somiglianza politica
La promozione di Attal è una mossa inusuale per Macron, che nel 2017, a 39 anni, è diventato il più giovane capo di Stato francese dai tempi di Napoleone. Gli immediati predecessori di Attal – Jean Castex ed Elisabeth Borne – erano figure più tecnocratiche, mentre il nuovo primo ministro è già più popolare di Macron e ha il potenziale per mettere in ombra la sua eredità .
Secondo gli analisti politici, Macron spera di dare alla Francia un nuovo messaggio di ottimismo e di ripetere il successo della sua straordinaria elezione del 2017 promuovendo un politico a sua immagine e somiglianza. “So di poter contare sulla vostra energia e sul vostro impegno”, ha dichiarato Macron, aggiungendo che il nuovo premier agirà in linea con lo spirito di “eccellenza e audacia” del 2017.
Le personalità di tutto lo schieramento politico e i media francesi hanno sottolineato una straordinaria somiglianza tra i due, accomunati da uno stile combattivo e dal gusto sartoriale. Alcuni hanno addirittura affermato che il politico più giovane è il “clone” di Macron.
Di certo, Attal incarna autorità e fermezza, considerate dalla destra e da Macron come valori chiave per affrontare le sfide di una nazione divisa. Macron spera, inoltre, che Attal sia l’uomo giusto per affrontare Jordan Bardella, un altro astro nascente della politica francese di soli 28 anni, che ha preso il posto di Marine Le Pen come leader del RN.
Un possibile successore di Macron?
Secondo molti osservatori, la nomina di Attal ha aperto la corsa alla successione di Macron. Tutti i potenziali candidati alla presidenza, tra cui il ministro dell’Interno Gerald Darmanin, 41 anni, o il ministro delle Finanze Bruno Le Maire, 54 anni, “sembrano improvvisamente molto più vecchi”, ha affermato Gaspard Gantzer, ex consigliere del presidente Francois Hollande ed esperto di comunicazione politica.
La nomina di Attal ha suscitato però anche molti malumori. Macron ha dovuto superare le obiezioni di importanti esponenti del potere, tra cui l’ex primo ministro Edouard Philippe, 53 anni, che ha anche lui un occhio di riguardo per il 2027. Ma gli assistenti del presidente hanno difeso vigorosamente la sua scelta, rifiutandosi di collegare la nomina alle elezioni presidenziali del 2027.
Molti osservatori politici hanno detto che è ancora troppo presto per fare previsioni. Alcuni hanno affermato che un periodo come primo ministro potrebbe ostacolare le ambizioni presidenziali: Edouard Balladur, che è stato primo ministro sotto Francois Mitterrand, si è candidato senza successo alla presidenza nel 1995, perdendo contro Jacques Chirac, eletto presidente dopo essere stato primo ministro nel 1974-76 e nel 1986-88. Come ha sottolineato Gantzer: “A medio termine, tre anni sono un periodo molto lungo, e nessuno è mai passato dal Matignon all’Eliseo nello stesso tempo”.
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