Kamala Harris, il discorso alla Convention democratica

AffarInternazionali propone alcuni punti del discorso di Harris pronunciato in occasione dell’accettazione a nomina di candidata Presidente degli Stati Uniti, Chicago 22 agosto 2024

A Joe Biden, signor presidente. Quando penso al cammino che abbiamo percorso insieme, sono piena di gratitudine. Il suo primato è straordinario, come la storia dimostrerà, e il suo carattere è fonte di ispirazione. Al coach Tim Walz, che sarà un incredibile vicepresidente. E ai delegati e a tutti coloro che hanno riposto la loro fiducia nella nostra campagna, il vostro sostegno mi commuove. Il percorso che mi ha portata qui nelle ultime settimane è stato senza dubbio inaspettato. Ma non sono nuova a viaggi improbabili: anche mia madre, Shyamala Harris, ne ha avuto uno.

Mia madre aveva 19 anni quando attraversò il mondo da sola, viaggiando dall’India alla California, con il sogno incrollabile di essere la scienziata che avrebbe curato il cancro al seno. Una volta terminati gli studi, sarebbe dovuta tornare a casa per un tradizionale matrimonio combinato, ma il destino ha voluto che incontrasse mio padre, Donald Harris, uno studente della Giamaica. Si innamorarono e si sposarono e questo atto di autodeterminazione ha fatto nascere me e mia sorella Maya. Crescendo, ci siamo spostati spesso. […] I primi ricordi dei miei genitori insieme sono gioiosi: una casa piena di risate e di musica. […] Al parco, mia madre ci diceva di stare vicini, mentre mio padre si limitava a sorridere e diceva: “Corri, Kamala. Corri”, “non avere paura”, “non lasciare che nulla ti fermi”. […] Ma l’armonia tra i miei genitori non durò: quando frequentavo la scuola elementare, si separarono. Ed è stata soprattutto mia madre che ci ha cresciute. Prima di potersi permettere di comprare una casa, ha affittato un piccolo appartamento nella East Bay […]: un bel quartiere operaio di pompieri, infermieri e operai edili, tutti che curavano i loro prati con orgoglio. Mia madre lavorava a lungo e […] si appoggiava a una cerchia fidata per aiutarla a crescerci: la signora Shelton, che gestiva l’asilo nido sotto di noi e divenne una seconda madre, lo zio Sherman, zia Mary, zio Freddy, zia Chris. Nessuno di loro era famiglia per legame di sangue, ma tutti loro erano famiglia per amore. […] Una famiglia che ci ha amato, che ha creduto in noi e ci ha detto che potevamo essere qualsiasi cosa, fare qualsiasi cosa. Ci hanno instillato i valori che incarnavano: la comunità, la fede, l’importanza di trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati, con gentilezza, rispetto e compassione. Mia madre era una donna brillante, alta un metro e mezzo, con la pelle scura e con un certo accento. E, come figlia maggiore, ho visto come il mondo a volte la trattava. Ma non ha mai perso la calma. Era tenace, coraggiosa, un’apripista nella lotta per la salute delle donne. E ha insegnato a me e a Maya a non lamentarci mai delle ingiustizie, ma a fare qualcosa. Ci ha anche insegnato a non lasciare mai nulla a metà.

Sono cresciuta immersa negli ideali del movimento per i diritti civili: i miei genitori si erano incontrati a uno di questi raduni e si sono assicurati che imparassimo a conoscere i leader dei diritti civili, compresi avvocati come Thurgood Marshall e Constance Baker Motley. Coloro che hanno lottato nelle aule di tribunale per rendere reale la promessa dell’America.  Così, in giovane età, ho deciso che volevo […] diventare un avvocato. E quando è arrivato il momento di scegliere il tipo di diritto da seguire, ho riflettuto su un momento cruciale della mia vita. Quando frequentavo il liceo, ho iniziato a notare qualcosa nella mia migliore amica Wanda: era triste a scuola e a volte non voleva tornare a casa. Così, un giorno, le chiesi se andava tutto bene e lei mi confidò che il suo patrigno abusava sessualmente di lei. Le dissi subito che doveva venire a stare con noi e lei lo fece. Questo è uno dei motivi per cui sono diventata procuratore: per proteggere persone come Wanda. Perché credo che tutti abbiano diritto alla sicurezza, alla dignità e alla giustizia.

Come pubblico ministero, quando avevo un caso, lo accusavo non nel nome della vittima, ma nel nome del popolo. Per una semplice ragione: nel nostro sistema giudiziario, un danno a uno di noi è un danno a tutti. Spesso lo spiegavo per consolare i sopravvissuti a un crimine. Per ricordare loro: nessuno dovrebbe essere costretto a combattere da solo. Siamo tutti coinvolti. Ogni giorno, in aula, mi sono presentata con orgoglio davanti a un giudice e ho pronunciato cinque parole: “Kamala Harris, per il popolo”. E per essere chiari: in tutta la mia carriera ho avuto un solo cliente: il popolo.

E quindi, in nome del popolo, in nome di tutti gli americani. […] Accetto la vostra nomination a Presidente degli Stati Uniti d’America. Con questa elezione, la nostra nazione ha un’opportunità preziosa e fugace di superare l’amarezza, il cinismo e le battaglie divisive del passato. Un’occasione per tracciare una nuova strada per il futuro, non come membri di un partito o di una fazione, ma come americani. […] Prometto di essere una presidente per tutti gli americani. Potete sempre fidarvi che metterò il Paese al di sopra di ogni partito e di ogni interesse personale, che manterrò sacri i principi fondamentali dell’America, dallo stato di diritto a elezioni libere e giuste al pacifico trasferimento di potere. Sarò una presidente che ci unirà attorno alle nostre più alte aspirazioni. Una presidente che guida e che ascolta, realista, pratica e dotata di buon senso. E che combatte sempre per il popolo americano.

Dal tribunale alla Casa Bianca, questo è stato il lavoro della mia vita. Come giovane procuratore in tribunale a Oakland, ho difeso donne e bambini contro i predatori che abusavano di loro. Come procuratore generale della California, ho affrontato le grandi banche: ho ottenuto 20 miliardi di dollari per le famiglie della classe media che rischiavano il pignoramento e ho contribuito ad approvare una Carta dei Diritti del Proprietario di casa […]. Ho preso posizione, per i veterani e gli studenti truffati dalle grandi università a scopo di lucro, per i lavoratori che venivano defraudati dei salari che spettavano loro, per gli anziani che subiscono abusi. Ho lottato contro i cartelli che trafficano armi, droga ed esseri umani, che minacciano la sicurezza del nostro confine e la sicurezza delle nostre comunità. Queste battaglie non sono state facili e nemmeno le elezioni che mi hanno portata a ricoprire quelle cariche.

Siamo stati sottovalutati in ogni occasione, ma non ci siamo mai arresi. Perché vale sempre la pena di lottare per il futuro. Ed è questa la lotta che stiamo conducendo ora: una lotta per il futuro dell’America. Amici americani, questa elezione non è solo la più importante della nostra vita: è una delle più importanti nella vita della nostra nazione. Per molti aspetti, Donald Trump è un uomo poco serio, ma le conseguenze del suo ritorno alla Casa Bianca sono estremamente serie. Considerate non solo il caos e il disastro di quando era in carica, ma anche la gravità di ciò che è accaduto da quando ha perso le ultime elezioni: ha cercato di buttare via i vostri voti. Quando ha fallito, ha mandato una folla armata al Campidoglio degli Stati Uniti, dove hanno assalito le forze dell’ordine. Quando i politici del suo stesso partito lo hanno pregato di richiamare la folla [..], lui ha fatto il contrario: l’ha fomentata. E ora, per una serie di crimini completamente diversi, è stato dichiarato colpevole di frode […] e, separatamente, è stato ritenuto responsabile di aver commesso abusi sessuali.

E considerate cosa intende fare se gli diamo di nuovo il potere. Considerate il suo esplicito intento di liberare gli estremisti violenti che hanno assalito gli agenti delle forze dell’ordine in Campidoglio, il suo esplicito intento di incarcerare i giornalisti e gli oppositori politici. […] La sua esplicita intenzione di impiegare i nostri militari in servizio contro i nostri stessi cittadini. Considerate il potere che avrà, specialmente dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha appena stabilito che sarà immune da procedimenti penali. Immaginate Donald Trump senza barriere. Come userebbe gli immensi poteri della presidenza degli Stati Uniti. Non per migliorare la vostra vita, non per rafforzare la nostra sicurezza nazionale, ma per servire l’unico cliente che abbia mai avuto: se stesso. E sappiamo come sarebbe un secondo mandato di Trump: è tutto descritto nel “Progetto 2025”, scritto dai suoi più stretti consiglieri. E il suo scopo è quello di riportare il nostro Paese nel passato.

Ma l’America non tornerà indietro. Non torneremo indietro a quando Donald Trump ha cercato di tagliare la previdenza sociale e il Medicare, di eliminare l’Affordable Care Act. […] Non gli permetteremo di eliminare il Dipartimento dell’Istruzione che finanzia le nostre scuole pubbliche, di porre fine a programmi come l’Head Start che forniscono assistenza all’infanzia e alla scuola materna.

America, non torneremo indietro. Stiamo tracciando un percorso, una nuova strada in avanti verso un futuro con una classe media forte e in crescita. Perché sappiamo che una classe media forte è sempre stata fondamentale per il successo dell’America. E costruire questa classe media sarà un obiettivo fondamentale della mia presidenza.

È una questione personale per me: la classe media è il luogo da cui provengo. Mia madre manteneva un budget ristretto, vivevamo nell’ambito delle nostre possibilità. Eppure, non ci mancava nulla e si aspettava che sfruttassimo al massimo le opportunità che avevamo a disposizione […], perché non sono disponibili per tutti. Ecco perché creeremo quella che io chiamo un’economia delle opportunità: un’economia in cui tutti abbiano la possibilità di competere e di avere successo, sia che viviate in una zona rurale, in un piccolo paese o in una grande città. Come presidente, riunirò i lavoratori e le lavoratrici, i proprietari di piccole imprese e gli imprenditori, e le aziende americane. per creare posti di lavoro, far crescere la nostra economia e ridurre il costo delle necessità quotidiane, come l’assistenza sanitaria, le abitazioni, e i generi alimentari. Noi forniremo accesso al capitale ai proprietari di piccole imprese, agli imprenditori e ai fondatori. Metteremo fine alla carenza di abitazioni in America e proteggeremo la previdenza sociale e il Medicare.

Confrontate tutto questo con Donald Trump: non combatte per la classe media ma per se stesso e i suoi amici miliardari. Darà loro un’altra serie di sgravi fiscali, che aggiungerà 5.000 miliardi di dollari al debito nazionale. Il tutto mentre intende promulgare quella che, di fatto, è un’imposta nazionale sulle vendite, chiamatela “tassa Trump”, che farebbe aumentare i prezzi per le famiglie della classe media di quasi 4 mila dollari all’anno. Ecco, invece dell’aumento delle tasse di Trump, approveremo una riduzione delle tasse per la classe media che andrà a beneficio di oltre 100 milioni di americani.

Credo che l’America non possa essere veramente prospera se gli americani non sono pienamente in grado di prendere le proprie decisioni sulla propria vita. […] Ma stasera, troppe donne in America non sono in grado di poter prendere queste decisioni. […] Donald Trump ha scelto i membri della Corte Suprema degli Stati Uniti per togliere la libertà riproduttiva. […] “L’ho fatto e sono orgoglioso di averlo fatto”. […] Negli ultimi due anni ho viaggiato per il nostro Paese e le donne mi hanno raccontato le loro storie. […] Storie di donne che abortiscono in un parcheggio, che vanno incontro a sepsi, che perdono la possibilità di avere di nuovo dei figli. Tutto perché i medici hanno paura di finire in galera per essersi presi cura dei loro pazienti. Coppie che cercano di far crescere la loro famiglia, tagliate fuori nel bel mezzo dei trattamenti di fecondazione in vitro. Bambine sopravvissute a violenze sessuali, potenzialmente costrette a portare a termine la gravidanza. Questo è ciò che sta accadendo nel nostro Paese. A causa di Donald Trump. E capite, non ha ancora finito: come parte del suo programma, lui e i suoi alleati vorrebbero limitare l’accesso al controllo delle nascite, vietare l’aborto farmacologico, e promulgare un divieto di aborto a livello nazionale, con o senza il Congresso. E […] ha intenzione di creare un’associazione nazionale anti-aborto, e costringere gli Stati a riferire sugli aborti e sulle interruzioni di gravidanza delle donne. In poche parole, sono fuori di testa. E bisogna chiedersi: perché esattamente non si fidano delle donne? Ebbene. Noi ci fidiamo delle donne. E quando il Congresso approverà una legge per ripristinare la libertà riproduttiva, come Presidente degli Stati Uniti, la firmerò con orgoglio.

In queste elezioni sono in gioco molte altre libertà fondamentali. La libertà di vivere al sicuro dalla violenza delle armi, nelle nostre scuole, nelle nostre comunità e nei luoghi di culto. La libertà di amare chi si ama apertamente e con orgoglio. La libertà di respirare aria pulita, di bere acqua pulita e di vivere liberi dall’inquinamento che alimenta la crisi climatica. E la libertà che sblocca tutte le altre: la libertà di votare. Con queste elezioni abbiamo finalmente l’opportunità di approvare il John Lewis Voting Rights Act e il Freedom to Vote Act. […] Dopo decenni di lavoro nell’applicazione della legge, conosco l’importanza della sicurezza, soprattutto al confine. L’anno scorso, Joe ed io abbiamo riunito Democratici e Repubblicani conservatori per scrivere la legge sulle frontiere più forte degli ultimi decenni. La Border Patrol l’ha approvata, ma Donald Trump ritiene che un accordo sui confini danneggerebbe la sua campagna elettorale, così ha ordinato ai suoi alleati al Congresso di bloccare l’accordo. Mi rifiuto di giocare con la nostra sicurezza. Ecco la mia promessa per voi: come presidente, riporterò la legge bipartitica sulla sicurezza delle frontiere che Trump ha stroncato e la firmerò come legge.

So che possiamo essere all’altezza della nostra orgogliosa eredità di nazione di immigrati e riformare il nostro sistema d’immigrazione in crisi. Possiamo creare un percorso per ottenere la cittadinanza e rendere sicuro il nostro confine. Dobbiamo anche essere fermi nel promuovere la nostra sicurezza e i nostri valori all’estero. Come vicepresidente, ho affrontato le minacce alla nostra sicurezza, ho negoziato con i leader stranieri, ho rafforzato le nostre alleanze, e mi sono impegnata con le nostre coraggiose truppe all’estero. Come comandante in capo, farò in modo che l’America abbia sempre le forze armate più forti al mondo. Adempirò all’obbligo sacro di prendersi cura delle nostre truppe e delle loro famiglie e onorerò sempre, senza mai denigrarlo, il loro servizio e il loro sacrificio. Mi assicurerò che guideremo il mondo verso il futuro nel campo dello spazio e dell’intelligenza artificiale. Che l’America, e non la Cina, vinca la competizione per il XXI secolo. E che rafforzeremo, non abbandoneremo, la nostra leadership globale.

Trump, invece, ha minacciato di abbandonare la NATO e ha incoraggiato Putin a invadere i nostri alleati: ha detto che la Russia può, cito testualmente, “fare quello che diavolo vuole”. Cinque giorni prima che la Russia attaccasse l’Ucraina, ho incontrato il presidente Zelensky per avvertirlo del piano della Russia di invadere l’Ucraina e ho contribuito a mobilitare una risposta globale: oltre 50 Paesi per difendersi dall’aggressione di Putin. E come presidente, starò dalla parte dell’Ucraina e dei nostri alleati della NATO.

Per quanto riguarda la guerra a Gaza, il presidente Biden e io stiamo lavorando 24 ore su 24, perché ora è il momento di trovare un accordo con gli ostaggi e di ottenere un cessate il fuoco. Voglio essere chiara: sosterrò sempre il diritto di Israele a difendersi e farò in modo che Israele abbia la capacità di difendersi. Perché il popolo di Israele non dovrà mai più affrontare l’orrore che l’organizzazione terroristica di Hamas ha causato il 7 ottobre […]. Allo stesso tempo, quello che è accaduto a Gaza negli ultimi 10 mesi è devastante: tante vite innocenti spezzate, persone disperate e affamate che fuggono in cerca di sicurezza. […] L’entità della sofferenza è straziante. Il presidente Biden e io stiamo lavorando per porre fine a questa guerra in modo che Israele sia al sicuro, gli ostaggi siano liberati, le sofferenze a Gaza finiscano e il popolo palestinese possa realizzare il suo diritto alla dignità, alla sicurezza, alla libertà e all’autodeterminazione.

Non esiterò mai a intraprendere qualsiasi azione sia necessaria per difendere le nostre forze armate e i nostri interessi contro l’Iran e i terroristi sostenuti dall’Iran. Non mi accomoderò accanto a tiranni e dittatori come Kim-Jong-Un, che fanno il tifo per Trump, perché sanno che è facile da manipolare con lusinghe e favori. Sanno che Trump non riterrà gli autocrati responsabili, perché lui vuole essere un autocrate. Come presidente, non esiterò mai a difendere la sicurezza e gli ideali dell’America. Perché, nella lotta perenne tra democrazia e tirannia, so da che parte stare e a che parte appartengono gli Stati Uniti d’America.

Amici americani, amo il nostro Paese con tutto il cuore. Ovunque vada, in tutti quelli che incontro, vedo una nazione pronta ad andare avanti. Pronta per il prossimo passo, nell’incredibile viaggio che è l’America. Vedo un’America in cui restiamo fedeli alla coraggiosa convinzione che ha costruito la nostra nazione, che ha ispirato il mondo. Che qui, in questo Paese, tutto è possibile e nulla è fuori portata. Un’America in cui ci prendiamo cura l’uno dell’altro, ci preoccupiamo l’uno dell’altro e riconosciamo che abbiamo in comune molto più di quanto ci separa. Che nessuno di noi deve fallire perché tutti noi abbiamo successo. E che l’unione fa la forza.

I nostri avversari in questa corsa sono là fuori, ogni giorno, a denigrare l’America, parlando di quanto tutto sia terribile. […] America, mostriamo agli altri e al mondo chi siamo. E cosa rappresentiamo: libertà, opportunità, compassione, dignità, equità, e infinite possibilità. Siamo gli eredi della più grande democrazia della storia del mondo. E a nome dei nostri figli e nipoti, e di tutti coloro che hanno sacrificato così tanto per la nostra libertà, dobbiamo essere all’altezza di questo momento.  Ora è il nostro turno di fare ciò che le generazioni prima di noi hanno fatto, guidati dall’ottimismo e dalla fede: lottare per questo Paese che amiamo. Lottare per gli ideali che ci stanno a cuore e per sostenere l’enorme responsabilità che deriva dal più grande privilegio sulla Terra. Il privilegio e l’orgoglio di essere americani. Quindi, scendiamo in campo e combattiamo per questo. Scendiamo in campo e votiamo per questo. E insieme, scriviamo il prossimo grande capitolo della storia più straordinaria che sia mai stata raccontata.

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