Georgia: il governo insiste che l’Ue è la sua “priorità”, in vista di una manifestazione dell’opposizione

Il partito al potere in Georgia, vincitore delle elezioni parlamentari, ha ribadito che l’integrazione europea resta la sua “priorità”, rispondendo così all’opposizione filo-occidentale che lo accusa di autoritarismo filorusso e ha indetto manifestazioni per la serata di lunedì 28 ottobre.

L’Unione Europea ha espresso preoccupazione per la vittoria del partito Sogno Georgiano, richiedendo un’indagine sulle presunte “irregolarità elettorali”. Tuttavia, lunedì 28 e martedì 29 ottobre, è atteso in Georgia il primo ministro ungherese Viktor Orban, noto per i suoi stretti legami con Mosca, in aperta sfida all’Ue, di cui l’Ungheria detiene attualmente la presidenza di turno. Questa visita inattesa ha provocato la reazione di Bruxelles. Il leader ungherese “non rappresenta l’Unione Europea”, ha dichiarato criticamente il capo della diplomazia europea, Josep Borrell.

Di fronte alle polemiche crescenti, il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidzé ha ribadito che la “principale priorità” della politica estera di Tbilisi “è, senza dubbio, l’integrazione europea”. “Faremo tutto il possibile affinché la Georgia sia pienamente integrata nell’Ue entro il 2030”, ha promesso ai giornalisti, aggiungendo che “si aspetta che le relazioni” con Bruxelles si distendano dopo le forti tensioni degli ultimi mesi.

Le accuse dell’opposizione

Secondo i risultati quasi definitivi di lunedì 28 ottobre, il partito Sogno Georgiano, al potere dal 2012, ha ottenuto il 53,92% dei voti, mentre la coalizione di opposizione ha raccolto il 37,78%. Quest’ultima, che aveva inizialmente rivendicato la vittoria sulla base degli exit poll di sabato 26 ottobre, si rifiuta di riconoscere la sconfitta e ha annunciato una grande manifestazione per la serata di lunedì.

“Siamo testimoni e vittime di un’operazione speciale russa, una forma moderna di guerra ibrida contro il popolo georgiano”, ha dichiarato domenica 27 ottobre la presidente Salome Zurabishvili, che ha preso le distanze dal governo, senza però specificare le accuse. Dal canto suo, il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov ha dichiarato di “respingere fermamente” queste accuse, definendole “totalmente infondate” e accusando Zurabishvili di voler destabilizzare il Paese.

L’opposizione accusa il partito al governo, guidato dal miliardario Bidzina Ivanishvili, di avvicinare la Georgia a Mosca, allontanandola da una possibile adesione all’Unione Europea e alla NATO, obiettivi sanciti nella Costituzione del Paese. Anche l’ex presidente Mikheil Saakashvili, attualmente in carcere e rivale di Ivanishvili, ha invitato “manifestazioni di massa” per “mostrare al mondo che stiamo combattendo per la libertà”.

Congelato il processo di adesione della Georgia all’Ue

Una delle forze dell’opposizione, la Coalizione per il Cambiamento, ha annunciato che rinuncerà ai propri mandati parlamentari per non “legittimare” il risultato delle elezioni. Secondo Mikheil Saakashvili, “nessuno” dell’opposizione dovrebbe entrare in Parlamento.

Gli osservatori internazionali dell’OSCE hanno riscontrato “pressioni” durante lo scrutinio e denunciato una serie di irregolarità, tra cui la “compravendita di voti”. Nonostante ciò, “Sogno Georgiano ha mantenuto una solida base di sostegno, giocando efficacemente sui timori di un’imminente minaccia di guerra” con la Russia, ha dichiarato all’AFP l’analista politico Ghia Nodia. A suo avviso, “le condizioni non sono favorevoli a un serio sconvolgimento (nel Paese) Mi aspetto invece che il sogno georgiano lanci un attacco su larga scala contro gli oppositori, la società civile e i media indipendenti”.

A maggio, ila Georgia è stato scossa da grandi manifestazioni contro una legge sull’“influenza straniera”, ispirata alla normativa russa sugli “agenti stranieri” volta a reprimere la società civile, ma questa mobilitazione non è riuscita a bloccare l’approvazione del testo.

In risposta, Bruxelles ha congelato il processo di adesione della Georgia all’Ue, mentre gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni ai funzionari georgiani. Alcuni leader di Sogno Georgiano hanno inoltre manifestato una forte critica verso l’Occidente. Bidzina Ivanichvili li ha definiti “il partito della guerra mondiale”. Questa ex repubblica sovietica del Caucaso è ancora segnata dalla sconfitta nella breve guerra con la Russia del 2008 e vive sotto la costante minaccia di una nuova invasione, come quella in Ucraina. Mosca mantiene basi militari nelle regioni separatiste georgiane dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, di cui ha riconosciuto l’indipendenza.

© Agence France-Presse

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