Una riflessione sulla liberazione del regista Anatoliy Levchenko a Mariupol

Qualche giorno prima dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, il 14 febbraio 2022, il regista del teatro di Mariupol condivideva sulla sua pagina Facebook la foto dell’involucro di una gomma da masticare.

In un documento del 9 marzo 2023 veniva spiegata dettagliatamente l’indagine che ha portato all’arresto del regista Levchenko per atti terroristici. Nell’involucro di plastica appariva infatti una scritta: “l’amore è…guardare nella stessa direzione” correlata a un’immagine eloquente: delle persone che guardano nella stessa direzione e, in sovrapposizione, il Cremlino in fiamme. Un’immagine che è stata giudicata colpevole di incitare azioni estremiste e terroristiche. Così, dopo la completa distruzione e presa di Mariupol, il regista veniva arrestato e condannato ad un anno di carcere.  

Leggendo notizie di questo tipo sorge spontanea una domanda che vorrei condividere con voi.

La mia domanda non è certo rivolta a coloro che sostengono e/o hanno sostenuto l’Ucraina fin dal primo giorno, bensì a coloro che ancora oggi non comprendono la vera natura della Federazione Russa, né le conseguenze di “liberare terre” da “nazisti e terroristi” per promuovere “cultura”, “letteratura”, “sport” e “balletto”.

Perché rimanete sconvolti dal trattamento subito in carcere dai cittadini “russi” ma non vedete, o fate finta di non vedere, ciò che il regime di Mosca sta facendo nei territori occupati? Quando un territorio viene annesso, oltre a “sport, cultura, letteratura e balletto”, arrivano anche le leggi (o meglio, l’illegalità) dell’invasore.

Non solo “balletti e cultura”

Tutte le persone di qualsivoglia territorio della Federazione russa sono sottoposte alle leggi (ovvero l’illegalità) del regime di Mosca e dunque alla violazione di diritti. Tuttavia, una sostanziale differenza divide le persone vittime dell’espansionismo russo e le altre. Le prime, infatti, non hanno avuto la possibilità di eleggere il presidente della Federazione russa, tantomeno di interferire, anche solo in via ipotetica, nella politica del paese. Assieme al territorio, sono le persone ad esser state annesse diventando “proprietà legale” della Federazione Russa.

Le popolazioni conquistate sono state “marchiate” con “passaporti russi”, diventando così cittadini della Federazione, al pari dei servi della gleba dell’Impero russo dove la schiavitù è stata abolita solamente nel 1861.

Ancor prima del “balletto” e della “cultura”, sono le leggi (l’illegalità) ad arrivare sui territori occupati.

La prossima volta che sentirete il bisogno di difendere la tesi che lo sport, la cultura e la letteratura siano “fuori dalla politica”, vorrei che sapeste che la politica non è qualcosa di lontano ed astratto, ma è la vostra vita, animata dal desiderio di non chiudere gli occhi quando schiavitù e colonialismo vengono promossi con il pretesto di diffondere la cultura, di raggiungere uno status di sicurezza e/o come contrappeso agli “odiati americani”.

Ora Anatoliy Levchenko, regista del teatro di Mariupol, si trova finalmente libero sul territorio ucraino.

Foto di copertina EPA/SERGEI ILNITSKY

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