Robert Kennedy Jr: chi è l’outsider che vuole rubare voti a tutti

 In un contesto politico che punta a un rematch del 2020, e che sotto sotto vogliono solo i diretti interessati, c’è un outsider che dà fastidio a tutti. Robert F. Kennedy Jr. è un avvocato e scrittore statunitense, noto per essere il terzogenito di Robert Kennedy e nipote di John Fitzgerald Kennedy, Presidente degli Stati Uniti del quale ricorre il sessantesimo anniversario dalla morte proprio in questi giorni.

Un figlio d’arte, quindi, che seguendo le orme della famiglia ha militato per molti anni tra le fila del Partito Democratico, dal quale, tuttavia, ha da poco divorziato per intraprendere una sfida persa in partenza, ma che potrebbe avere risvolti tutt’altro che scontati: correre da indipendente per la Casa Bianca. Da tempo, infatti, Kennedy criticava la leadership del partito e in particolare Joe Biden, contro il quale era evidente che avrebbe perso in malo modo, se si fossero sfidati alle primarie.

Robert Kennedy Jr. è un politico estremamente controverso, per molti aspetti più vicino alle frange più estreme del Partito Repubblicano, piuttosto che di quello Democratico. Le sue posizioni no-vax, il suo complottismo antiscientifico, la retorica contro le corporation e contro il sistema, in particolare bancario, nonché la sua opposizione agli aiuti all’Ucraina, sono emblematiche in tal senso.

Un attivista a scopo di lucro

Quello che è meno noto al grande pubblico è che Kennedy non fa volontariato, tutt’altro. È molto facoltoso, e la sua ricchezza proviene principalmente da quattro fonti: la sua famiglia, le “consulenze”, i regali degli “amici” e i discorsi pubblici a pagamento.

Sebbene si proponga come un candidato antisistema e un avvocato dedito alle nobili cause, Robert Kennedy fa parte di una delle famiglie storicamente più influenti e ricche degli Stati Uniti. Da essa non ha ereditato solo il carisma e una notevole capacità di public speaking, ma anche soldi. Molti soldi. Dalla documentazione presentata per candidarsi, si evince che ha partecipazioni nei trust di famiglia per una quota parte tra i quattro e i quindici milioni di dollari. Questa, tuttavia, è una briciola rispetto alle sue entrate.

Come emerso da un’approfondita analisi del New York Times, Kennedy è un avvocato pagato in maniera sproporzionata per le sue consulenze legali, grazie alle quali negli ultimi otto anni ha accumulato svariati milioni di dollari. I principali benefattori sono la Children’s Health Defense, associazione dedita alla disinformazione anti-vaccinista da lui guidata; VantagePoint, società attiva nell’ambito dell’intelligenza artificiale del suo amico Alan Salzman; e lo studio di cui è socio, Kennedy & Madonna, che solo nel 2023 gli ha già fruttato cinque milioni di dollari.

Oltre a questo, una buona fetta delle sue spese vengono coperte da “amici” facoltosi, che non lesinano nei regali: dalla casa, ai viaggi per i figli, fino a una Lexus, regalatagli da Toyota. Ci sono poi i discorsi pubblici a pagamento, prezzati tra i venticinque e i duecentocinquanta mila dollari, e ne fa una sessantina all’anno in media.

Farà più male ai Dem o al Gop?

La famiglia Kennedy di solito non lava i panni sporchi in pubblico. Eppure vari parenti non ne vogliono sapere di Robert Jr., e non lo nascondono. Addirittura, i suoi fratelli lo ritengono «pericoloso per il Paese» e hanno detto che «Bobby avrà anche il nome di nostro padre, ma non ha i suoi valori, la sua visione e il suo giudizio», come riportato dal The Washington Post. Un presa di posizione che allontana Robert non solo dalla famiglia, ma anche dal Partito Democratico, che già dalla sua svolta anti-vaccinista mal lo sopportava.

L’idea che Kennedy avrebbe potuto mettere in difficoltà la rielezione di Joe Biden cannibalizzando l’elettorato Dem, l’aveva reso la gallina dalle uova d’oro per il GOP. Fino a poco tempo fa Kennedy era coccolato da Tucker Carlson e Fox News, e quasi tutti gli sfidanti alle primarie repubblicane lo vedevano di buon occhio come proprio Vice Presidente. Compreso Trump, che lo ha descritto come «intelligente, buono e con il cuore al posto giusto, una persona di buonsenso». Stone, fidato consigliere di Trump, aveva definito l’accoppiata Trump-Kennedy un «dream ticket», e anche Bannon aveva dato parere favorevole liquidando le posizioni più liberal di Kennedy come «irrilevanti».

Il fatto è che oggi Robert Kennedy Jr. appare più pericoloso per i Repubblicani che per i Democratici. Un recente sondaggio della Quinnipiac University ha mostrato che, in una corsa a tre con Biden e Trump, Kennedy porterebbe a casa un onestissimo ventidue per cento, mentre un sondaggio di Yougov mostra come Kennedy cresca praticamente solo tra l’elettorato Repubblicano.

Le due cose insieme sono la tempesta perfetta per Donald Trump. Che, a questo punto, ha un altro avversario da annientare prima di poter anche solo sperare di potersela giocare.

Questo articolo è a cura di Giacomo Stiffan, della redazione di Jefferson – Lettere sull’America

foto di copertina EPA/LARRY MCCORMACK

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