Messico e Stati Uniti: come si sono evoluti i rapporti bilaterali tra Trump e Sheinbaum

Il passaggio dall’amministrazione Biden a quella Trump ha segnato un drastico e prevedibile cambio di rotta in numerose politiche adottate negli ultimi quattro anni. Con l’insediamento della sua seconda amministrazione lo scorso gennaio, Trump ha avviato una nuova fase della politica americana, con particolare attenzione al settore commerciale. L’aumento dei dazi doganali sulle importazioni ha generato tensioni con i Paesi coinvolti, che ora si interrogano sul futuro delle loro relazioni bilaterali con Washington.

Il Messico è stato tra i primi Paesi presi di mira da Trump con queste misure, confermandosi ancora una volta un bersaglio ricorrente della sua politica estera. A febbraio, il tycoon ha annunciato tariffe del 25 per cento, sostenendo che fossero necessarie per responsabilizzare i Paesi con cui gli Stati Uniti intrattengono accordi commerciali e ribadendo che l’accesso al mercato americano è un privilegio. Nel caso specifico del Messico, questi provvedimenti rientrerebbero in una strategia più ampia volta a contenere l’immigrazione irregolare verso gli Stati Uniti e a rafforzare la sicurezza nazionale.

Sheinbaum: un nuovo equilibrio politico

Questo approccio ha aperto un nuovo capitolo nelle relazioni tra Stati Uniti e Messico dove, nell’ottobre scorso, è stata eletta la nuova presidente Claudia Sheinbaum. Prima donna a ricoprire l’incarico, Sheinbaum è stata descritta dal New York Times come una «riservata tecnocrate», in netto contrasto con il suo predecessore Andrés Manuel López Obrador, il cui stile politico, caratterizzato da una forte presenza mediatica, trovava un parallelo in quello di Donald Trump.

Il cambio di leadership ha portato con sé un’evoluzione nell’approccio del Messico verso Washington. Se López Obrador tendeva a privilegiare il compromesso per mantenere rapporti stabili con gli Stati Uniti, accettando molte delle decisioni provenienti da nord del confine, Sheinbaum sembra intenzionata a difendere con maggiore fermezza gli interessi messicani.

Narcotraffico e immigrazione

In un momento delicato, in cui il Messico è accusato dall’amministrazione Trump di non contrastare efficacemente i cartelli del narcotraffico – responsabili dell’esportazione di droghe letali negli Stati Uniti – e di non gestire adeguatamente i flussi migratori, Sheinbaum è riuscita a far sentire la propria voce. Il suo atteggiamento più assertivo segna un cambio di passo nelle relazioni bilaterali e potrebbe ridefinire il dialogo tra i due Paesi nei prossimi anni.

La Presidenta ha tuttavia dimostrato apertura e collaborazione su questioni di interesse comune, a partire dalla lotta contro il traffico illegale di fentanyl proveniente dal Messico, che sta alimentando un’epidemia di tossicodipendenza negli Stati Uniti. Sheinbaum ha raggiunto un accordo con Donald Trump per l’invio di almeno diecimila membri della Guardia Nazionale messicana lungo la frontiera con gli Stati Uniti, con il compito di monitorare il passaggio di migranti e stupefacenti. L’operazione è stata seguita da un confronto telefonico in cui la presidente messicana ha illustrato a Trump i risultati ottenuti. In cambio, Sheinbaum ha chiesto una revisione delle tariffe imposte al Messico, sottolineando come tali misure rischino di compromettere il consenso interno alla cooperazione con Washington. Trump ha accolto positivamente la richiesta, escludendo alcune categorie di beni dai dazi doganali. Durante la telefonata che ha portato alla conclusione dell’accordo, il presidente statunitense ha definito Sheinbaum «una dura» e, poco dopo, ha espresso su X rispetto e ammirazione nei suoi confronti.

La questione del muro

Nonostante questa nuova fase di collaborazione, il progetto di estensione del muro al confine tra Stati Uniti e Messico prosegue. La U.S. Customs and Border Protection (CBP) ha siglato un contratto con la Granite Construction Co. per l’ampliamento della barriera di altre sette miglia nella contea di Hidalgo, in Texas – il primo contratto assegnato da quando Trump è tornato alla Casa Bianca. Anche il Segretario per la Sicurezza Interna, Kristi Noem, ha confermato l’avvio dei lavori a marzo, ribadendo che la situazione al confine continua a essere considerata un’emergenza nazionale.

La seconda amministrazione MAGA si trova dunque di fronte a un vicino di casa cambiato, guidato da una leader determinata a mettere sempre al primo posto gli interessi del suo Paese e che ribadisce chiaramente che il Messico non potrà essere trattato come una colonia. In questo contesto, la questione dei dazi doganali rappresenta un banco di prova cruciale per verificare se il nuovo approccio di Sheinbaum possa dare vita a un’alleanza più solida e bilanciata tra Stati Uniti e Messico, in grado di superare le differenze e costruire un rapporto diplomatico più equo e strategico.

Jefferson-Lettere sull'America è un portale d'informazione interamente dedicato agli Stati Uniti d'America, fondato e diretto da Matteo Muzio, giornalista e americanista.

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