Le possibili conseguenze del default Usa

Incertezze e tensioni nei mercati mondiali: queste alcune delle potenziali conseguenze dal rischio bancarotta degli Stati Uniti se non si arriverà a superare l’impasse politica tra Democratici e Repubblicani per autorizzare un nuovo deficit di bilancio entro il primo giugno.

Sembra ripetersi la situazione già emersa nel 2011, quando ci si avvicinò al rischio di superamento del tetto del debito, il che obbligherebbe a una dichiarazione di insolvenza da parte della Segretaria al Tesoro Janet Yellen, come la stessa ha sottolineato al recente G7 in Giappone. In ogni caso non risulta che negli Stati Uniti si sia mai arrivati all’insolvenza.

Oggi il debito pubblico USA ha raggiunto il tetto autorizzato di 31,4 miliardi di $ (129% del PIL 2022). Un accordo di compromesso sul suo superamento dovrebbe poter conciliare due diverse politiche economiche, crescita della spesa e del deficit da parte dell’Amministrazione Biden, taglio delle spese statali da parte del Grand Old Party repubblicano. Alcuni recenti segnali sembrano indicare una possibile convergenza.

Le conseguenze sull’economia Usa

Al momento sembra ancora incerto il giorno o “x-date” in cui il Governo Federale non potrà più pagare i propri impegni verso creditori, contraenti e cittadini, come gli stipendi dei 3,4 milioni di dipendenti pubblici civili e militari, danneggiando le condizioni economiche delle famiglie, con criticità per housing costs, social security, medicare.

Verrebbero annullati o ridimensionati i risultati economici perseguiti e ottenuti dall’Amministrazione Biden quali riduzione del livello di disoccupazione, creazione di 12 milioni di posti di lavoro e crescita economica. Si provocherebbe un forte aumento della volatilità sui mercati finanziari con declassamento del credit rating e della fiducia, aumento dei tassi di interesse e crollo delle capacità di accesso ai prestiti da parte di cittadini e piccole imprese nonché dei prezzi dell’equity. Già oggi le assicurazioni negli USA richiedono premi più alti

Le stime elaborate dal White House Council of Economic Advisors (CEA) nell’analisi “Estimated Economic Effects of Debt Ceiling Standoff: Q3 2023”, quantificano un quadro negativo per l’economia USA comparando diverse fonti e modelli di simulazione, che trovano un consenso sull’ordine di grandezza dei rischi. L’analisi è strutturata in tre categorie, suddivise tra stallo o rischio calcolato, breve default, lungo default. Si prevedono variazioni negative a diversi gradi in tutte le tre ipotesi.

Le attese dei mercati per un possibile stallo rendono probabili reazioni negative. Con indicatori di market-stress in probabile peggioramento, i mercati stanno già prezzando il rischio di uno stallo politico anticipando la data del possibile default, con tensioni sui mercati e aumenti del premio di rischio. Gli spreads dei CDS (credit default swaps) sono già aumentati. Nel caso di default si stima un crescendo di rischi nel breve e nel lungo periodo fino all’avvio di una fase recessiva.

I risultati indicano per i tre casi una perdita di posti di lavoro tra 200.000 e 8.300.000 unità fino al primo trimestre 2024. Identica progressione negativa riguarda la disoccupazione che aumenterebbe in una fascia di oscillazione tra 0,1% e 5%. Il calo dell’economia comporterebbe una variazione annua negativa in termini reali nella fascia 0,3% e 6,1%.

È in ragione della crescente interconnessione tra le economie che partendo da una questione interna agli USA si sprigionerebbero effetti negativi sui mercati mondiali con rischi di recessione, in una fase già contrassegnata dalla concomitanza di fattori critici quali l’alta inflazione, il debito pubblico, forti tensioni politiche e militari, velocità e logiche diverse tra i continenti per la ripresa economica.

I rischi per la difesa

Per quanto riguarda la US Security, il Segretario alla Difesa Lloyd Austin e il Joint Chief of Staff Chairman Mark Milley hanno sottolineato quali sarebbero le implicazioni dirette sulla Difesa USA. Un default del debito rafforzerebbe la descrizione che fa il principale competitor, la Cina, riguardo agli USA come potenza in declino, incrementando in tal modo i rischi per gli Stati Uniti. Il declino del livello di vita del personale del Pentagono verrebbe sfruttato dalla narrativa cinese. I paesi alleati solleverebbero dubbi circa la capacità del Pentagono di realizzare i programmi.

Quanto al progetto di budget militare (Fiscal Year 2024 National Defense Authorization Bill) c’è già stato un rallentamento delle riunioni al Congresso e il piano di spesa è stato momentaneamente sospeso in attesa degli eventi. 

Se ci si chiede quali possano essere le potenziali conseguenze per i paesi alleati nell’ipotesi di un default, al momento mancano elementi di dettaglio. Sembra pertanto prematuro avanzare specifiche considerazioni, per esempio relative all’interscambio transatlantico o two-way street

La questione avrebbe una portata e una dimensione molto significativa a livello mondiale in quanto impatterebbe sull’insieme delle relazioni economiche e strategiche degli Stati Uniti. Verrebbe destabilizzato il sistema finanziario globale che dipende dalla stabilità del dollaro come primaria valuta di riserva. La perdita di fiducia nel dollaro indebolirebbe le supply chains che stanno cercando di recuperare dagli impatti della pandemia e dagli alti costi dell’energia in conseguenza del conflitto in Ucraina. Sarebbero particolarmente soggetti a implicazioni finanziarie come il mancato pagamento degli interessi, i principali paesi detentori di Treasury securities come Giappone, Cina e Regno Unito che rappresentano il 35% del valore complessivo pari 7,4 trilioni di $.

Per tutti questi motivi, è forse possibile e senz’altro auspicabile che si appianino le divergenze e si condivida una soluzione negoziale per superare l’attuale impasse.

Foto di copertina EPA/MICHAEL REYNOLDS

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