Perché l’Italia ha il dovere di aiutare l’Ucraina

Il conflitto russo-ucraino ha un profilo molto chiaro, c’è un Paese aggressore c’è un Paese aggredito. Questo Paese aggressore ha invaso l’Ucraina senza avere una sola ragione per giustificare un atto di questa gravità: l’Ucraina non ha mai minacciato la Russia, l’Unione europea non ha minacciato la Russia. L’Ue è diventata in questi trent’anni il primo partner economico-commerciale della Russia, la stragrande maggioranza degli investimenti sul mercato russo sono francesi, tedeschi, italiani, olandesi e inglesi.

Gli Stati Uniti non hanno minacciato la Russia perché fino a tre mesi fa il tema principale nell’agenda americana era la Cina. Neanche la Nato, anche se Putin evoca la Nato come la minaccia più grande. Ma in che modo la Nato ha minacciato la Russia? Quindici anni fa in Italia, in occasione di un Consiglio Atlantico, si istituì il Consiglio di cooperazione Nato-Russia che è tuttora vigente, anche se ovviamente adesso non viene convocato dato quello che è successo. Insomma, non c’è una sola ragione, tra quelle che ha invocato Putin, per scatenare questa guerra.

È un’aggressione immotivata e di fronte ad una aggressione immotivata c’è un Paese aggredito che si difende. L’Italia non può che stare con il paese che si difende, sulla base dei nostri valori e della nostra Costituzione. L’articolo 11 della Costituzione non recita, come spesso si dice, che “l’Italia ripudia la guerra” e basta. No, l’articolo 11 dice “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e di risoluzione delle controversie” che è esattamente il tipo di guerra che fa Putin, che usa la guerra come strumento di offesa verso un paese vicino e usa la guerra per risolvere la controversia con l’Ucraina.

Di fronte a una situazione di questo genere noi sosteniamo convintamente un Paese che si difende e lo sosteniamo con tutti i mezzi che servono a difendersi perché anche l’argomento di cui ogni tanto si sente parlare recita: “niente armi, inaspriamo le sanzioni anche oltre ogni limite” non funziona. Le sanzioni colpiscono l’apparato economico, non mettono al riparo dai bombardamenti aerei, dai missili, dalle pallottole o dai carri armati. Per difendersi da un’aggressione con i bombardamenti e i carri armati, è necessario disporre di strumenti simili.

Oggi, rispetto ad altri conflitti altre crisi, abbiamo una situazione molto più chiara. Noi non possiamo tollerare che un Paese, tra l’altro molto più grande e che non subiva alcuna minaccia, decida di invadere, travolgere e distruggere – perché lo sta distruggendo con i bombardamenti – un Paese vicino. In nome di che cosa lo sta facendo? Del fatto che pretende che i Paesi vicini siano sottoposti a una sovranità limitata per far prevalere gli interessi della Russia. Ucraina, Moldavia, Georgia e chissà quali altri, non hanno diritto a una sovranità e non hanno diritto alla loro integrità territoriale? Tutto questo deve essere limitato per subordinarlo all’interesse russo? È inaccettabile da ogni punto di vista.

È chiaro perché l’Italia sostenga l’Ucraina e la sostiene con tutti gli strumenti che sono necessari. Fare in modo che l’Ucraina resista significa rinunciare a cercare una soluzione politica? Al contrario: una soluzione politica ci può essere, ancorché complicata e difficile, solo se l’Ucraina resiste perché solo così Putin capirà che non può vincere militarmente e forse si può predisporre un negoziato. Se, invece, l’Ucraina non è in grado di difendersi e Putin la distrugge militarmente, non ci sarà nessun tipo di negoziato da fare dopo.

Foto di copertina ANSA/ CHIGI PALACE PRESS OFFICE/ FILIPPO ATTILI

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