“Italia-Iraq: dal Comando Nato alle sfide di stabilizzazione” il forum IAI con l’ambasciatore a Baghdad Maurizio Greganti

In un momento di estrema crisi nell’ordine internazionale a seguito dell’invasione russa in Ucraina, l’analisi geopolitica non può guardare solamente allo spazio europeo. Per questo l’Istituto Affari Internazionali ha organizzato il webinar “Italia-Iraq: dal Comando Nato alle sfide di stabilizzazione”.

Hanno partecipato alla conversazione l’Ambasciatore e Presidente IAI Ferdinando Nelli Feroci, l’Ambasciatore italiano a Baghdad Maurizio Greganti, la Special Adviser dell’area MENA per il Centro per il dialogo umanitario la dott.ssa Maria Luisa Fantappiè e Maurizio Melani, già Ambasciatore in Iraq dal 2006 al 2010. Ha moderato il webinar il Dott. Andrea Dessì, responsabile di ricerca IAI.

Sono stati tre i macro-temi affrontati, sui quali i partecipanti hanno esposto le loro analisi. Cominciando dalla crisi politica interna dell’Iraq, che sta bloccando la formazione del governo dopo le elezioni dello scorso ottobre. Si è passati quindi ad analizzare il ruolo italiano nella prossima missione Nato nel paese. L’Italia assumerà, infatti, la leadership della missione a partire da maggio, in un contesto estremamente fluido in cui gli scenari possono cambiare molto velocemente, senza scordare la minaccia di Daesh ancora viva in Iraq. Per ultimo, i partecipanti hanno discusso degli sviluppi sui negoziati di Vienna per la ripresa della Jcpoa, l’accordo sul programma nucleare iraniano, i cui risultati avranno senz’altro risvolti anche su Baghdad.

L’Ambasciatore Maurizio Greganti ha analizzato da vicino la crisi interna. Se le elezioni sono state giudicate corrette dagli osservatori internazionali, dopo aver eletto il presidente del parlamento, però, la situazione si è arenata. I partiti stanno ragionando se fare un governo di maggioranza, impegnando i partiti che hanno vinto e posizionando gli altri all’opposizione, o creare un governo di unità nazionale, per esprimere tutti i volti dell’Iraq. Nel paese, infatti, oltre a divisioni religiose (in maggioranza sciiti seguiti da sunniti e cristiani) ne esistono anche di etniche (comunità turkmene e curde). L’ambasciatore ha ricordato poi il grande ruolo giocato dall’Italia, da sempre in prima linea nelle missioni in Iraq, sia attraverso la Nato, sia nelle relazioni bilaterali.

“Nell’area mediorientale gli scenari sono fluidi” ha specificato la Dott.ssa Maria Luisa Fantappiè, aggiungendo che “non sappiamo che direzione prenderanno i negoziati sul nucleare e non sappiamo come l’Iran risponderà alla situazione attuale in Ucraina”. Tra gli assi da tenere sott’occhio, che possono impattare fortemente sulla situazione irachena, ci sono quello Iran-Paesi del Golfo e quello preoccupante, a causa della forte competizione regionale, tra Iran e Turchia.

L’Ambasciatore Melani ha rimarcato come il quadro della situazione ucraina si possa ripercuotere sulla politica e la vita dell’Iraq. L’Iran potrebbe aprire la strada per un ritorno sul mercato per quanto riguarda il greggio. Un avvicinamento tra Occidente e Iran potrebbe impattare positivamente anche sull’Iraq.

Foto di copertina EPA/IRAQI PRIME MINISTER OFFICE

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